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F-Secure e cybercriminali: non esiste prevenzione senza rilevazione e risposta. Parte da qui la R-Evolution della security

Rilevare, rispondere… alla velocità della luce e con competenze precise. Rilevare e rispondere… altrimenti la prevenzione diventa inutile. Il 2018 si sta confermando come un nuovo, terribile, anno nero per la cybersecurity. F-Secure è scesa in campo con una serie di annunci strategici e con due eventi, a Milano e Padova, che hanno fatto il pieno di clienti e partner. Tutti i dettagli e gli annunci.

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F-Secure lancia R-Evolution della cyber security. R come rivoluzione ma R anche come Response e Rilevazione. Ed è proprio qui il cuore di tutta la nuova impalcatura strategica della multinazionale finlandese. Una strategia che non può e non vuole fermarsi alla pura prevenzione e che vede nella tecnologia un motore evolutivo decisivo ma non l’unico motore necessario. Servono infatti nuovi modelli organizzativi, nuovi modelli di gestione della sicurezza, predisposizione al cambiamento da parte di system integrator e clienti finali… 

F-Secure e la R-revolution della security

Ma andiamo con ordine. «L’attuale approccio preventivo alla gestione della security permette di proteggersi da “quasi” tutte le tipologie di cyberattacco – tono pacato e deciso, racconta Antonio Pusceddu, Country Sales Manager di F-Secure Italia – “quasi” tutte perché le altre che restano per completare il quadro sono le più evolute, le più dannose, quelle su cui scommette con più forza il cybercrimine per sviluppare un volume di affari ormai mastodontico. Sono quelle minacce che, oggi, non è possibile fermare con la pura prevenzione. Oggi più che mai, di fronte ad attacchi destinati comunque a perforare i nostri sistemi di difesa, la componete vitale è la capacità di rilevare un attacco, di controllare “l’attaccante” e di ribaltare la situazione con una risposta a tono…». 
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F-Secure e la R-Evolution della security, due eventi da record

Dalle parole ai fatti proprio per dare forma concreta a questa visione F-Secure ha deciso di portare sul territorio un evento senza precedenti, un piccolo road show in due tappe, Milano e Padova durante il quale la multinazionale ha mostrato le ultime soluzioni ma anche messo system integrator e utenti finali di fronte al tavolo del cambiamento e dei nuovi modelli di accesso alle soluzioni digitali. Non più prodotti ma servizi gestiti a cui attingere quando e come serve. «Siamo di fronte ad una rivoluzione copernicana – ammette Pusceddu -,da una parte attaccanti con risorse sempre più ingenti, dall’altra aziende sempre meno disposte ad accettare compromessi nella protezione di asset critici come privacy, dati personali, dati dei clienti e di tutta la rete aziendale sia in termini di privacy che di proprietà intellettuale.Con questi due momenti di incontro sul territorio abbiamo voluto dunque fermarci e cercare un confronto aperto con operatori di canale e imprese. Una scelta evidentemente apprezzata visto che le due date sono andate completamente sold out. Il tutto con un livello di attenzione elevatissimo, sfociato in numerose sessioni one to one fino a tardo pomeriggio». Ma quale è stato il segreto di questi appuntamenti? «Dalla protezione best-in-class degli endpoint, fino alle più avanzate tecnologie di Detection&Response, la nostra è una offerta senza precedenti che combina la potenza del machine learning con le competenze dei nostri esperti per proteggere persone e aziende dagli attacchi, anche più sofisticati. Elementi che oggi fanno la differenza in tempi in cui, come si diceva, manager e imprese sono alla ricerca di dati e risposte concrete, misurabili.  


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Venendo al cuore, al tema portante di questa R-Evolution, come detto la chiave di volta, la strada maestra su cui F-Secure ha deciso di incamminarsi è quella del Detection & Response. «Ci sono attacchi – racconta Pusceddu supportato da Fabrizio Cassoni, Sales Engineer e Giorgio di Grazia, Solution Sales Engineer – che sono destinati in ogni caso a “bucare” le reti aziendali, a quel punto serve una strategia efficace di detection & response che si basa sull’abilità di identificare un comportamento anomalo, bloccarlo e ribaltare immediatamente la situazione«Gartner prevede che nel 2020 il 60% dei budget dedicati all’enterprise security saranno allocati in soluzioni di questo genere, Oggi questa percentuale scende al 30% ma siamo sicuri che continuerà, inevitabilmente, a crescere e noi siamo già pronti in questo senso. Non solo, nella nostra nuova visione la Rivoluzione Detection & Response assume connotati decisivi grazie soprattutto ad un approccio basato sulla fornitura non di prodotti ma di servizi gestiti da esperti di cybersecurity che permettono alle imprese di concentrarsi sul proprio core business e, ancora, sull’utilizzo di tecnologie di Intelligenza Artificiale e Machine Learning». Tecnologia dunque, servizi e intelligenza artificiale per dare vita a soluzioni come Rdr (eccola un’altra R) Rapid Detection and Response che garantiscono una protezione 24x7 e soprattutto tempi di rilevazione di un comportamento anomalo che arrivano, al massimo a 30 minuti. «La nostra – aggiunge Pusceddu – è un’offerta ampia come poche altre. R sta infatti anche per Radar, la prima piattaforma chiavi in mano per la gestione delle vulnerabilità. A livello rilevazione e risposta abbiamo anche la versione EDR, Endpoint Detection and Response di questa piattaforma. Una soluzione ideale per chi deve proteggere device e dispositivi mobili, in travolgente ascesa in azienda, ma non ha grandi budget e competenze a disposizione.

F-Secure e la R-Evolution della security… che passa dall’attitudine al cambiamento

Parlare di servizi gestiti, di nuovi modelli di approccio alla sicurezza e dell’uso di piattaforme innovative ha a che vedere anche con il DNA delle persone, dei system integrator e dei manager che simili cambiamenti li devono fare propri.

Un’attitudine al cambiamento a cui F-Secure, nel corso dei due eventi, ha voluto regalare una sessione dedicata tenuta da Riccardo Montanari, Executive Coach & Trainer in PNL. Una sessione molto accesa e apprezzata nelle due tappe. Abbiamo fortemente voluto questo intervento – spiega ancora Pusceddu – perché volevamo si discutesse non solo di tecnologia ma anche dell’attitudine della componente umana. Una componente che ruota intorno al digitale e spesso può determinare grandi rischi ma anche grandi opportunità. «Nessuno può motivare un’altra persona se questa non ha chiari i motivi che la spingono verso determinati obiettivi o attività. L’uomo – ha spiegato Riccardo Montanari, Executive Coach & Trainer in PNL – vede il cambiamento per definizione come un problema. Quello che sta accadendo sul mercato ICT però ci spinge continuamente verso la direzione dell’evoluzione rapida e profonda.
Una spinta che oggi deve necessariamente portarci a sviluppare una attitudine molto più marcata verso l’adattamento a condizioni generali sempre mutevoli. Per contro, chi rimarrà fermo di fronte alle continue rivoluzioni tecnologiche in atto, ma anche verso nuovi modelli di business basati sul cloud ecc, rischia di trovarsi fuori dal mercato nel volgere di pochi anni».
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