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L'energy management cambia per l'era della digitalizzazione

Consumeremo più energia perché saremo più digitali: questo impone un approccio elastico e distribuito alla gestione dell'alimentazione

Mercato
Quando si parla di digitalizzazione nelle (e delle) imprese si fa sempre cenno alle nuove tecnologie e alle loro applicazioni, come anche a nuove architetture in cui avremo milioni di oggetti interconnessi (in stile Internet of Things) e capacità computazionale distribuita a più livelli (in stile edge computing). Poco si parla invece del fatto che questi nuovi scenari portano con sé anche una visione diversa della gestione dell'energia. Perché essere digitali significa anche avere bisogno di più energia, e anzi di una energia "migliore".

Il punto chiave è certamente che la domanda di energia sta crescendo, anche perché le imprese sempre più basano il loro business - e non solo la produzione classica - su tecnologie che richiedono energia. Energia che per ovvie, e sempre più importanti, considerazioni ambientali deve essere legata a fonti più sostenibili e rinnovabili. E il cui utilizzo deve essere sempre ottimale, altrimenti è difficile pensare a una maggiore sostenibilità con un consumo che, dicono le stime, dovrebbe addirittura raddoppiare entro il 2040.

Serve quindi addirittura una nuova visione dell'energy management? Sì, perché la digitalizzazione delle imprese porta una convergenza tra IT e OT anche in questo campo. L'energia può cioè essere resa più "digitale", applicando alla sua gestione le nuove tecnologie di cui tanto sentiamo parlare in campo mobility, cloud, IoT, analytics e sicurezza. Questo significa realizzare soluzioni distribuite ma allo stesso tempo integrate per garantire l'efficienza e la costante disponibilità nella distribuzione dell'energia.

ecostruxure it
Per il mondo IT in senso stretto uno dei principali temi da affrontare è l'edge computing. Quando le risorse IT sono centralizzate in un data center tradizionale si possono adottare prodotti e soluzioni allo stato dell'arte per ridondanza, monitoraggio, organizzazione, capacità di intervento e sicurezza. Quando si esce dalle grandi cattedrali dell'IT e si cominciano a installare sistemi di elaborazione in ambienti periferici, spesso in condizioni ambientali tutt'altro che ideali, le cose cambiano sensibilmente.

"Quando si comincia a portare potenza di calcolo all'edge - spiega in questo senso Maurizio Semeraro, Business Development Manager della divisione Secure Power di Schneider Electric - questo approccio ideale viene abbandonato e le installazioni locali spesso non hanno ridondanza, sicurezza, condizionamento e gestione sufficienti. Ed è impossibile avere in loco, ovunque, personale specializzato".

Per questo diventa molto utile avere a disposizione hardware ad hoc (UPS di nuova generazione, architetture IT edge in stile micro data center...) e soprattutto piattaforme di monitoraggio e controllo dell'alimentazione - per Schneider Electric è il caso di Ecostruxure IT - che permettano di tenere sotto controllo tutta la parte energetica della propria IT distribuita. E non solo la componente energetica ma anche tutti i sistemi, dall'IT all'OT, che dialogano attraverso protocolli di comunicazione standard.
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