Arduino, un'altra (triste) storia italiana

Il progetto è uno dei grandi successi del movimento Open Hardware. Tra i fondatori, tuttavia, si è creata una profonda spaccatura sulla paternità del marchio.

Autore: Redazione ChannelCity

Le sperimentazioni sugli oggetti connessi, in questi anni, si sono potute moltiplicare anche grazie allo sviluppo del fenomeno Arduino. Emblema del movimento Open Hardware, il progetto si fonda su una scheda blu che ospita un circuito stampato e un microcontroller. Ideale per la prototipazione rapida o la creazione di semplici installazioni, quasi tutti gli elementi del suo design sono diffusi in modalità libera, cosa che ha permesso di sviluppare un ecosistema di costruttori in grado di proporre le proprie estensioni (Shields).
Rapidamente adottato dai cosìddetti makers, tutto faceva pensare a un successo destinato a durare nel tempo. Invece, fra coloro che hanno avviato Arduino è recentemente scoppiata una rivalità interna, che oggi oppone quattro dei fondatori del progetto al quinto, Gianluca Martino.
Il conflitto trova origine a partire dal 2008, quando il set di componenti ha iniziato a diffondersi. Nel momento in cui la società depositò il marchio Arduino negli Stati Uniti e in Europa, Gianluca Martino fece altrettanto in Italia, senza però informare i suoi quattro partner. La protezione degli investimenti fu addotta come giustificazione e per un po' questo ha garantito la prosecuzione dell'esperienza comune.
Le parti sono oggi ai ferri corti poiché Gianluca Martino, titolare della società Smart Projects, chi produce le schede Arduino in Italia, da circa un anno non versa più royalties al resto del gruppo fondatore. Smart Projects, anzi, ha cambiato nome in Arduino Srl, ha lanciato un nuovo sito Web e oggi si presenta come unico inventore di Arduino.
Di fatto, oggi esistono due siti: Arduino.cc rimane il rappresentante dei quattro fondatori originali del progetto, mentre Arduino.org è l'organo ufficiale della nuova società creata da Martino. Su quest'ultimo, è possibile leggere una nota firmata da Federico Musto, nuovo amministratore delegato di Arduino Srl, che ammette l'esistenza di un disaccordo tra gli ideatori del progetto open source, ma non entra nei particolari e si limita ad assicurare la buona fede.
Nell'attesa, questa fronda sta già causando diversi problemi. Privato del proprio produttore, il sito Arduino.cc sta affrontando problemi di stock e i clienti vengono invitati a dirigersi verso differenti rivenditori. Sono in corso procedimenti giudiziari per stabilire di chi sia la paternità del marchio Arduino, tanto negli Stati Uniti quanto in Italia.

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