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Da Windows a MacOS, il Digital Workspace non si pone limiti. Governare migrazione e ambienti eterogenei

Digital worskspace. Avanti tutta con la rubrica multimediale #VMDigitalWorkspace sviluppata da Channelcity in collaborazione con VMware, Computer Gross e con www.franzrusso.it. Ecco un nuovo e atteso approfondimento su Digital Worskpace e gestione degli ambienti Mac e Windows. Come gestire gli ambienti di lavoro digitali tra piattaforme eterogenee come MacOS e Windows 10

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Digital Workspace Windows 10 e MacOS…Ci sono pochi dubbi sul fatto che Windows 10 sia la piattaforma client più diffusa nelle imprese. Microsoft ha man mano migliorato i propri sistemi operativi e oggi Windows 10 rappresenta una scelta convincente non solo dal punto di vista degli utenti finali ma anche dei dipartimenti IT, per le funzioni di management che ha integrate. Questo però non vuol dire che lo scenario client nelle imprese sia del tutto omogeneo e che gestire il parco client sia diventato un non-problema. Il modo di lavorare è cambiato, infatti, e questo si riflette anche in diversi elementi di IT management. La soluzione è astrarsi dalle caratteristiche intrinseche dei vari client e adottare strumenti che permettano invece di ragionare in termini di Digital Workspace (qui una guida per capire come sta cambiando il nostro modo di lavorare). Proprio il Digital workspace(qui l’approfondimento per sapere Digital workspace cos’è e a cosa servee qui una testimonianza reale di chi lo sta già sperimentando) non a caso è il cuore, il motore della rubrica multimediale #VMDigitalWorkspace sviluppata da Channelcity in collaborazione con VMware, Computer Gross e con www.franzrusso.it. 


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Digital workspace, il valore di Windows 10 e la forza di MacOS

Il primo elemento pratico da considerare in questa transizione verso i modelli del Digital Workspace (qui la guida per gestire lo strategico tema della security in ambito digital workspace) è che la forte crescita di Windows 10 è accompagnata comunque da un elevato grado di diversità tecnologica nelle imprese. Questo significa, in pratica, che sotto l'ombrello di Windows 10 troviamo PC desktop, notebook, tablet, 2-in-1... prodotti che hanno caratteristiche ed esigenze diverse. Il fatto poi che la quasi totalità delle imprese abbia adottato Windows 10 non implica che non esistano ancora milioni di client che, per varie ragioni, sono "fermi" a Windows 7 o Windows 8. E che vanno comunque gestiti. In questa diversità dell'IT, poi, un particolare fattore che caratterizza questi ultimi anni è la crescita del mondo Apple anche nelle imprese. Contrariamente a quanto accadeva in passato, oggi i Mac devono essere considerati a tutti gli effetti come "pari grado" dei classici sistemi Windows. I dipendenti che preferiscono usare un computer con la Mela devono poterlo fare senza difficoltà. Se però lo staff IT usa strumenti di client management di vecchia impostazione, queste difficoltà certamente sorgeranno, o comunque nasceranno inefficienze. Anche qui il concetto di Digital Workspace può aiutare. 

La transizione al Digital Workspace

Le aziende adottano il modello del Digital Workspace anche per gestire meglio la propria IT, quindi il primo passo da compiere è evidentemente fare il punto su come questa IT è composta. Serve in particolare avere una visibilità trasversale su tutti i client che popolano la rete, in modo da valutarne velocemente - ma anche con estrema precisione - le caratteristiche e lo "stato di salute" dal punto di vista della gestione. In particolare, per il mondo Windows questa fase di assessment aiuta a definire quali client con Windows 7 oppure Windows 8 possano migrare a Windows 10, che è la piattaforma Windows più indicata dal punto di vista del client management e del passaggio al Digital Workspace. Quello che si deve definire è un vero e proprio piano di migrazione, che può estendersi anche per un lungo lasso di tempo e che impone di prendere diverse importanti decisioni. Ad esempio, quali client ha senso aggiornare al nuovo sistema operativo e quali, invece, è più conveniente virtualizzare attraverso soluzioni di Virtual Desktop? Quali applicazioni business sono compatibili con il nuovo ambiente? Quelle che non lo sono si possono dismettere o sono ancora critiche e vanno quindi virtualizzate per essere erogate ai nuovi PC? La migrazione dei client si può eseguire con gli strumenti standard o vanno adottate soluzioni ad hoc per il nostro ambiente specifico? In tutto questo è importante adottare soluzioni di Unified Endpoint Management (UEM), in grado cioè di dialogare in maniera trasversale e coerente con client diversi sia lato hardware (desktop, notebook, tablet...) sia per il loro sistema operativo (Windows, macOS, Android...). Questo non solo semplifica la vita dello staff IT, perché evita di dover usare strumenti specifici per ciascun ambiente, ma soprattutto permette di avere policy e funzioni omogenee nella gestione e nel supporto di qualsiasi client. Senza questa visione integrata del parco client è praticamente impossibile parlare di Digital Workspace. 

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Digital Workspace e UEM

Una piattaforma di Unified Endpoint Management non deve essere considerata come qualcosa che porti unicamente vantaggi tecnici. La maggiore efficienza nella gestione del Digital Workspace si traduce infatti in benefici di business. I dipendenti sono più produttivi perché possono usare il device che preferiscono senza richiedere spesso l'intervento dell'IT, la maggiore efficienza di operazioni come il patch management aumenta la sicurezza delle informazioni, il costo complessivo della gestione IT si abbassa perché si riduce il carico di lavoro e il numero di tool utilizzati per il client management. Proprio nel consolidamento dei tool di gestione sta uno dei più interessanti punti di forza del Digital Workspace e del concetto di Unified Endpoint Management. Storicamente, molte aziende hanno nel tempo accumulato piattaforme di gestione che permettessero di andare oltre il desktop management per comprendere anche la gestione di device mobili o con caratteristiche ibride. Se aggiungiamo a questo la gestione del mondo Mac, il risultato è stato spesso un device management suddiviso in "silo" distinti e poco integrati. Questa poca integrazione dell'IT management è un freno evidente per l'efficienza della gestione. Ma è soprattutto un pericolo per tutti gli aspetti collegati alla sicurezza dei dispositivi e dei dati. Una volta sin troppo in secondo piano, la protezione delle informazioni che i client conservano, e a cui accedono, è diventata un driver fondamentale per le imprese nel rivedere il proprio approccio tecnologico alla gestione. Nuovi requisiti di privacy e compliance rendono infatti fondamentale poter sapere - e garantire - in ogni momento chi fa cosa all'interno della rete, con quali applicazioni e quali dati. 

La spinta del Digital Workspace

Aver realizzato un ambiente di gestione improntato ai principi del Digital Workspace e dell'UEM è un buon risultato per un'impresa, ma va anche visto come una prima importante tappa e non come un punto finale di arrivo. Il "trucco" sta poi nello sfruttare le funzioni offerte dal nuovo ambiente per aumentare l'efficienza del parco client. Questo può avvenire in molti modi, che però hanno tutti in comune un concetto di base: rendere più semplice la vita di chi usa tutti i giorni i dispositivi. È una semplicità che ha molti volti. Significa ad esempio garantire ai dipendenti che il loro device è sempre protetto e funzionale grazie a patch ed aggiornamenti applicati in automatico e in maniera trasparente. Significa garantire un accesso costante ma controllato ad applicazioni e dati, evitando il rischio di errori involontari nella gestione delle informazioni. Significa anche semplificare i processi di onboarding di nuovi utenti e nuovi dispositivi, con funzioni che configurano in maniera appropriata i principali parametri dei sistemi operativi e delle applicazioni di ogni device. Dare una esperienza d'uso coerente e ugualmente piacevole a chi usa dispositivi anche molto diversi fra loro è uno dei principi cardine del Digital Workspace, quando si tratta di client management. Lato azienda significa anche trarre maggiore valore dagli investimenti che si sono fatti in hardware e software. In tempi di Digital Transformation, è un beneficio non da poco.
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