I dispositivi IoT evolvono ma sono ancora vulnerabili

I dispositivi connessi sono generalmente considerati strumenti utili per rendere le nostre vite più semplici. Ma quanto sono sicuri dal punto di vista della cybersecurity? Le risposte in questa indagine di Kaspersky Lab.

Autore: Francesco Merli

I dispositivi connessi sono generalmente considerate opzioni utili per rendere le nostre vite più semplici. Ma quanto sono sicuri dal punto di vista della cybersecurity? Già nel 2015 i ricercatori di Kaspersky Lab avevano iniziato a studiare la gravità della minaccia che si cela dietro il mondo dell’Internet of Things. I risultati erano stati preoccupanti, così due anni dopo hanno condotto una nuova indagine: tra 8 dispositivi IoT selezionati casualmente – dal ferro da stiro smart a una macchinina dotata di videocamera – la metà è risultata hackerabile a causa di password deboli. Inoltre, solo un dispositivo ha soddisfatto i requisiti dei ricercatori, dimostrando di essere sicuro.

I dispositivi IoT sono essenzialmente device connessi alla rete, con tecnologie integrate che consentono di interagire tra di loro e con l’ambiente esterno. La loro vasta diffusione e varietà ha reso i dispositivi IoT un obiettivo interessante per i cyber criminali. Un esempio sono gli attacchi DDoS da record lanciati nel 2016 grazie a una estesa botnet composta da router, telecamere IP, stampanti e altri dispositivi.
Hackerando questi device i criminali sono in grado di ricattare o spiare le persone. Altri vettori di attacco possono essere ancora più pericolosi. Ad esempio, i dispositivi di rete domestici possono essere usati per condurre attività illegali oppure, ottenendo l’accesso a un dispositivo IoT, un cyber criminale può ricattare – e spiare – il suo proprietario allo scopo di estorcere denaro. Il dispositivo infettato potrebbe anche venire semplicemente reso inutilizzabile, sebbene questa non sia sicuramente l’ipotesi peggiore.

I ricercatori di Kaspersky Lab hanno quindi deciso di scoprire se i diversi report sui dispositivi smart e gli incidenti che li hanno visti coinvolti abbiano cambiato la situazione. Per scoprirlo, hanno nuovamente analizzato una selezione casuale di diversi prodotti IoT: un caricatore smart, una macchinina giocattolo controllata via app, una bilancia smart utilizzabile via app, un aspirapolvere smart, un ferro da stiro smart, una telecamera IP, uno smartwatch e la centralina di un sistema di smart home. Il risultato dell’indagine è preoccupante: tra gli 8 dispositivi esaminati, solamente uno soddisfaceva i requisiti di sicurezza stabiliti dai ricercatori. Inoltre, la metà dei dispositivi poteva essere compromessa e facilmente sfruttata grazie alla carenza di attenzione dedicata dal vendor all’impostazione delle password.
Infatti, i dispositivi avevano una password di default che non poteva essere cambiata, mentre in alcuni casi la password era persino la stessa per tutti i dispositivi della linea di prodotto.

“Kaspersky Lab monitora da anni il problema della sicurezza informatica dei dispositivi smart. Abbiamo pubblicato diversi report sulle minacce per l’IoT e l’aumento del livello di attenzione da parte dei vendor ha aiutato a diminuire il volume di prodotti smart non sicuri. Tuttavia, il problema è ancora presente e molti dispositivi possono ancora rappresentare un pericolo per i loro proprietari", evidenzia Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab. "Questo significa che c’è ancora molto lavoro da fare e che una collaborazione tra aziende di cyber sicurezza e vendor di dispositivi connessi è essenziale.


I ricercatori di Kaspersky Lab consigliano agli utenti di adottare le seguenti misure per evitare di acquistare dispositivi smart vulnerabili:
Per maggiori informazioni sulla sicurezza dei dispositivi smart è possibile leggere il blogpost su Securelist.com

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