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Ibm anno 2014: il new business è cloud, analytics, mobile, social e lo si fa con i partner

Nicola Ciniero, presidente e AD di Ibm Italia, all'incontro annuale con i Business Partner indica le nuove frontiere tecnologiche e di business da Ibm.

Vendor
"Quest'anno è la svolta, tutto ciò che è c’è stato nel passato non tornerà mai più. E’ un momento importante per Ibm e per i partner che devono capire come ingaggiarsi in una modalità diversa nei confronti del mercato e dei clienti”. E'  Nicola Ciniero, Presidente e Amministratore Delegato di Ibm Italia, ad aprire l’appuntamento annuale dedicato ai Business Partner con cui Ibm vuole continuare a fare business in un mercato in profonda trasformazione. E sono i nuovi paradigmi tecnologici, le frontiere più innovative, quelle a cui guarda Ibm: Cloud computing, Analytics, Mobility e Social... è lì che si svilupperà il business. Basti dire che in Italia nel corso del 2013 il mercato identificato da Ibm come  Cams -  appunto Cloud, analytics, mobile e social - ha rappresentato il 35% del mercato e si prevede che nel 2016 arriverà al 46%.
“Significa che nel 2015 il mercato sarà diviso in due – 50% IT tradizionale e 50% IT innovativa. E’ su questi numeri che occorre fare una grossa riflessione nel momento in cui si vanno a definire modelli di offerta e di go-to-market. Si tratta di capire una volta per tutte cosa si vuole fare e dove si vuole stare: sul mercato tradizionale, su quello più innovativo a maggior valore o da entrambe le parti. E’ da qui che si declina il futuro delle aziende vincenti e perdenti siano esse produttori od operatori di mercato. Da parte sua Ibm, nella sua storia lunga oltre 100 anni, ha sempre cercato di disegnare il proprio futuro anticipando i mercati e focalizzandosi sull’aree a valore. Ed è quello che vuole continuare a fare.”
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Nicola Ciniero, Presidente e Amministratore Delegato di Ibm Italia
Come spesso accade incontrando Ciniero, c’è  una vena di ottimismo nelle sue parole“Non dobbiamo continuare a piangerci adosso perché il mercato decresce. Molte fonti riportano che anche nel 2013 il mercato è sceso tra il 4 e il 6%; l’errore sta nel continuare a a misurarlo con i vecchi sistemi. Il mercato è decresciuto anche per il fatto che molti processi sono stati portati in outsourcing all’estero; molte aziende hanno trasferito le sedi  all’estero e non fatturano e comprano più in Italia e quindi è venuto a mancare un certo tipo di business.” Secondo Ciniero, invece, ci sono anche segnali forti che fanno ben sperare. Il riferimento va alla ritrovata crescita del mercato PC dopo anni bui, e al fatto che che per la prima volta le vendite dei device mobili hanno superto quella dei dispositivi fissi. “Mai come oggi possiamo contare su una disponibilità di device intelligenti; ora tutta questa intelligenza deve essere abilitata con i contenuti, servizi e soluzioni”. 
Ibm stessa è in trasformazione; negli anni ha ridisegnare la propria strategia:  “Oggi stiamo entrando in una nuova era dell’IT; due anni fa Ibm ha tracciato la strada del cognitive computing con l’annuncio di Watson, che sta diventando un riferimento per il mercato, il cui l’algoritmo di pensiero è calibrato sulla lingua nativa di riferimento. Il cognitive computing se da una parte coinvolge quei mercati dove c’è lo sdoganamento della lingua e di conseguenza lo sdoganamento intellettuale dall’altra traguarda Watson come browser di dati intelligenti per fare computing cognitivo con i grandi big data e gli analytics all’interno delle aziende”.

Tre obiettivi strategici
Oggi la strategia Ibm a livello mondiale segue tre direttrici principali costruire nuovi mercati trasformando industrie e professioni attraverso i dati -  dati che diventano la nuova risorsa naturale, alla base del nuovo vantaggio competitivo. “Il fatto che ogni giorno vengono generati 2.5 miliardi di dati deve farci riflettere”;  ricostruire l’IT aziendale nell’era del cloud computing. L’emergere del cloud trasforma l’IT e i processi di business in servizi digitali. Il cloud apre la strada a nuovi modelli di business. “E il cloud corre veloce; molti lo stanno facendo senza dirlo”abilitare nuovi sistemi di ingaggio per le imprese. Social, mobile, accesso senza limiti ai dati. Cambia il modo in cui le organizzazioni si mettono in relazione con gli individui e ne comprendono le esigenze. “Non possiamo più parlare con i clienti in modo tradizionale; dobbiamo interlocuire in modo innovativo con i diversi utenti tenendo conto dei i differenti comportamenti di acquisto”. 

La questione dei server x86 e la portata del modello SoftLayer
Ciniero non si è potuto esimere dal commentare la questione relativa alla vendita dei server x86 a Lenovo lo scorso gennaio; processo che verosimilmente si chiuderà tra luglio e settembre con deployement nel 2015. “Per intendersi: non si tratta di una dismissione come quella fatta per i pc sempre con Lenovo. Nel 2014 abbiamo ancora da fare tutti i target e budget sui server Intel x86. E per cinque anni continueremo a sviluppare e supportare queste piattaforme per conto di Lenovo. Senza dimenticare che tutti i patents di Pure System rimangono a Ibm; un’offerta fondamentale, base delle nostre applicazioni cloud del futuro”.
Ciniero non si stanca di ricordare che questa è la modalità di procedere seguita da sempre da Ibm. Lo ha fatto in precedenza per tecnologie quali dram, reti, hard disk, personal computer, stampanti, retail store solution,... Oggi è la volta dei server x86“Non appena i mercati diventano commodity Ibm alza la barra. E’ un mercato che non finisce ma prende una collocazione che interessa meno a Ibm. Non abbandoniamo il mondo Intel ma lo approcciamo in modo diverso.”
Sì, perché la nuova frontiera a cui guarda Ibm è quella di SofLayer, acquisita lo scorso luglio, che apre a una prospettiva infrastrutturale di servizio. “E’ un sistema facile da utilizzare; un’infrastruttura as a service, che si vende come se fosse hardware”. Introduce un modello di business facile da utilizzare che permette agli utenti di configurarsi il proprio ambiente e di crearsi il proprio sistema informativo a 360 gradi.
“SoftLayer consente di smaterializzare tutti i Capex all’interno delle aziende e di trasformarli in Opex, spalmando le spese nel tempo con la possibilità di avere più disponibilità di cassa per fare investimenti necessari alle aziende”.
Per Ibm SoftLayer significa 1,2 miliardi di dollari di investimenti, 40 data center a livello mondiale, 21 mila clienti già attivi, raddoppio delle capacità. E’ favorevole il confronto coi competitor: 24 delle prime 25 aziende della classifica Fortune 500 utilizzano cloud Ibm; ospita il 30% in più di siti rispetto ad Amazoncentinaia di configurazioni hardware contro 14 di Amazon e circa 2.000 Api contro circa 60 di Amazon…Senza dimenticare che Ibm da 102 anni è focalizzata solo sull’IT a differenza di altri.
E anche in Italia il mercato e l’ecosistema SoftLayer sono già attivi e poggiano su un ecosistema indirizzato da Business Partner, Msp e Isv. Ad oggi l’infrastruttura ha Sap come piattaforma Erp di riferimento per il cloud e si focalizza su aree a forte crescita quali mobile, analytics, e-commerce. E perché no? “SoftLayer può diventare la chiave di modernizzazione per il Paese nell’Agenda Digitale”, auspica Ciniero.
E il tutto sembra essere un business interessante anche per l'ecosistema dei partner. “Nel futuro si comprerà sempre meno hardware;  e Ibm ha un porfoglio software completo ed esteso. La grossa sfida per Ibm è riuscire a a far crescere una piattaforma di valore sopra questa piattaforma hardware sia logica che fisica”. Con SoftLayer Ibm conta di sparigliare il mercato“E’ un paradigma di portata esagerata: ed è un business prima di tutto per i reseller, che possono diventare l’anima fondamentale del modello. Ma lo è anche per i distributori in grado di coinvolgere sia i rivenditori chea loro volta vendono all’utente finale l’offerta arricchita sia vendere l’offerta classica di bar metal”.
E’ incisivo il messaggio di chiusura di Ciniero alla platea di Business Partner“Lo sforzo più grande da fare nel 2014 è quello di gestire il cambiamento. Bisogna muoversi in modo molto più veloce verso nuove aree di crescita, comprendere come cambiano i modelli di business, investire sempre di più sulle competenze, parlare con nuovi interlocutori, valorizzare le diversità all’interno della rete, integrarsi in modo innovativo per essere leader nei nuovi mercati. Ibm sta cercando di creare nuove competenze per parlare a nuovi interlocutori e diversificare rispetto ai competitor. È un mercato che corre indipendentemente dalla nostra volontà: o lo cavalchiamo o veniamo travolti. Non perdete l’opportunità di fare questo viaggio con noi”, conclude.il top manager di Ibm.
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