Tornare in ufficio? La maggioranza dice no, grazie

Le evidenzia un ricerca di MobileIron nel quale emerge che il futuro del lavoro è ovunque: secondo i risultati l'80% dei dipendenti non intende tornare in ufficio a tempo pieno. Emerge anche che è sempre più importante la sicurezza dei dispositivi mobili, delle app e degli utenti: questa dovrà essere la principale priorità per ogni CIO perché i dipendenti lavoreranno in ogni luogo nella nuova ‘Enterprise Everywhere’.

Autore: Redazione ChannelCity

MobileIron ha annunciato i risultati di un nuovo sondaggio, che ha rivelato che oltre l'80% delle persone non vorrebbe tornare a lavorare in ufficio a tempo pieno, nonostante un dipendente su tre (30%) abbia affermato che ritrovarsi separato dal proprio team sia stato il maggiore ostacolo alla produttività durante il lockdown.
La pandemia Covid-19 ha chiaramente cambiato il modo in cui le persone lavorano e ha accelerato il trend al lavoro a distanza. Ciò ha anche creato nuove minacce di sicurezza per i reparti IT, poiché i dipendenti utilizzano sempre di più i propri dispositivi personali per accedere ai dati e ai servizi aziendali.

Alle criticità poste dalla nuova 
“Everywhere Enterprise” - in cui dipendenti, le infrastrutture IT e clienti sono ovunque - si aggiunge il fatto che i collaboratori non considerano prioritaria la sicurezza. L’indagine ha infatti rilevato che un terzo dei lavoratori (33%) considera la sicurezza informatica un tema di minore priorità.
L'attuale ambiente di lavoro da remoto ha innescato anche un nuovo panorama di minacce, con malintenzionati che prendono di mira sempre di più i dispositivi mobile con attacchi di phishing. Questi attacchi, dai più semplici a quelli più sofisticati, hanno buone probabilità di successo, pur considerando che molti dipendenti sono inconsapevoli di come identificare ed evitare un attacco di phishing. Lo studio ha rivelato che il 43% dei dipendenti nel mondo non è in grado di riconoscere un attacco di phishing.

"I dispositivi mobile hanno accesso a tutto, ma la maggior parte dei dipendenti dispone di misure di sicurezza inadeguate che consentono agli hacker di continuare ad avere successo", ha affermato Riccardo Canetta, Regional Sales Director, Mediterranean Area di MobileIron. "Gli hacker sanno che le persone utilizzano liberamente i loro dispositivi mobile oggi insicuri più che mai, per accedere ai dati aziendali e li prendono di mira sempre più spesso con attacchi di phishing. Ogni azienda dovrebbe implementare una strategia di sicurezza incentrata sui dispositivi mobile che dia la priorità alla User Experience e consenta ai dipendenti la massima produttività su qualsiasi dispositivo, ovunque e senza compromettere la privacy personale.


Dall’indagine ‘Everywhere Enterprise’ sono state individuate quattro diverse tipologie di dipendenti che, a seguito del lockdown, utilizzano i loro dispositivi mobile in modo differente a seconda delle rispettive mansioni, rivelando diverse criticità:
L’ambiente hybrid di Henry:  L’ambiente mobile di Molly:  L’ambiente desktop di Dora:  L’ambiente in prima linea di Fred:
"Con così tanti dipendenti che, come mai prima d'ora,  sfruttano i dispositivi mobile per rimanere produttivi e lavorare da qualsiasi luogo, le organizzazioni devono adottare un approccio di sicurezza Zero Trust per essere sicure che solo dispositivi, app e utenti affidabili possano accedere alle risorse aziendali", ha continuato Canetta. “Le organizzazioni devono anche rafforzare le difese contro le minacce mobile, poiché i criminali informatici sfruttano sempre di più messaggi di testo e SMS, i social media e le app di messaggistica che consentono la condivisione di link con attacchi malevoli. Per impedire l'accesso non autorizzato ai dati aziendali, le imprese devono assicurare controlli anti-phishing continui, che vadano oltre la posta elettronica, per proteggere gli utenti ovunque lavorino, su tutti i dispositivi che utilizzano per accedere alle risorse".

La ricerca ha condotto interviste su 1.200 lavoratori negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, Germania, Paesi Bassi, Australia e Nuova Zelanda. A 
questo link si può scaricare una copia della ricerca

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