ICT Trade, la Digital Disruption è dietro l’angolo. Bisogna affrontarla

1.400 partecipanti all’edizione milanese dell’evento che ha dato voce a domanda e offerta sul profondo cambiamento che caratterizza il settore della Digital Technology. Maurizio Cuzari, patron della manifestazione, delinea il contesto

Autore: barbara Torresani

“Digital Disruption, esserne protagonisti o subirla”: questo il filo conduttore della 14esima edizione di ICT Trade, la due giorni annuale organizzata da Sirmi, ritornata quest’anno a Milano, in concomitanza con la seconda edizione di ICT Club.
Una manifestazione nel segno del cambiamento sentito in modo profondo da tutti come dice Maurizio Cuzari, Amministratore Delegato di Sirmi e Vice Presidente Esecutivo di NetConsulting cube. Sul palco anche Annamaria Di Ruscio, Amministratore Delegato di NetConsulting cube, a suggellare la recente unione fra le due aziende e a sottolineare le forti sinergie, all’insegna del motto insieme e diversi per cogliere le nuove sfide del mercato.
“Buona parte del cambiamento deriva da un nuovo modo di fare impresa, ma non solo: anche di essere cittadini e individui. Nessuno è esente, e in questo contesto il ruolo degli operatori Ict è fondamentale. Bisogna sviluppare la capacità di innovare; chi innova emerge mentre chi mantiene una vista locale soffre,” sostiene Riccardo Maiarelli, Presidente di FIDA Inform, in apertura di plenaria.
Digital Disruption quindi come processo irrinunciabile, impegno e opportunità. Non ci sono ricette preconfezionate ne posizioni assolutistiche: “E’ un momento per capire come interpretare al meglio il cambiamento”. 

[tit:Mercato e prospettive]

La Digital Disruption è qui ed è ora, pronta a rompere gli schemi passati dell’IT tradizionale, ancora strettamente legata a modelli superati, desueti e per nulla innovativi.
Maurizio Cuzari inquadra il fenomeno da diversi punti di vista. In termini di numeri la Digital Technology procede in linea con l’economia. Il decremento della spesa IT in Italia si riduce dal - 3% del 2014 al - 1,4% atteso per il 2015 e dei 18,5 Mld €, circa 16 sono generati dalla componente Business. Si riduce ulteriormente la componente relativa a Erp e gestionali, mentre si distinguono aree a forte crescita innovativa.
E’ un mondo che nasconde cambiamenti strutturali importanti: l’hardware sta oggi vivendo una fase di stabilità dopo un lungo periodo di forte decremento (2010-2013) e la sostituzione dei sistemi operativi client e server alimenta il rinnovo tecnologico, mentre il software si comprime soprattutto per il passaggio dall’on premise al cloud, con ricavi spalmati su un arco temporale più lungo.
Crescono in modo significativo le aree dei servizi di gestione e quella dei servizi gestiti (Iaas e Saas) in riferimento al cloud computing. Cloud computing che in questo quadro emerge come elemento Disruptor con una crescita di oltre il 20% anno su anno, destinata a proseguire a questi ritmi di almeno nei prossimi tre anni: “Se l’anticalcare 1.0 dell’IT degli anni passati è stata la virtualizzazione quello 2.0 è rappresentato dal cloud. Quando scadono gli ammortamenti di alcune tecnologie non si fa più solo e necessariamente rinnovo tecnologico ma si passa al servizio gestito, cioè al cloud”, afferma Cuzari. Si tende a investire nelle aree più moderne quali social, unified communication, collaboration, mobility. “In questo mercato perde chi rimane ancorato a posizioni tradizionali e performa meglio chi si orienta a componenti innovative”, incalza. “Non si può continuare a fare ciò che si sa fare, anche se lo si fa bene. Bisogna fare o imparare a fare cose nuove. Bisogna riuscire a dare al cliente una capacità distintiva rispetto alla massa dei suoi concorrenti. Più che implementatori e gestori di prodotti e soluzioni IT bisogna capire per primi le tendenze innovative per guidare il cliente”.
L’IT moderna – la Digital Technology che oltre all’IT comprende comunicazioni, media, contenuti,… - infatti, deve alzare il  livello di attenzione, passando dalle organizzazioni alle persone. Gli utenti si muovono in autonomia e fanno avanzare la Digital Disruption: “Disruption è fare in modo diverso cose che sono sempre state fatte allo steso modo o competere in modo atipico con aziende concorrenti su basi molto diverse”. 
In questo disegno non basta essere innovatori di processo – questi mettono nella condizione di guadagnare in vantaggio competitivo ma comunque facendo le cose che si facevano prima – ma bisogna diventare Digital Disruptor consentendo di fare le cose in modo completamente diverso. 

[tit:I Digital Disruptor]
“I Digital Disruptor sono realtà che ci stanno portando verso un mondo potenzialmente molto diverso da quello attuale, dove l’abbinamento del Digitale alle giuste competenze e a un pizzico di visione può fare la differenza tra essere protagonista o subire gli orientamenti del mercato”, afferma Cuzari.
I clienti devono diventare essi stessi dei Disruptor, innovando per eccellere nelle aree di business senza stare aspettare di essere travolti.
Da parte sua il sistema dell’offerta Ict deve tenere il passo della trasformazione, essere pioniere e anticipare il futuro nell’Era Digitale, fornendo i giusti strumenti per abilitare i Digital Disruptor e l’innovazione nell’ambito delle aziende clienti. Bisogna saperlo fare cogliendo le nuove opportunità, come quelle offerte per esempio dall’Internet of Everything.
Interessante sarà anche il ruolo svolto dai Direttori dei Sistemi Informativi di domani, al centro di ICT Club, momento indirizzato a Cio e IT manager attraverso il progetto congiunto tra FIDA Inform, i suoi Club regionali dei Professionisti ICTe Sirmi, sua ideatrice e organizzatrice. Un incontro riservato, informale e altamente professionale, dove si è socializzato e condiviso opinioni ed esperienze, intorno ai temi chiave del momento: Analytics e Big Data, Cloud infrastrutturale, Cloud applicativo, EIM e dematerializzazione, Smart Environment e IoT, Mobility, Sicurezza, Privacy, Normativa, Crm e Marketing del futuro.
Per concludere: … “alcuni cambiamenti sono così lenti che non ti accorgi mentre altri sono così veloci che non si accorgono di te. Insomma… o riusciamo a essere parte del cambiamento oppure non potremmo che subirlo. E c’è sempre qualcuno più pronto di noi a fare succedere le cose”, chiosa Cuzari (nella videointervista a ICT Trade).