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TFR in busta paga: interesserà 300mila imprese

Nelle imprese fino a 49 addetti lo chiederà 1 lavoratore su 5 secondo una indagine Confcommercio-Format Research.

Mercato
E' stimato nel 20% circa il numero dei lavoratori nelle imprese fino a 49 addetti intenzionato a chiedere al proprio datore di lavoro il TFR che matureranno nel 2015. 
L'idea prevale tra i lavoratori di sesso maschile, giovani, single che vivono nella famiglia di origine, con un'età compresa tra i 25 ed i 34 anni, impiegati come operai o comunque con mansioni a carattere esecutivo in imprese del Nord-Ovest, soprattutto quelle che hanno un numero di addetti compreso tra sei e venti.
Il 60% circa dei lavoratori utilizzerà l'anticipo di Tfr per i consumi, o comunque per effettuare quelle spese delle quali hanno necessità, il 40% circa ha affermato che lo ritirerà per risparmiarlo, magari mettendolo in banca.
L'impatto del provvedimento potrebbe impattare su circa 300.000 imprese fino a 49 addetti, che fino ad oggi potevano limitarsi ad accantonare le somme destinate al TFR, e che ora almeno in parte saranno costrette ad erogarle materialmente, con un conseguente aggravio della propria capacità finanziaria. Le imprese che più probabilmente potrebbero risultare in difficoltà a causa del nuovo provvedimento sono le imprese con un numero di addetti tra 20 e 49 e quelle operative nel settore di attività economica dell'industria nelle regioni del Nord Ovest e del Nord Est.
Tra le imprese dell'industria (manifattura e costruzioni), il 34,3% (circa 170 mila imprese) subirà la richiesta di anticipo del TFR in busta paga da parte di alcuni dei propri dipendenti. Tale quota si attesta attorno al 10,0% presso le imprese del terziario (commercio, turismo e servizi), pari a circa 110 mila imprese.
Questi i principali risultati dell'indagine realizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Research sui lavoratori dipendenti a tempo indeterminato nelle imprese fino a 49 addetti dell'industria e del terziario.
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