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Credito, una micro impresa su due denuncia restrizioni

Secondo un'indagine della Cgia di Mestre, crescono gli "sfiduciati" nei confronti delle banche: nei prossimi 3 mesi l'86% delle micro imprese non farà ricorso ad un prestito bancario.

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Il 51,3% delle micro imprese italiane che si sono rivolte ad una banca negli ultimi tre mesi ha denunciato un aumento delle difficoltà reali nell'accesso al credito.
Inoltre, il 37% delle micro imprese italiane ha accusato un peggioramento dei rapporti con il sistema bancario.
Sono questi i due principali risultati emersi da un'indagine commissionata dalla Cgia di Mestre a Panel Data, su un campione di 800 micro imprese distribuite su tutto il territorio nazionale.
L'obiettivo che si sono posti gli artigiani mestrini  è stato quello di  verificare, a seguito dell'aggravarsi della crisi economica e finanziaria avvenuta in questi ultimi tre mesi, se i rapporti tra le micro imprese con meno di 20 addetti e il sistema bancario sono peggiorati.
Dalle risposte emerse, viene confermata la tesi: le banche stanno cominciando a chiudere i rubinetti del credito. 
credito-una-micro-impresa-su-due-denuncia-restrizi-1.jpg"L'aumento dei costi, dei tassi bancari, la richiesta di maggiori garanzie e le difficoltà sempre più crescenti nell' accesso al credito – commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – sono le cause che hanno deteriorato il rapporto tra le piccolissime aziende ed il sistema creditizio. L'area geografica che ha maggiormente risentito di questa situazione è il Nordovest: quasi un'azienda intervistata su due, precisamente il 48,9%,  ha denunciato questo  peggioramento".
Come sta succedendo nel mercato del lavoro, anche nel settore del credito cresce il numero degli "sfiduciati" tra gli imprenditori, ovvero di coloro che hanno deciso, nonostante i grossi problemi di liquidità che si sono aggravati con la crisi, di non ricorrere all'aiuto di una banca. Infatti, l'86,2% degli intervistati ha dichiarato che non si rivolgerà ad un istituto nei prossimi tre mesi.
"Un segnale preoccupante – conclude Bortolussi – dettato, come dimostra anche questa indagine, dalle misure sempre più restrittive imposte dalle banche alle imprese. Pertanto, questa situazione rischia di indurre molte imprese, soprattutto al Sud, a ricorrere a forme di approvvigionamento del credito in maniera irregolare, con il pericolo di un forte aumento dell'usura e delle attività estorsive".
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