Prima di formulare le previsioni 2009 iniziano a sottolineare che in Italia il settore dell’Informatica
nel corso del 2008 ha subìto un rallentamento molto più forte rispetto a quello dell’IT degli altri Paesi, infatti, a fronte di una media europea del 3,8%, l’It italiana è cresciuta sol
o dello 0,8%. “E’ un divario molto forte rispetto agli altri paesi - ha sottolineato
Giancarlo Capitani, amministratore delegato di Netconsulting nel presentare i dati del
Rapporto Assinform 2009 - che non consente al Paese di recuperare i forti ritardi che ha accumulato soprattutto negli ultimi cinque anni”. A livello di soggetti d’impresa hanno ridotto in modo consistente i loro budget IT le piccole e medie imprese e le grandi aziende, mentre hanno tenuto un po' meglio le medie, distinguendosi come il soggetto più capace di innovare in questo momento.
Anche l’andamento della PA (nelle componenti Pal, che spende di più e Pac, che invece riduce gli investimenti)
è stato poco soddisfacente;
il dato più negativo ha però riguardato il calo della spesa It nelle famiglie, che è passato da un +10,5 % del 2007 a un +4,4% 2008; anche le famiglie fanno i conti con una minore disponibilità di risorse finanziarie.
In Italia la spesa in It è ancora troppo concentrata sulla fascia alta delle imprese italiane (le 3000 imprese che hanno un organico al di sopra dei 250 dipendenti cubano per circa il 57% della spesa totale), tale per cui la concentrazione della spesa ha creato una maggiore intensità competitiva tra operatori del mercato, determinando una riduzione più forte delle tariffe professionali rispetto ad altri paesi.
Sono
le medie imprese, pur in una situazione di rallentamento e difficoltà,
che hanno realizzato il maggior incremento della spesa +1,2% (contro il + 0,7% delle grandi e il -0,7% delle Pmi).
[tit:L’hardware in picchiata]
Forte rallentamento del hardware, dovuto in particolar modo all’allungamento dei cicli di sostituzione delle tecnologie; è un fenomeno
che sta proseguendo nel 2009, dererminando una forte penalizzazione di questo comparto, tanto che per il 2009 molte società di analisi di mercato stimano un decremento del hardware del 15% a livello mondiale. Tuttavia,
sono stati venduti quasi 6 milioni di Pc nel 2008 di cui circa 800 mila netbook. “I fenomeni di downpricing che affligono questo mercato e il successo dei netbook, ha spiegato Giancarlo Capitani, hanno accentuato la forbice tra crescita a valore e quella a volumi.
Si registrano infatti alti tassi di crescita dei volumi, ma bassi tassi di crescita dei valori”.
Sotto il segno della continuità deve essere vista
la crescita molto insoddisfacente dei servizi, dovuta sia all’avvio di un numero inferiore di nuovi progetti e di progetti innovativi sia per il perdurare del fenomeno del downpricing delle tariffe professionali.
[tit:Saldo negativo prima volta anche nelle Tlc]
Per la prima volta nella storia italiana dell’Ict le
telecomunicazioni hanno riportato il segno meno nella crescita (-0,2%). E’ una decrescita di tipo strutturale, lagata al momento di transizione che il settore sta attraversando da una prevalenza di servizi di connettività a una prevalenza di servizi a valore.
Nel corso del
2008 è cresciuta la componente di telefonia mobile, anche se con ritmi di crescita lontani da quelli che hanno caraterizzato il passato (+ 1,3%), rimando la componente più rilevante (dopo il passaggio tra il 2004-2005). Invece è
decresciuta la telefonia fissa (1,9%).
Nel segmento Tlc i
segnali positivi arrivano dalla costante crescita degli accessi a banda larga, a due cifre ( +12,3%), che trainano i servizi forniti su rete fissa, ma anche i servizi su larga banda mobile, la cui offerta crescerà molto. Sono stati superati gli
11 milioni di accessi a banda larga, con una velocità che però non riesce a compensare il ritardo rispetto all’Europa, dove il livello di penetrazione della banda larga è più elevato.
La telefonia mobile, pur rimanendo sempre una componente dinamica all’interno delle Tlc,
inizia ad avere ritmi tipici di un mercato in saturazione: a
fine dicembre 2008 si sono registrate 92 milioni di linee attive, con crescita rallentata (-9 punti percentuali rispetto al 2007). La saturazione risulta ancora più evidente se si guarda al numero di utenti di telefonia mobile che ha raggiunto i 46 milioni. Ciò sta a significare che esistono almeno due linee attive per utente e per questo è un ambito del mercato Tlc che andrà alimentato con un consumo di servizi a valore piuttosto che una estensione di numero di linee nuove.
[tit:Un 2009 a tinte fosche]
Di fronte a uno scenario di questo tipo le previsioni appaiono molto negative per tutti i paesi; proseguirà la fase di recessione sincronica delle economie.
Ma da dove potrebbe arrivere la ripresa? Non dagli investimenti né dai consumi;
sarà più rapida e vigorosa nei Paesi che avranno messo in campo le politiche anticrisi migliori, corredate da risorse finanziarie adeguate. Significa quindi che se il settore privato non saprà esprimere una domanda così forte da riavviare un ciclo di ripresa bisognerà affidarsi alle politiche del Governo. Guardando alle risorse messe in campo dai vari Governi (incentivi, ammortizzatori sociali) al netto dei programmi preesistenti ne esce un quadro in
cui l’Italia mette in campo risorse pari allo 0,3% del Pil contro quasi il 6% degli Stati Uniti e il 4% della Spagna. Un risultato che non fa certo bene sperare.
Niente di positivo di riflesso neanche per l’Ict, le cui previsioni indicano un decremento dell’1,9% per il 2009 con andamenti molto diversi per i due comparti: per l’It si prevede un decremento del 5,9%, per le Tlc una crescita dello + 0,7%. Se si osserva
il mercato l’It risente molto dell’andamento dell’economia perché a differenza del mercato delle Tlc, fatto da utenti individuali e famiglie, è per il 95% generato da imprese, il cui andamento degli investimenti influisce sull’andamento dell’IT.
Nel 2009 si registrerà un ulteriore decremento del hardware di quasi il -6%; perdurerà il segno fortemente negativo dei servizi e anche il software riporterà un andamento poco entusiasmenate passando da un segno positivo del 2008 su 2007 a un segno negativo.
Per le Tlc si assisterà a un ulteriore calo dei ricavi da rete fissa con però lieve ripresa dei servizi mobili (per servizi veicolati da banda larga mobile). Per la componente apparati ci si aspetta una lieve crescita (+0,3%) per l’avvio di progetti infrastrutturali legati alla maggior chiarezza sulla rete di nuova generazione.
[tit:Provare con nuovi iniziative di business]
“Una contrazione della spesa così forte, ha sottolineato
Ennio Lucarelli, presidente di Assinform,
renderà difficile l’avvio di diversi programmi, in primis quello di Industria 2015, sia nazionale che nelle sue declinazioni regionali e locali". E’ un progetto ambizioso ma oggi è finanziato solo in minima parte.
Al
Governo, Lucarelli ha chiesto una decisa svolta sull’innovazione con urgenti contromisure: detassazione degli utili delle imprese investiti in innovazione digitale; incentivi all’innovazione inseriti in ogni iniziativa del piano anticrisi; fondi nazionali Fas (Fondo Aree Sottoutilizzate 2009-2011 circa 14 mld su cui deciderà il Cipe nella prossima riunione) per finanziare in progetto Industria 2015, in particolare il Piano e-Government 2012, il Fondo Ricerca e Competitività; un impegno sullo sviluppo dell’ecommerce che aiuti le Pmi italiane ad affrontare nuovi mercati; la ripresa della strada delle liberalizzazioni e del superamento dei monopoli.
[tit:Un circolo virtuoso: innovazione, investimenti Ict, crescita]
Non nel breve ma nel medio e, soprattutto, nel medio-lungo periodo
alcuni fenomeni contribuiranno a riavviare un ciclo di crescita su basi diverse rispetto al passato, che tenga conto della correlazione tra innovazione, investimenti Ict e crescita. Lo sostiene Giancarlo Capitani.
“L’Italia è cresciuta poco rispetto ad altri in virtù del fatto che ha investito poco in tecnologie incorporate nei processi, ha sostenuto. La carenza di innovazione declinata in tutti i livelli ha dato luogo a una carenza di innovazione di sistema, che manca a tutti i livelli non solo dell’information society. Bisogna intervenire rapidamente per crescere in termini di efficienza ed efficacia, recuprendo la crescita e il ritardo sull’innovazione E’ in questa chiave che va quindi misurato il comportamento delle imprese e delle pubbliche amministrazioni centrali e locali”.
Un fattore che può dare impulso al mercato Ict sono le medie imprese, che
si misurano sui mercati internazionali;
hanno un comportamento più orientato all’innovazione più che alla semplice riduzione dei costi. Sono imprese che combinano una riduzione dei costi intelligente, intesa come razionalizzazione, con azioni di innovazione supportate dall’It.
Un altro fattore che può contribuire alla ripresa rigurda il territorio, nelle sue principali declinazioni.
Lo sarà come contenitore di: sistemi produttivi ed eccellenze;
distretti industriali tradizionali che reagiscono alla crisi innovando;
poli di innovazione, attorno ai quali si possono creare centri di servizi;
economie esterne che possono favorire l’innovazione.
In questo senso sono due le iniziative a cui prestare attenzione:
la fiscalità di distretto, per favorire un’identita comune fra tutte le unità verso un interesse unico, e un
rating di filiera per le Pmi.
“L’Italia è un paese di territorio più che di impresa, ha dichiarato Capitani. Il passaggio dall’interpretazione del territorio come
insieme di piccole imprese che si muovono individualmente a quella di
territorio come insieme di filiere di piccole e medie imprese che cooperano, hanno transazione e lavorano a stretto contatto è una visione importante perché può dare luogo a iniziative e politiche innovative molto più efficaci”.
Bisogna dare luogo a un grande progetto innovativo per il Sistema Pease dove tutte le iniziative che guardano all’innovazione devono essere messe a sistema, per creare sinergie profonde fra tutte le iniziative.