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Apple, la risposta dei legali in merito all'accusa di frode fiscale

Apple rinuncia all'udienza davanti ai giudici del tribunale del Riesame e attraverso Josh Rosenstock, portavoce della società, si dice tranquilla e di non aver nulla da temere. Intanto la procura milanese indaga su Enzo Biagini, e il direttore finanziario, Mauro Cardaio.

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Apple ha comunicato, attraverso i suoi legali, di aver rinunciato all'istanza presentata al tribunale di Milano per avere il dissequestro della documentazione (informatica e cartacea), presa in carico dagli uomini dell'Agenzia delle Dogane, che nei giorni scorsi hanno perquisito la sede di Milano della filiale italiana del gruppo di Cupertino, in merito a una presunta ipotesi di frode finanziaria milionaria nei confronti del fisco italiano.
L'udienza davanti ai giudici del tribunale del Riesame di domani viene così cancellata.
Ricordiamo che la Procura di Milano ipotizza il reato dichiarazione fraudolenta dei redditi a carico di due dirigenti della società: il suo legale rappresentante, Enzo Biagini, e il direttore finanziario, Mauro Cardaio.
Di contro il portavoce della società, Josh Rosenstock, ha ricordato attraverso una nota che "...le autorità del fisco italiane hanno già sottoposto Apple Italia ad audit nel 2007, 2008 e 2009 e hanno confermato la piena conformità dell'azieda ai requisiti di documentazione e trasparenza Ocse", aggiungendo che per questo: "siamo certi che l'accertamento in corso giungerà alla stessa conclusione".

Nel ricapitolare la querelle ricordiamo che secondo i magistrati Apple avrebbe sottostimato l'imponibile fiscale per il biennio 2010-2011. Stando alle indagini del pubblico ministero Adriano Scudieri, coadiuvato dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, la filiale italiana della multinazionale del defunto Steve Jobs avrebbe sottostimato di circa 206 milioni di euro l'imponibile fiscale per l'anno 2010 e di circa 853 milioni di euro per quello relativo all'anno d'imposta 2011.
In totale, dunque, Apple avrebbe nascosto al fisco italiano qualcosa come un miliardo di euro. La frode fiscale, sempre secondo l'accusa, sarebbe stata messa a segno attraverso una falsa contabilizzazione delle scritture contabili ovvero i profitti realizzati in Italia da Apple venivano contabilizzati dalla società di diritto irlandese, Apple Sales International, approfittando di una serie di norme nella legislazione irlandese che, di recente, sono state messe sotto osservazione dall'Unione europea.
Nei giorni scorsi, nell'ambito degli accertamenti, gli investigatori della Guardia di Finanza di Milano si sarebbero presentati nella sede della Apple in piazza San Babila nel capoluogo lombardo mentre la società produttrice di iPhone, ipaf, Mac ha ha scelto di farsi assistere dall’ex ministro della Giustizia del governo Monti, Paola Severino.

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