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Assinform richiama l'attenzione per il comparto IT

L'IT è un settore industriale che dà lavoro a 390 mila persone (con le Tlc raggiunge le 600 mila persone) e che negli ultimi anni ha creato più occupazione di altri settori. Un’industria che però non ha ancora raggiunto una comprensione tale da meritare pari odignità con altri comparti industriali.

Tecnologie & Trend
 “L’Information Technology è un’industria al pari di altri comparti industriali e questo ruolo le va riconosciuto. Il mio compito e quello della squadra associativa, ha dichiarato ieri Paolo Angelucci neo presidente di Assinform nella sua prima uscita pubblica, assinform-richiama-l-attenzione-per-il-comparto-it-1.jpgè quello di convincere il mercato del valore che l’IT riveste per lo sviluppo dell’economia italiana.” Un’industria, quella IT che dà lavoro a 390 mila persone (che con gli occupati delle Tlc raggiunge le 600 mila persone) e che negli ultimi anni ha creato più occupazione di altri settori. Un’industria che è direttamente coinvolta in processi di efficacia ma anche di valore per il Paese, che però non ha ancora raggiunto una comprensione tale da meritare dignità al pari di altre industrie.
Investire in IT non è un costo, è un fattore strategico di accelerazione della crescita e di modernizzazione, e allo stesso tempo, di risparmio, perché migliora l’efficienza dei processi e delle perfomance.
L’IT però oggi, più che mai, è un mercato sotto pressione, che risente sempre più della situazione congiunturale e che rischia di collassare se non si interviene in tempi rapidi e con misure efficaci.
Traspare preoccupazione nelle parole del Presidente Assinform nell’esporre i risultati della terza indagine congiunturale svolta a luglio su un campione di circa 40 imprese associate, su elaborazioni di NetConsulting.
Tre le principali criticità del settore: una forte riduzione dei budget, un calo degli investimenti e una diminuzione della forza lavoro.
“Dall’indagine, ha sottolineato Angelucci,  risulta che è in atto una generale e forte  riduzione dei budget IT che oggi interessa oltre il 70% delle imprese italiane dell’industria e dei servizi, che stanno sia rinunciando a investire in nuovi progetti IT, che rinviando a tempi migliori il rinnovo del parco tecnologico. Ciò è destinato ad avere importanti ripercussioni sul nostro settore. Ci attendiamo infatti che il calo del trend di crescita scenderà ben oltre il - 5,9% previsto a febbraio.”
Preoccupante è altresì l’andamento degli ordinativi e la situazione occupazionale.  In soli tre mesi dall’ultima indagine condotta a febbraio, le aziende del campione dell’indagine di luglio che hanno registrato meno ordinativi sono passate dal 44,4% al 52,6%, e la parte di aziende che ha mantenuto stabili gli ordinativi si è quasi dimezzata, passando da un 37% a un 22,4%.
L’occupazione è sicuramente un altro punto di criticità. Il numero di adetti continua a calare; se a febbraio la situazione era peggiorata o molto peggiorata per il 17,2% del campione, a luglio tale percentuale è salita al 21,3%. Un quarto delle imprese interpellate prevede una diminuzione dell’occupazione dipendente e un minor impiego di consulenti. Ciò significa che si sta riducendo la quantità di lavoro appaltata dai committenti più grandi verso le imprese più piccole, con ripercussioni occupazionali in realtà più ampie di quanto si possa oggi valutare, non solo in termini dimensionali, ma qualitativi. “Perdere persone qualificate, ha dichiarato Angelucci, significa perdere valore “. 
“Per sostenere il settore, ha affermato Angelucci, occorre mettere in campo sia misure urgenti sia una politica strategica di sviluppo della domanda  It e valorizzazione delle sue filiere”.

[tit:Una crescita che passa dell’IT]
“Il Paese va male e non cresce perché innova poco e non investe in IT”, ha commentato Angelucci. La crescita di questo Paese passa infatti dalla crescita dell’Information Technology.”
Il Belpaese da alcuni anni è fanalino di coda nel rapporto tra investimenti IT e crescita del Pil. “I Paesi che investono di più in IT, ha spiegato Angelucci, registrano crescite di Pil maggiori”. E anche nel rapporto tra produttività e IT l’Italia non brilla e occupa posizioni sempre di coda. “Esiste una correlazione tra investimenti IT e crescita della produttività e competitività del sistema economico, ha spiegato Angelucci. L’Italia vive questa correlazione in termini assolutamente deficitari, considerando che spende in IT circa il 40% in meno di quanto spendono Regno Unito, Germania, Francia e Spagna. Si tratta di una caratteristica strutturale negativa dell’economia italiana alla base delle nostre difficoltà competitive e della crescita zero del trend nazionale della produttività”.
Il divario, infatti, si registra soprattutto in termini di innovazione. Da elaborazioni Assinform/Between risulta che la spesa pro capite per adetto (Tlc, IT & Media) vede l’Italia spendere circa un 25% in meno rispetto alla media di Paesi quali Uk, Germania, Francia e Spagna, che spendono in media 1.830 euro contro i 1.430 dell’Italia. A parità di spesa procapite il potenziale mercato italiano, che ha registrato 85,5 miliardi di Euro nel 2008, se confrontato con la media degli altri paesi avrebbe dovuto attestarsi sui 107,9 miliardi di Euro, con un peso dell’IT che da 20,7 miliardi avrebbe dovuto raggiungere i 36,7 miliardi. 

[tit:La formula Assinform per tenere il passo]
Come supportare l’Italia per tenere il ritmo di crescita e innovazione degli altri Paesi?Governare il rischio e progettare lo sviluppo sono le due macro-aree di intervento identificate da Assinform per raggiungere questo obiettivo.
Per ciò che riguarda la prima misura d’intervento (governo del rischio), nell’immediato Assinform auspica l’allargamento della Tremonti-ter all’IT (detassazione degli utili delle imprese che investono in macchinari), non solo guardando alla componente hardware ma spingendosi soprattutto verso software e servizi. Il dibattito è ancora in corso, ma la percezione è che l’IT possa trovare spazio  all’interno di questa iniziativa del Governo. Assinform, inoltre, si rivolge al mondo del credito affinché si aprano specifiche linee di finanziamento per favorire gli investimenti in tecnologie digitali sia per il settore che per le aziende clienti e, non ultimo, si impegna a tenere monitorato lo stato dell’arte dell’occupazione per comprendere come valorizzare le risorse umane.
La seconda misura messa in campo da Assinform relativa allo sviluppo del settore prevede un programma articolato, che poggia su cinque aree principali (di cui due progetti quadro), ognuna delle quali affidate a cinque vicepresidenti dell’Associazione (a cui si affiancano i consiglieri).
I due progetti quadro sono relativi allo sviluppo della domanda di innovazione e di IT e allo  sviluppo dell’offerta e del valore della filiera IT. “La filiera riveste un ruolo fondamentale, ha sottolineato Angelucci. L’IT è un settore in cui nessuno può fare niente da solo, occorre collaborare per essere sempre più produttivi”.
Le altre tre aree di focalizzazione sono: Ngn (Next Generation Network) e sviluppo dei servizi IT, per capire quale impatto possono avere le autostrade digitali e che servizi possono associarsi alle reti di nuova generazione; innovazione per lo sviluppo con l’obiettivo di individuare le aree a forte potenziale di crescita e segnalarle come best pratices; Digital district model: il caso Expo 2015. “E’ questa un’occasione estremamente importante per l’Italia, ha sottolineato Angelucci. Milano ha tutti i requisiti per essere un modello funzionale, efficiente, digitale da esportare. Ed Expo 2015 diventa il motore per il Made in Italy nel mondo. Può essere la modalità per trasferire le competenze italiane dal ‘fisico’ al digitale’, superando il valore strettamente legato all’evento Expo 2015 e trasformandolo in un valore continuativo”.
Il programma prevede poi altri gruppi di lavoro; da segnalare quello relativo ai rapporti con la Pubblica Amministrazione Locale, per stabilre regole e meccanismi di utilizzo dell’It nella Pa; Federalismo fiscale; Università. 

[tit:Niente è perduto]
A fronte di una grande crisi esistono grandi opportunità. “Se la crisi sta imponendo alle imprese la scelta di tagliare sui costi, ha dichiarato Angelucci, al fine di non tagliare anche le opportunità per uscirne il più rapidamente possibile e riprendere la via dello sviluppo, è necessario poter distinguere fra costi e investimenti, fra spesa corrente e spesa per crescere. Il Paese deve essere messo nelle condizioni di investire di più in Information Technology per aumentare il suo livello di resistenza alla crisi e aprire nuove percorsi di sviluppo”.
Occorre agire anche in termini di cultura. “Convincere il mercato del valore dell’IT, ha concluso il Presidente di Assinform, è una grande sfida. Assinform conta tra i suoi associati numerosi amministratori delegati di importanti società IT italiane e non, tutti fortemente motivati a far comprendere che l’IT è veramente un fattore differenziante, di grande valore per il nostro Paese”.
Assinform, infine, si impegna a portare avanti questo progrmma nei prossimi anni cercando di fissare un quadro di regole chiare, stabili e condivise per favorire e sostenere lo sviluppo del settore IT.
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