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Ibm, l'operazione Lenovo non ferma le vendite server x86

"Nella prima metà dell’anno la crescita complessiva in valore dei server è stata del 4% circa e su questo positivo risultato, in controtendenza rispetto al generale clima economico che si respira in Italia, la dinamica di vendita della componente System X è stata determinante", puntualizza Paolo Sangalli, Director Systems & Technology Group di IBM Italia.

Vendor
 La vendita a Lenovo della componente server e storage di volume, quella basata su sistemi Intel x86, annunciata da Ibm nel gennaio scorso, la cui conclusione dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno, non ha influenzato negativamente i risultati di vendita che si sono evidenziati in Italia nel corso di questi mesi.
ibm-paolo-sangalli.jpgLo afferma Paolo Sangalli, Director Systems & Technology Group (STG) di IBM Italia. “Nella prima metà dell’anno la crescita complessiva in valore di sistemi server è stata del 4% circa e su questo positivo risultato, in controtendenza rispetto al generale clima economico che si respira in Italia, la dinamica di vendita della componente System X è stata determinante. Eccellente è stata la domanda di sistemi storage, un segmento che continua a essere in cima alla classifica degli investimenti aziendali”. 
Nell’opinione di Sangalli la domanda di server in Italia non è trainata da particolari applicazioni o soluzioni, ma è da ricondurre a un generale ammodernamento e rinnovo tecnologico delle infrastrutture. “Il cloud è una tendenza sulla quale molte aziende si stanno confrontando, ma ci vorrà tempo prima che questo fenomeno si manifesti pienamente nelle imprese italiale. E comunque, aggiunge Sangalli, quando si evidenzieranno investimenti in quella direzione, saranno prevalentemente investimenti che porteranno alla creazione di ambienti ibridi”.
L’operazione Lenovo non ha quindi creato alcuna discontinuità sul mercato? “La fiducia nella nostra capacità di soddisfare le richieste non è mai venuta meno. Si è rispettata la roadmap indicata a inizio anno, puntualizza Sangalli, con aggiornamenti tecnologici e nuovi annunci, come testimoniato dall’introduzione dei sistemi Xeon E5-2600 di questi giorni. Certo, in questa fase di transizione, non è stato semplice mantenere la focalizzazione necessaria, ma l’evidenza dei risultati dimostra che la nostra organizzazione ha saputo muoversi senza creare nessuna discontinuità rispetto al passato”.
Cosa succederà una volta formalizzata la cessione? “Le competenze e risorse attualmente esistenti opereranno sotto il brand Lenovo. A noi rimarrà l’onore e l’onere di sviluppare ed evolvere tutta la componente tecnologica Power e Mainframe con l’obiettivo di estendere e consolidare i rapporti con ISV e terze parti. Sono del tutto convinto che esistono i presupposti per creare nuove opportunità di mercato nelle aree a valore tipicamente indirizzate dai sistemi Power”.
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