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Assinform, profondo rosso per il mercato ICT

I numeri parlano chiaro: l'It italiana è passata dal - 1,4% di fine 2010 a chiudere il 2011 con un ulteriore calo del -4,1% (le Tlc passano da – 3,0% a -3,4%).

Tecnologie & Trend
"Nel 2011 il mercato italiano dell'Ict, nelle sue componenti tradizionali - hardware, software e servizi - ha subito un'ulteriore contrazione dell'ordine di -3,6% rispetto all'anno precedente. Questi dati, a fronte di un aumento medio mondiale della domanda di Ict di + 4,4%, mettono in luce in modo drammatico dove si concentrano le difficoltà di ripresa della nostra economia, che fa ancora troppa, estrema, fatica ad agganciarsi all'innovazione digitale come motore della crescita". Così ha esordito il presidente di Assinform Paolo Angelucci, nell'illustrare i risultati emersi dal 43° Rapporto Assinform relativi alle performance del settore Ict nel 2011 nel corso di un convegno a cui hanno preso parte, Giancarlo Capitani di NetConsulting, Paolo Donzelli del Dipartimento per la assinform-profondo-rosso-per-il-mercato-ict-1.jpgdigitalizzazione della PA e l'innovazione tecnologica, Paolo Gentiloni, deputato Pd, Alberto Meomartini presidente di Assolombarda, Antonio Palmieri deputato Pdl
D'altro canto, i numeri parlano chiaro: l'It italiana è passata dal – 1,4% di fine 2010 a chiudere il 2011 con un ulteriore calo di -4,1% (Tlc da – 3,0% a -3,4%).
Se il confronto con i trend medi mondiali appare impietoso, con l'informatica in salita a + 2,4% e le Tlc a +5,7% nel 2011, entrando in maggior dettaglio si nota che la crisi ha determinato rilevanti differenze di perfomance fra paesi.
Da una parte, rimangono trainanti gli Usa con l'It a +3,1% (+ 5,1 nel 2010) e la Germania con + 2,3% (+ 2,6% nel 2010), dall'altra economie confrontabili alla nostra appaiono in affanno, con la Francia a + 0,3%, l'Uk – 0,7%, peggio di noi la Spagna con - 5,3%, per una media europea che nel 2011 non è andata oltre il + 0,5%.
Il risultato, tuttavia, è che la distanza sull'innovazione fra l'Italia e i principali paesi si va allargando, se consideriamo che, sempre nel 2011, il rapporto Spesa It/Pil per gli Usa è stato del 4,2%, per la Francia 3,4%, per la Germania e l'Uk 3,3%, mentre l'Italia, come la Spagna, si ferma all'1,8%.
[tit:Il traino del mercato digitale]
"C'è, tuttavia, una buona notizia – ha continuato Angelucci – al calo della domanda Ict tradizionale, si sta contrapponendo l'emersione di un nuovo perimetro del mercato digitale, che tende ad ampliarsi in virtù della crescita delle componenti più innovative, legate alla penetrazione del web, allo sviluppo del cloud, all'Internet delle cose, all'uso di tablet, e-reader e smartphone. In questa nuova dimensione, frutto della convergenza sempre più stretta fra tecnologie informatiche e di telecomunicazione, che viene presentata quest'anno per la prima volta quest'anno dal Rapporto Assinform come "Global Digital Market", il volume d'affari raggiunto nel 2011 è stato di 69.313 milioni di Euro, con un trend negativo più attenuato, dell'ordine di – 2,2 % rispetto al 2010.
In realtà, mentre recessione, credit crunch e necessità di risanamento di bilancio, stanno penalizzando in modo sempre più grave gli investimenti in innovazione, l'Ict italiano si trova alle soglie di un cambiamento di natura strutturale, in linea con le tendenze mondiali, che sta trasformando e diversificando il settore moltiplicandone le potenzialità. Così, se il 2012 vedrà, secondo le nostre previsioni, un trend delle componenti tradizionali dell'Ict ancora in discesa, anche se con velocità attenuata, dell'ordine di - 2,5% , con le Tlc a -3,1% e l'It a -2,1%, dato questo che abbiamo dovuto ritoccare verso il basso rispetto alle stime rilasciate a marzo a causa del perdurare del quadro recessivo, leggendo il settore nella nuova dimensione di Global Digital Market, prevediamo un trend in attenuazione a -1,0%, con le componenti innovative in crescita di +6,7%. Ciò significa che nella crisi si stanno manifestando anche importanti nuove opportunità già in grado di raddrizzare verso l'alto i trend negativi".
[tit:Il dialogo con il Governo]
"Nasce da qui il senso dell'urgenza e dell'improrogabilità di mettere in campo una strategia a doppio binario che, da una parte valorizzi le potenzialità emergenti nell'Ict riportando il settore sulla via della crescita, dall'altra crei un quadro istituzionale favorevole all'innovazione – ha affermato il presidente di Assinform - In questa fase le imprese dell'Ict, in primis, devono fare la loro parte per promuovere l'evoluzione del settore all'altezza. Ciò significa rifocalizzarsi sugli asset innovativi e rimodellarsi in maniera efficiente su quelli tradizionali, crescere dimensionalmente sfruttando tutti gli strumenti a disposizione, innanzitutto capitale di rischio e reti d'imprese, investire massicciamente in Ricerca&Sviluppo.
 "Al Governo non chiediamo nuove risorse, ma azioni capaci concretamente di favorire i nuovi scenari - ha concluso Angelucci - Assinform ha attivato insieme a Confindustria Digitale i tavoli di lavoro sull'Agenda digitale per offrire alla Cabina di regia il proprio contributo di idee e proposte. E' importante che diventi un'agenda per la crescita ed è urgente la sua attuazione, ma non basta. Bisogna agire su cinque altri fronti. Risolvere il credit crunch: per le imprese It è fondamentale, perché essendo labour intensive sono particolarmente esposte alle problematiche finanziarie; attenzione particolare sulla riforma del lavoro: non deve essere piu "tossica" dell'attuale dell'art.18 bloccando la capacità di affrontare le sfide che pone il Global Digital Market; appalti: è indispensabile rivisitare la materia per l'It, eliminando le gare al massimo ribasso e rispettando i tempi di pagamento; riformare l'in-house per eliminare distorsioni di mercato e rivitalizzare la concorrenza nell'informatica pubblica; è necessario introdurre un Chapter 11 italiano per permettere la ristrutturazione delle imprese It, che non è compatibile con i tempi delle attuali procedure concorsuali".
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