Equo compenso: da oggi rincari per smarphone, pc, hard disk

Si parte da 4 euro per un televisore, per poi passare a 5,2 euro in più sugli smartphone, fino a 9 euro sulle chiavette Usb e, udite udite, fino a 32,20 euro per ogni computer e hard disk.

Autore: Redazione ChannelCity

Entrano in vigore oggi, con la pubblicazione delle tabelle in Gazzetta Ufficiale, i compensi dovuti per la cosiddetta legge sull'Equo Compenso, una ulteriore tassa decisa da un decreto del ministero dei Beni Culturali.
Si parte da 4 euro per un televisore, per poi passare a 5,2 euro in più sugli smartphone, fino a 9 euro sulle chiavette Usb e, udite udite, fino a 32,20 euro per ogni computer e hard disk.
Com'è noto, l'Equo Compenso è dovuto ai detentori di diritto d'autore e si applica su dispositivi contenenti una memoria. La legge è attiva dal 2003 ma le nuove tabelle applicano un raddoppio di prezzo rispetto a quelle precedenti, che risalgono a cinque anni fa.
Su alcuni prodotti, come i tablet, si arriva a una crescita in percentuale che sfiora il 20%, rispetto ai precedenti balzelli, e che porterà un rincaro non da poco al consumatore finale (visto che i produttori di hardware non si prenderanno a carico questo ulteriore costo) tanto che sono già sul piede di guerra le Associazioni dei consumatori.
Com'è noto l'Equo Compenso è una legge che tutele il diritto d'autore e consente di avere una copia personale, per sicurezza e backup, di un Dvd, un Cd, un Blu-ray. In cambio di questa possibilità, un decreto del 2003 stabilisce che sui dispositivi contenenti una memoria (che potenzialmente potrebbe ospitare la copia privata) deve esserci un sovrapprezzo. Consumatori, produttori sostengono che ormai pochissimi fanno copie private della musica comprata e questo non è altro che una legge obsoleta che carica di ulteriori sovraprezzi i prodotti visto che ormai è abituale ascoltare la musica in streaming o comprarla già in versione digitale.
Di contro la SIAE, che tutela gli autori ovvero il diritto d'autore, sostiene che è tutta colpa dei produttori hardware. "L'Italia ha i prezzi di smartphone e tablet più cari d'Europa e malgrado si paghi l'equo compenso molto più basso di Francia e Germania, i produttori hardware hanno deciso di scaricare sul consumatore il compenso che devono ai creativi e non vogliono rinunciare a un solo centesimo dei loro già straordinari fatturati".


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