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Wind, un miliardo di euro per far crescere la rete ultraveloce LTE

In cinque anni la copertura 4G. Partner del progetto la cinese Huawei, per gli apparati di comunicazione e Sirti, che si occuperà dell’implementazione dell’infrastruttura ultraveloce.

Tecnologie & Trend
Non c'è solo Telecom a far parlare il mondo delle telecomunicazioni, anzi.
Wind, il terzo operatore mobile e il secondo della telefonia fissa in Italia, ha deciso di investire la cospicua somma di un miliardo di euro in cinque anni per la realizzazione della rete LTE (Long Term Evolution) di quarta generazione e che consentirà di navigare ad una velocità di 100 Mbit/s in download e 50 Mbit/s in upload.
L’obiettivo di Wind è quello di raggiungere in un arco di tempo di cinque anni una copertura capillare a 4G di tutto il territorio nazionale. Partner dell’operatore telefonico in questa importante operazione saranno l’italiana Sirti, specializzata nella progettazione, installazione e manutenzione di infrastrutture di rete, e Huawei, operatore di telecomunicazioni cinese forte negli apparati di trasmissione, che ha creato un centro di ricerca a Milano dove saranno assunte per questo specifico progetto 100 persone.
Wind rinnova la sfida nei confronti di Telecom e Vodafone, operatori che hanno già parzialmente attuato piani di estensione e potenziamento della propria rete sul territorio. Sulla tecnologia LTE si gioca la partita pwind-1-miliardo-di-euro-per-far-crescere-la-rete-u-1.jpger conquistare la nuova dimensione del mercato mobile caratterizzata dall’utilizzo massivo di dispositivi smartphone e tablet. LTE garantirà la sostenibilità di un traffico in crescita costante caratterizzato da una sempre più accentuata convergenza multimediale. Dati, testo, voce, la componente mobile tende a essere la dimensione naturale di riferimento del nuovo utente digitale e il wireless diventa progressivamente la tecnologia primaria di accesso a internet. La partecipazione di Huawei alla realizzazione dell’infrastruttura 4G di Wind rappresenta un importante riconoscimento della capacità del gigante cinese nel sostenere l’evoluzione delle infrastrutture. Come sostiene Roberto Loiola, vice presidente della società, “Huawei ha oggi la più alta share di mercato per quanto riguarda la dimensione infrastrutturale LTE. Il 50% delle reti globalmente installate, 70 su 140, portano il marchio di fabbrica dell’azienda cinese. Siamo soltanto all’inizio, oggi vi sono 80 milioni di persone che fruiscono di servizi LTE. Nel giro di tre anni il numero è destinato a decuplicare, per poi rapidamente superare il miliardo di utilizzatori”.
Per Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind, realizzare una rete  LTE vuol dire ragionare sulla creazione di un’unica rete convergente fisso-mobile. Da una parte predisporre tutta la riconversione degli apparati per la tecnologia di accesso, dall’altra potenziare il backhauling in fibra per soddisfare una più ampia capacità broadband. Creare, quindi, una nuova geografia digitale in grado di supportare la complessità e pervasività del traffico multimediale canalizzato attraverso accesso LTE.
Wind, Vodafone, Tim stanno approntando le reti mobile di nuova generazione. Alla fine dell’anno buona parte del territorio sarà LTE-ready. Ciascuno operatore interviene per mettere a punto una propria infrastruttura. Eppure, sarebbe bello poter vedere questi interventi in un’ottica di sviluppo unitario cercando di mettere a fattor comune investimenti che appaiono oggi frammentati ed economicamente dispersivi: essere nella condizione di intervenire già in questa fase con un assetto infrastrutturale unitario conseguente lo spin-off della rete Telecom. Un’idea sulla quale esiste un consenso di massima, ma che non si è ancora realizzata
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