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Piccole imprese, le tasse sempre più un salasso

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Rispetto all’anno precedente, nel 2013 le micro imprese fino ai 10 addetti hanno subito un aggravio fiscale che oscilla tra i 270 e i 1000 euro.

L’allarme viene lanciato dalla CGIA di Mestre: rispetto all’anno precedente, nel 2013 le micro imprese fino ai 10 addetti hanno subito un aggravio fiscale che oscilla tra i 270 e i 1.000 euro. Certo, sono importi non pesantissimi, tuttavia sono andati ad aggiungersi ad un livello di tassazione complessivo che per le attività di questa dimensione si attesta mediamente tra il 53 e il 63 per cento.
Un “intervallo” record che non era mai stato raggiunto negli anni scorsi. Dalla CGIA ricordano che le aziende con meno di 10 addetti costituiscono il 95% delle imprese italiane. Ad esclusione dei lavoratori del pubblico impiego, queste realtà danno lavoro al 47,2% degli addetti, producono il 31,4% del Pil e il 7% dell’export nazionale. Tra il 2001 e il 2011 hanno creato il 56,7% dei nuovi posti di lavoro. 
Gli aumenti di tassazione registrati negli ultimi anni – sottolinea il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – sono da attribuire, in particolar modo, all’aumento dei contributi previdenziali in capo ai lavoratori autonomi, all’introduzione dell’Imu e della Tares. Questi aggravi sono stati attenutati dal “Salva Italia”, che ha previsto la deducibilità dal reddito di impresa dell’Irap relativa al costo del lavoro, e dalla legge di Stabilità del 2013, che ha ulteriormente elevato le deduzioni Irap legate al numero di dipendenti. In linea di massima, abbiamo riscontrato che all’aumentare del numero dei dipendenti diminuisce lo svantaggio fiscale. Oltre la soglia dei dieci dipendenti la situazione si inverte: nel rapporto dare/avere con il fisco, le aziende cominciano a guadagnare. Peccato che al di sotto di questa soglia troviamo il 95% delle imprese italiane”.
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