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Maximulta Intel: cosa dice la Commissione Europea, come ribatte Intel. La posizione di Amd

Intel è stata multata dalla Commissione Europea per 1,06 miliardi di euro per abuso di posizione dominante. A parte l'entità della multa, mai data in Europa a nessuna azienda, vediamo cosa dice l'Europa, cosa ribatte Intel e la presa di posizione da parte di Amd.

Tecnologie & Trend
Intel è stata multata dalla Commissione Europea per 1,06 miliardi di Euro per abuso di posizione dominante. Per la precisione Intel è stata ritenuta colpevole della violazione dell'articolo 82 della normativa antitrust europea per aver messo in atto pratiche illegali contro la concorrenza per escludere i competitor dal mercato delle Cpu x86 nel periodo ottobre 2002-dicembre 2007.
A questo indirizzo è possibile leggere il documento ufficiale redatto dalla Commissione Europea.
Sostanzialmente le accuse vertono sul fatto che diversi produttori di computer hanno potuto acquistare le Cpu Intel a condizioni estremamente vantaggiose, al punto da non rendere commercialmente conveniente la scelta verso altri produttori di processori, cioè Amd.
Dal punto di vista  strategico queste pratiche commerciali avrebbero permesso a Intel di ottenere una posizione di monopolio realizzando guadagni poi utilizzabili per sovvenzionare nuovamente la filiera a proprio vantaggio. Il punto più delicato però è quello nel quale la Commissione Europea contesta a Intel di aver effettuato rebate ai maggiori retailer europei a condizione che vendessero solamente computer con processori di marca Intel a discapito di Amd. O ritardassero la messa a scaffale di prodotti contenente Cpu Amd. Da queste situazioni è scattata la pesante multa inflitta al numero uno dei processori.


[tit:La difesa da parte di Intel]

Non è certo tardato il commento di Intel, tramite le dichiarazioni di Paul Otellini, Presidente e Ceo di Intel sulla sentenza della Commissione Europea.
Ovviamente Intel non condivide assolutamente la decisione e ritiene che sia sbagliata e ignori la realtà del mercato delle Cpu e per questo ricorrerà in appello.
"Riteniamo che le nostre attività non abbiano violato le leggi europee. Non vi è nulla che danneggi i consumatori e Intel ricorrerà in appello", ha dichiarto Otellini.
Intel ritiene che una delle conseguenze in un mercato competitivo caratterizzato dalla presenza di soltanto due player primari (il terzo player, il produttore VIA, ha infatti circa l'1% del mercato) è che quando uno dei due incrementa le proprie vendite, lo stesso non accade all'altro e puntualizza di non aver mai venduto le proprie Cpu sottocosto.
Intel accusa inoltre la Direzione Generale per la Concorrenza della Commissione Europea di aver ignorato o di non aver voluto acquisire prove significative che contraddicono la sua decisione.
"Malgrado il nostro fermo punto di vista, abbiamo intenzione di collaborare con la Commissione durante la procedura d'appello per accertare che stiamo agendo nel rispetto della loro decisione. Infine, non vi è alcun dubbio che Intel continuerà a investire nei prodotti e nelle tecnologie che assicurano all'Europa e al resto del mondo le migliori performance di processore ai prezzi più bassi", ha concluso il Ceo di Intel.

[tit:La posizione di Amd]

Tra i principali fautori dell'azioene legale contro Intel c'è il concorrente di sempre, Amd, che non ha tardato a far sentire la propria posizione.
Giuliano Meroni, Presidente di Amd per l'area Emea ha dichiarato che la decisione della Commissione Europea contribuirà a creare un nuovo equilibrio, diminuendo il potere di mercato di un'impresa che abusa della propria posizione dominante a favore dei produttori di computer, dei rivenditori e degli utenti finali.
"La decisione di oggi rappresenta un passo importante nella creazione di un vero mercato competitivo", ha dichiarato invece Dirk Meyer, Ceo e presidente di Amd, che prosegue: "Amd è sempre stata un leader nell'innovazione tecnologica e finalmente potremmo passare da un mondo regolato da Intel a uno regolato dai consumatori".
Una presa di posizione molto forte da parte dell'antagonista che ritiene di essere stato danneggiato da Intel nel mercato europeo per cinque anni.

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