HPE Discover 2015: Meg Whitman,

Alla prima edizione nella nuova veste, HPE ribadisce il valore della nuova azienda più agile e veloce per abilitare l’economia delle idee che si trasformano in realtà. Il primo tassello evolutivo verso il cloud ibrido è la Composable Infrastructure.

Autore: Barbara Torresani

Il prossimo capitolo delle infrastrutture IT proposto da Hewlett Packard Enterprise sta per essere scritto. Dal palco del Discover di Londra lo ribadisce Meg Whitman, Ceo di Hewlett Packard Enterprise, a clienti e partner – oltre 13 mila qui alla kermesse londinese – focalizzando una volta di più il valore di HPE dopo la separation da HP Inc. “E’ il primo Discover nella veste di HPE. E’ un momento entusiasmante per noi tutti: per HPE, partita lo scorso novembre come realtà più agile e snella pronta ad abilitare l’Economia delle Idee sul mercato, ma allo stesso tempo per partner e clienti che lavorano con noi e ci rappresentano. Se siamo e saremo più veloci lo sarete anche voi e ciò gioverà a tutti; tutto ciò farà da volano per proporre e portare sul mercato nuove idee in modo più innovativo, rapido ed efficace così come nuovi modelli di business, applicazioni e servizi”.

Meg Whitman, Ceo di Hewlett Packard Enterprise
Un discorso lineare, sintetico e riassuntivo quello della Whitman, volto a confermare vision e commitment già presentati nel corso degli ultimi periodi – e, di recente, anche in Italia da Stefano Venturi, Managing Director di HPE Italia- che vanno a corroborare la posizione di HPE sul mercato quale vendor in grado di accelerare verso i nuovi paradigmi tecnologici e assecondare l’evoluzione dell’IT nell’era digitale: Siamo nella posizione migliore per agevolare la trasformazione delle infrastrutture IT aziendali. Un’IT oggi più agile, dinamica e flessibile che risponde ai requisiti della customer experience”.

La velocità è la discriminante principale: 'Accelereting Next’ è il motto della nuova realtà che, come spiega Whitman: “ha portato avanti un processo di separazione complesso con rapidità ed efficacia, come nessun’altra azienda è riuscita a fare prima”. Speed enables time to value”, enfatizza. Una velocità che ha riguardato prima di tutto il processo di separazione della storica Hewlett Packard in due entità distinte: presente in 120 paesi al mondo con 300 mila dipendenti, 20 mila clienti, 150 mila partner, che,  in meno di tre mesi ha separato processi, interfacce e applicazioni. “Oggi siamo molto più focalizzati di prima per accelerare tutto a partire dal cambiamento, mettendo in campo una combinazione di hardware, software e servizi che portano le aziende a navigare nel New Style of Business”.
Già: il New Style of Business tanto caro alla Withman che ne è la prima promotrice e poggia su quattro aree sinergiche e complementari: la trasformazione dell’IT aziendale in un'infrastruttura ibrida (transform); la protezione della digital enterprise (protect); il potenziamento delle organizzazioni data-driven (empower); l’abilitazione del workplace moderno (enable).Nessuno è escluso da questo viaggio nell’Era Digitale; noi possiamo accompagnarvi a farlo con i partner giusti”, conclude Meg Whitman nel cedere la parola ad alcuni executive che dettagliano le prime novità tecnologiche. 

Le quattro aree di trasformazione
Il cloud ibrido si fa con un’infrastruttura componibile
 
Secondo HPE il cambiamento è una costante di sempre; i processi evolutivi ci sono sempre stati, ma mai come oggi coesistono gli elementi per abilitare la trasformazione nei processi, nelle industrie, nei prodotti. Una sfida ma anche una grande opportunità per tutti, su scala globale, dove i confini sfumano e la competizione abbraccia nuovi attori e geografie. Nell’Idea Economy hanno successo le “ideas intensive company”: il riferimento va alle sempre menzionate BlaBlacar, Uber, Spotify, saleforce.com, in grado di capitalizzare idee innovative, abilitando logiche moderne e in cui si fa spazio a un modello di community. E, dove, come più volte ribadito, il tempo e la velocità sono elementi distintivi.
Il New Style of Business si propone di accelerare la Digital Transformation attraverso le quattro declinazioni della trasformazione. Un primo annuncio corposo di Discover 2015 si colloca nella prima area, quella della trasformazione delle infrastrutture nella forma ibrida: “L’infrastruttura ibrida è la nuova realtà, afferma Antonio Neri, Executive Vice President and General Manager of the Enterprise Group at HPE, che cita una ricerca secondo cui il 72%  dei partecipanti afferma che il cloud sarà la principale direzione del prossimo biennio.  E HPE: “E’ il partner numero 1 per trasformare le infrastrutture in una logica ibrida puntando sulle partnership tecnologiche”. E il riferimento va qui a Microsoft (qui annunciato un accordo sul fronte cloud), ma anche Red Hat e VMware.
L’idea di fondo del cloud ibrido, è quella di combinare due mondi distanti che rispondono a logiche diverse e corrono a velocità differenti. Quello proposto da HPE vuole fare da ponte tra l’IT tradizionale, sicura, affidabile e stabile con quella moderna agile, veloce, innovativa. Fondamentale definire il giusto mix. Come? Identificando i requisiti di business, razionalizzando necessità applicative, settando i requisiti tecnologici  dell’infrastruttura. Gli step successivi prevedono il potenziamento dell’infrastruttura e l’ottimizzazione dell’ambiente con applicazioni e servizi. “HPE è il partner per definire il giusto mix”, un’affermazione quella di Neri supportata da una serie di numeri che inquadrano la posizione di HPE nell’Application Management, un processo end-to-end  che si spinge fino all'automazione e orchestrazione end-to-end: oltre 1 milione di applicazioni, 400 mila esperti tecnici, 24 Application Delivery Center, oltre 3.000 istanze di private cloud, oltre 600 managed cloud, senza dimenticare la rete di oltre 150  mila reseller e più di 2.500 partner ServiceOne Enterprise e gli oltre 90 training center presenti in più di 30 paesi. 
Per HPE garantire la possibilità di gestire la giusta combinazione dell’infrastruttura ibrida passa dal nuovo concetto infrastrutturale HPE Synergy presentato proprio nella cornice di HPE Discover 2015 (nome in codice Thunderbird): un’infrastruttura dove si combinano in modo dinamico e fluido elementi computazionali, di storage e di fabric network.
HPE Synergy poggia il suo modello di progettazione su tre elementi chiave: un pool di risorse fluide riunite in una singola architettura – costituito dalla combinazione di elementi computazionali, storage e fabric networking componibili e ricomponibili a seconda delle necessità applicative variabili delle organizzazioni, con capacità di auto integrarsi e in grado di supportare tutti i tipi di workload dal fisico al virtuale per spingersi fino ai conteiner; un’intelligenza definita dal software che prevede l’utilizzo di un catalogo di templete predefiniti per scoprire, assemblare e comporre i carichi di lavoro in modo dinamico con aggiornamenti ripetibili e senza criticità; e un’ API unificata - una singola linea di codice per astrarre ogni elemento dell’infrastruttura e garantire una programmazione completa dell’infrastruttura, un’interfaccia bar-metal per l’Infrastructure as a service.
E' la prima novità relativa a una delle qauttro aree di trasformazione. Se ne attendono altre negli altri ambiti.

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