A ISE 2020,
Netgear porta in mostra quello che sta facendo come membro fondatore della
SDVoE Alliance. Il gruppo di aziende cioè che
cerca una stretta integrazione tra mondo AV professionale e tecnologie di IP networking. Gruppo che comprende anche nomi molto noti come Christie e Sony.
Usare le tecnologie IT in campo AV è
meno banale di quanto può pensare chi viene dall'informatica e dal networking. I contenuti multimediali devono viaggiare in rete con performance garantite. E adeguate a veicolare i volumi di dati legati, magari, a un flusso video ad alta risoluzione. Insieme ai contenuti devono poi viaggiare anche le informazioni di monitoraggio e controllo. Per tutto questo, gli approcci classici di IP e di Ethernet "puri"
possono non bastare.
Sono state sviluppate diverse soluzioni a questo problema. Ad esempio,
HDBaseT è il protocollo di riferimento per trasmettere insieme segnali AV ad alta definizione, segnali di controllo, signaling USB, alimentazione. Tutto su un cavo Ethernet in rame o in fibra. Ma
senza usare IP, il che è per molti versi un limite. O quantomeno una convergenza AV/IP incompleta. Che oltretutto prevede l'uso di matrix switch più costosi di quelli classicamente IP.
Ci sono altri approcci che
"impacchettano" i segnali multimediali in pacchetti IP. Se si tratta di audio,
Dante di Audinate (che fa parte della SDVoE Alliance) è il protocollo di fatto standard di mercato. Unisce ai pacchetti IP informazioni di clock e di sincronizzazione, necessarie per garantire le prestazioni indispensabili per la gestione di contenuti multimediali.

SDVoE, o
Software-Defined Video over Ethernet, vuole fare lo stesso per audio e video insieme. Promettendo anche una compatibilità praticamente totale con il mondo Ethernet/IP che già esiste. Usa i primi quattro livelli della storica pila ISO-OSI senza modificarli.
Estende solo i tre più elevati (sessione, presentazione, applicazione). Operando in estrema sintesi come una
API tramite cui una applicazione o un servizio possono "pilotare" senza problemi la gestione in rete di contenuti multimediali ad alta risoluzione.
Uno dei vantaggi di Software-Defined Video over Ethernet è che
si può usare quasi qualsiasi switch per veicolare contenuti audio/video. Diciamo "quasi" perché gli switch devono comunque supportare nativamente funzioni di gestione delle trasmissioni
multicast. Le quali si dovrebbero poter configurare in maniera semplice. Perché il loro utente potenziale non è certo un network manager.
Netgear è partita da questi presupposti per sviluppare gli switch della
serie M4300, che sono in mostra a ISE 2020. Sono definiti come "SDVoE-ready" e offrono varie combinazioni di porte a 10 Gbps in rame e in fibra. A prezzi secondo Netgear
molto invitanti: intorno ai cento euro per porta, da rapportare "ai prezzi fino a mille euro per porta di un sistema HDBaseT".
Essere "SDVoE-ready" per Netgear significa anche che gli switch sanno
rilevare automaticamente in rete altri dispositivi, servizi e applicazioni basati su SDVoE. Il che semplifica ulteriormente la gestione di una infrastruttura AV su rete IP. Per ogni evenienza, Netgear ha comunque creato un suo servizi di supporto pensato ad hoc per gli utenti professionali AV.