Un nuovo studio condotto da Jabra e dalla London School of Economics and Political Science prevede che entro il 2028 la modalità “voce” diventerà mainstream grazie all’adozione dell'IA generativa
Autore: Redazione ChannelCity
Jabra ha rilasciato i risultati di un nuovo studio globale, condotto in collaborazione con la London School of Economics and Political Science (LSE), che esplora come l'interazione vocale con l'Intelligenza Artificiale generativa plasmerà il futuro del lavoro. Realizzato presso il Behavioural Lab for Teaching and Research della LSE, lo studio prevede che entro il 2028 la “voce” sarà il metodo principale di interazione con l’IA generativa. I primi utenti stanno già dimostrando una chiara preferenza e una maggiore fiducia quando parlano con l'IA, ma la ricerca avverte anche che questo cambiamento avrà successo solo se le aziende colmeranno subito le lacune critiche.
I risultati dello studio arrivano in un momento in cui i lavoratori hanno più strumenti che mai per connettersi, ma molti continuano ad avere difficoltà a collaborare in modo efficace. Il lavoro ibrido, la globalizzazione e le modalità della comunicazione online hanno creato livelli crescenti di “debito digitale”, lasciando i dipendenti con più messaggi ma meno tempo per lavorare in modo produttivo. Lo studio ha esaminato come si presenta il lavoro quando è alimentato dall’IA generativa vocale e come questa potrebbe cambiare la dinamica del contesto.
Paul Sephton, Global Head of Brand Communication di Jabra, ha dichiarato: "L'IA generativa sta ridefinendo il modo in cui viene svolto il lavoro, ma solo se le persone sono in grado di interagire con essa in modo naturale ed efficace. Questa ricerca conferma che la voce è destinata a diventare l'interfaccia principale con l'IA. In Jabra, la nostra esperienza nel campo dell'audio professionale ci consente di rendere possibile questo futuro del lavoro, garantendo che - sia che ci si trovi alla propria scrivania, in una sala riunioni o in viaggio - la voce venga catturata con la chiarezza e la precisione richieste dall'IA generativa".
Il professor Michael Muthukrishna, della London School of Economics and Political Science, ha affermato: “I dati sono in linea con quanto previsto da molti amministratori delegati e esperti di tecnologia: il passaggio al conversational computing, ambito in cui parlare e ascoltare sono attività che iniziano a integrare o addirittura a sostituire la digitazione e la lettura. Il futuro non sarà plasmato da un'unica IA, valida per tutto. Sarà invece definito da un team di sistemi specializzati, tutti coordinati attraverso un'unica interfaccia in grado di comprendere al meglio”.
Essendo il primo studio di questo tipo, i risultati rivelano che la tecnologia voice-to-AI non è una visione lontana, ma una realtà emergente.