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Google con Instant risponde, all'istante

Google ha svelato la sua nuova funzionalità di ricerca istantanea chaimata Google Instant. Il funzionamento? Basta scrivere e, ad ogni lettera, vengono mostrati i risultati più pertinenti. "Tutto qui?", si chiedono in molti.

Tecnologie & Trend
Al MoMa di New York ieri Google ha mostrato a tutti perchè è il motore di ricerca numero uno. E probabilmente resterà tale ancora per molto.
Se la nuova funzionalità Google Instant vi sembra poca cosa, vi sbagliate: la ricerca in tempo reale, o istantanea, è qualcosa che rivoluzionerà profondamente la websearch.
Innanzitutto elimina la necessità del tasto "Enter", fino a ieri l'ultimo limite fra la volontà umana e la macchina in attesa di un compito da svolgere.
Google Instant, infatti, presenta i risultati di ricerca mentre l'utente scrive la keyword, non dopo aver completato la digitazione e aver dato l'invio: in questo modo l'intero processo è velocizzato utilizzando modelli che anticipano la probabile chiave di ricerca.
Secondo Google, infatti, non si tratta di una websearch "mentre si scrive" ma piuttosto di una ricerca "prima che si scriva". In sostanza BigG prevede quello l'utente sta per cercare sul web.
Mountain View stima che ogni websearch necessiti, in media, di 15 secondi. Con Instant il processo richiederebbe fino a 5 secondi in meno, pari al 33% di tempo risparmiato. A livello di utenti globali, poi, la novità permetterà di "recuperare" 11 ore al secondo.
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Come tutti sanno, Google ha anticipato l'annuncio con degli speciali loghi che hanno sollevato interrogativi in tutto il mondo. C'era chi attendeva il tanto chiacchierato nuovo servizio musicale che avrebbe rivaleggiato con iTunes e, vedendo "solo" Google Instant, ne è rimasto deluso. 
Con tutto il climax costruito ad arte - e praticamente gratis - dai vari loghi, molti addetti ai lavori si aspettavano nuove incredibili feature. E invece si sono trovati dinanzi all'autocompletamento della ricerca.
Oltre alle speranze deluse, scrivono diversi opinionisti, c'è un altro fattore da prendere in considerazione: la crescita di piattaforme autoreferenziali che non sono nemmeno indicizzabili.
Il riferimento è tutto per i social network e le funzioni di condivisione che rendono ognuno degli iscritti un possibile divulgatore di notizie e link. Tanto che la ricerca sul web potrebbe anche risentirne, se oggi sono i nostri stessi amici a rispondere ai nostri interrogativi.
E forse Google ne è consapevole, anche se i tentativi di creare un proprio social network sono finiti piuttosto male. Google Wave? Fiasco. Google Buzz? Altro insuccesso. Così BigG si è concentrato sul quel che sa fare meglio: la ricerca su internet.
Ed è proprio questo l'argomento su cui si interrogano molti addetti ai lavori: dopo anni di ricerca per trovare una risposta alla domanda "Cosa c'è nel futuro di Google?" è questo quello a cui sono serviti miliardi di dollari e gli sforzi di innumerevoli cervelli?
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