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Windows Server 2003, fine di un'era


Windows Server 2003 End of Support. Pronti per la sfida?

Milioni di istanze Windows Server 2003 nel mondo, centinaia di migliaia in Italia; questa è la dimensione dell’opportunità che abbiamo di fronte.

Quanto sia importante sensibilizzare i clienti finali sull’argomento è già stato ampiamente trattato. Stimolarli, non soltanto facendo leva sui gravi rischi indotti dal permanere su piattaforme non più supportate, ma soprattutto sulla grande opportunità che la migrazione a Windows Server 2012 R2 ci offre: ripensare le architetture complessive alla luce delle nuove tecnologie convergenti e del Cloud. In parole semplici, sfruttare il momento di discontinuità per innovare radicalmente, abilitando nuovi vantaggi.
Maggiori prestazioni, minori consumi, gestione semplificata, elevata flessibilità, costi ridotti.
Grave sarebbe immaginare una migrazione “as-is”; semplicemente copia-incollando le architetture passate su hardware e sistema operativo nuovi. E, dietro a questa semplice affermazione, si nasconde l’ampio spazio di manovra e la grande responsabilità nostri, di vendor, e dei nostri partner assieme.Se condividiamo la premessa di cui sopra, diventa interessante capire in che modo i due soggetti nominati, Dell e i suoi partner, possono condividere questa responsabilità, soprattutto ora, che il tempo inesorabilmente stringe.In sostanza dovremmo descrivere su quali elementi si gioca il contributo Dell nell’aiutare il canale a “raccontare una storia completa e convincente” per aggredire l’opportunità Windows Server 2012 R2 e, a mio avviso, credo sia presto fatto, declinando due caratteristiche distintive del nostro approccio:
  • offrire una soluzione end-to-end che includa tutte le componenti necessarie: servizi di consulenza per il disegno, tecnologie hardware e software per effettuare la trasformazione, servizi sistemistici per il roll-out, supporto alla nuova piattaforma e soluzioni finanziarie per agevolarne la realizzazione;
  • offrire una soluzione modulare, che ben si adatti a essere flessibilmente utilizzata “quanto basta”, secondo necessità, a complemento delle capacità e delle risorse delle quali il rivenditore, o l’utente finale, già dispone.

Detto così sembra un po’ per slogan ed un po’ per abitudine. Diciamo difficile da credere. Allora proviamo a buttarla sul pratico; analizziamo insieme un project plan tipico di una iniziativa di migrazione a Windows Server 2012 R2 e vediamo in che modo tutto ciò possa essere declinato nella realtà.
Fase 1: Requirement In questa fase iniziale è necessario raccogliere le informazioni di inventario dei server impattati, delle applicazioni installate sugli stessi e delle interdipendenze esistenti. Analizzare il profilo delle perfomance correnti è suggerito caldamente; una raccolta analitica di queste informazioni di baseline ci aiuterà nel dimensionare opportunamente la nuova infrastruttura. Anche la conduzione di interviste coi responsabili delle applicazioni per determinare il livello di criticità del servizio è best practice comune in questa fase. Tutto ciò può essere realizzato manualmente, utilizzando soluzioni di inventory già disponibili in casa oppure facendo leva sul portafoglio di prodotti Dell Software, fruibile anche in modalità as-a-service per la sola durata del progetto. Il partner può decidere di condurre questa fase in autonomia, oppure di coinvolgere Dell per un contributo nell’impostazione del progetto, o ancora per un affidamento in toto, secondo necessità.

Fase 2: Readiness In questo momento si disegna e si pianifica la trasformazione. Per ogni singolo workload viene definita la “disposition”, ovvero la specifica modalità con la quale si procederà alla migrazione. Sulla base degli elementi raccolta in fase 1 verrà anche disegnata e dimensionata la piattaforma target; non ultimo - alla luce delle interdipendenze e di altri criteri di ordinamento - si procede con la pianificazione delle wave di migrazione. Molti dei nostri partner sono ottimamente preparati per condurre in autonomia questa fase; altri potrebbero avere esigenza di un apporto metodologico, oppure di “banda” per sostenere il ritmo richiesto. O ancora potrebbero necessitare unicamente di esperienza tecnologica specifica per scegliere e dimensionare la nuova infrastruttura. In qualsiasi caso, Dell può intervenire in modo modulare e non intrusivo, affiancandosi al partner.

Fase 3: Deployment Compatibility testing, remediation e packaging sono gli stadi che normalmente precedono il deployment effettivo. Utilizzando Dell ChangeBase, oppure le nostre software factory nelle quali abbiamo testato e rimediato applicazioni veramente a volumi industriali, è possibile avanzare con qualità, rischi controllati e in modo molto spedito. In questa fase viene di norma considerata di grande aiuto la possibilità di effettuare compatibility testing su piattaforme target diversificate (tipicamente tutte le varie permutazioni possibili tra versioni di sistema operativo, browser, applicazioni). L’utilizzo di tool automatici o di capacità industriali sono prerequisiti quasi indispensabili su grandi progetti. Tuttavia, in altri casi, le dimensioni limitate di un impianto oppure la necessità di competenze applicative specifiche possono suggerire un approccio più artigianale e personalizzato. Confrontandosi con l’architetto Dell, il partner può realmente comporre la soluzione più appropriata al contesto.

Dicevamo, più sopra, che il tempo inesorabilmente stringe. Il 14 luglio è davvero alle porte. Vendor tecnologici e partner di business hanno una grande responsabilità. Dell è organizzata per affiancare i propri partner, complementarne le competenze ed arricchire i contenuti della loro proposizione secondo necessità. Voi siete pronti per la sfida?

* Antonio Apollonio ha il ruolo di Services Country Leader e Sales Manager di Dell Italia