Berlusconi va da Napolitano, si affacciano tante ipotesi

Il leader della Lega, Umberto Bossi, rientrando a Montecitorio dopo il confronto con il presidente del Consiglio, ai cronisti ha detto: Berlusconi va dal Presidente della Repubblica a dimettersi? "Aspettiamo qualche minuto, al Quirinale decide cosa fare".

Autore: Redazione ChannelCity

Dopo la sonora sconfitta, almeno di queste dimensioni, il premier Silvio Berlusconi ha lasciato Palazzo Chigi per recarsi al Quirinale per un colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
L'esito del voto di oggi alla Camera ha mostrato la situazione reale: "la maggioranza non c'è più". Il rendiconto dello Stato è,infatti, passato con 308 sì, otto voti sotto la maggioranza assoluta, un astenuto e 321 non votanti, come già previsto con l'astenzione di tutta l'opposizione. 
Il voto, se sotto il profilo tecnico è un via libera al consuntivo del bilancio dello stato, sotto quello politico può essere considerato una vera e propria sconfitta, con otto voti in meno per il governo rispetto ai numeri che lo stesso premier era convinto di avere.
"Otto 'traditori', come li ha definiti un furente Silvio Berlusconi al termine dello scrutinio.
Il premier lo ha scritto su un foglio che gli era servito in precedenza per prendere qualche appunto: "308 -8 traditori". E poco sotto ha aggiunto "ribaltone", poi "voto".
Ci sono anche le frasi "prenda atto" e "rassegni le dimissioni", probabilmente scritte mentre parlava il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che proprio quello chiedeva al presidente del Consiglio.
Le ultime due parole scritte dal premier sul foglio sono "Pres Repubblica" e "una soluzione".
A conclusione della seduta, Berlusconi è rimasto seduto al suo posto a controllare i tabulati del voto di qualche minuto prima.
Poi fermandosi a parlare con alcuni deputati Pdl avrebbe detto: ''E' chiaro ed evidente che c'è un problema di numeri, ora serve subito una riflessione per decidere sul da farsi''.
Berlusconi, raccontano, è determinato ad andare avanti fino in fondo, altrimenti, l'unica strada sarebbe il voto. A questo punto o si va al voto anticipato o governano loro, avrebbe polemizzato con una battuta il Cavaliere, riferendosi alle opposizioni.
Prima di "salire al Colle", il Cavaliere ha presieduto un vertice di maggioranza a palazzo Chigi per decidere sul da farsi.
Sul tavolo restano varie opzioni. La più accreditata è che Berlusconi verifichi una maggioranza solida sulle misure anticrisi e chieda la fiducia in Parlamento, possibilmente prima al Senato, bissando così lo schema del 14 dicembre.
Alla riunione a Palazzo Chigi ha partecipato anche il leader della Lega Umberto Bossi, che, rientrando a Montecitorio dopo il confronto con il presidente del Consiglio, ai cronisti ha detto: Berlusconi va dal Presidente della Repubblica a dimettersi? "Aspettiamo qualche minuto, al Quirinale decide cosa fare".
Prima del voto, il leader della Lega aveva riferito di aver chiesto al premier ''un passo laterale''. E alla domanda se i leghisti spingessero per l'indicazione di Alfano come successore a Palazzo Chigi, aveva replicato: "Sennò chi mettiamo, il segretario del Pd?".
Giuliano Ferrara, in collegamento con il Tg3, ha dichiarato: ''Ho sentito Berlusconi, è incerto, non sa bene cosa fare''.
Dal tabulato che registra il voto elettronico emerge che dei 308 che hanno votato "SI" fanno parte i 25 deputati di Popolo e territorio, i 59 della Lega e i 209 del Pdl su 214 .
Oltre ad Alfonso Papa, che è agli arresti domiciliari, non hanno partecipato al voto Roberto Antonione, Fabio Gava e Giustina Destro, mentre Gennaro Malgieri è arrivato in ritardo ma ha spiegato in Aula che comunque avrebbe votato sì.
Unico astenuto Franco Stradella, sempre del Pdl.
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani , prendendo la parola in aula alla Camera, ha commentato: il voto di oggi "certifica che la maggioranza non c'è più". "Io non oso credere - ha detto rivolto a Berlusconi - che lei non faccia questo passo e sia chiaro che se lei non lo dovesse fare le opposizioni valuteranno mosse ulteriori".
Ora la parola spetta al presidente, Giorgio Napolitano, "...noi - ha sottolineato il segretario del Pd - faremo la nostra parte per il Paese".

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