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Tasse, per le micro imprese ipotizzabile una tassa secca al 3 percento

Secondo Unimpresa per le imprese ci vorrebbe la flat tax al 20%, ma con prelievo al 3% e al 5% per le aziende con fatturato fino a 300.000 euro che, rispettivamente, hanno contratti a tempo determinato o a tempo indeterminato.

Mercato
Per le imprese con volume d’affari fino a 300.000 euro e per chi ha dipendenti a tempo determinato una tassa secca al 5% che scende al 3% per le imprese che hanno lavoratori a tempo indeterminato. Il prelievo ordinario andrebbe poi fissato con una aliquota flat al 20%, ma con diversificazioni secondo la propensione a fare investimenti e assunzioni.
Tre invece le aliquote per l’imposta sui redditi delle persone fisiche, con una no tax area fino a 10.000 euro. Per poi passare al 25% fino a 50.000 euro, al 37% fino a 200.000 euro e 45% oltre 200.000 euro. Tassazione dei dividendi percepiti da società di persone e società a responsabilità limitata con una imposta sostitutiva al 10%. E ancora: Iva al 19% secondo la media praticata nell’Unione europea, con una fascia di esenzione totale fino a 50.000 euro di fatturato.
Queste le principali indicazioni in campo tributario che Unimpresa suggerisce alla Lega e al Movimento 5 Stelle oltre che al governo appena insediatosi e affidato al premier Giuseppe Conte.
“Serve una rivoluzione fiscale perché abbiamo un carico fiscale sia in termini di esborso di denaro sia in termini di adempimenti che non è più sopportabile. L’Iva al 22% e il carico complessivo delle imposte che in termini reali supera quota 60% sono fuori delle medie europee e mondiali oltre che contrari a una logica di sviluppo”, sottolinea il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
“Il pacchetto presentato dal governo purtroppo è il solito contentino. Si sta parlando di un ampliamento del regime forfettario a 50.000 euro, ma questa norma non rappresenterebbe una riforma volta a introdurre un diverso sistema di tassazione, sarebbe un palliativo”, conclude Pucci.
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