Data Privacy Day 2019, le PMI ancora poco protette

Secondo un recente studio effettuato da Kaspersky Lab le piccole e medie imprese non sono ancora efficacemente protette contro le cyber minacce tanto che oltre il 40% delle Pmi ha subito un tentativo d'intrusione nella propria infrastruttura tecnologica e digitale.

Autore: Redazione ChannelCity

Nella giornata del Data Privacy Day come non fare una riflessione sul tema della sicurezza dei dati nel comparto piccole e medie imprese, il comparto che nonostante la mancanza di risorse e finanziamenti continua a trainare l'economia del nostro paese.
In questo caso ci viene in aiuto uno dei leader della sicurezza ovvero Kaspersky Lab la quale si è interrogata proprio sul rapporto tra PMI e protezione dei dati, chiedendosi se le aziende stiano davvero proteggendo i dati e la continuità del loro lavoro dalle cyberminacce in continua evoluzione.
Grazie al report diffuso dall'azienda, dal titolo "From data boom to data doom: the risks and rewards of protecting personal data" è emerso che quasi la metà (42%) delle PMI coinvolte dallo studio ha subito almeno una violazione di dati, anche se la maggioranza (72%) era sicura di essere protetta in modo affidabile da questo tipo di incidenti.

Le organizzazioni cercano di far evolvere le loro operazioni aziendali

Le piccole aziende devono mantenere il passo rispetto alle imprese concorrenti e rilasciare in modo rapido nuovi prodotti o servizi digitali e per avere successo devono funzionare correttamente ed essere accessibili da parte di tutti i dipendenti che possono averne bisogno. Ecco perché le aziende si sforzano di garantire la continuità di questi processi aziendali cruciali.
In effetti, quando si parla di sicurezza IT e secondo un sondaggio condotto da Kaspersky Lab , una delle principali preoccupazioni, per il 40% delle aziende, è relativa alla "business continuity" e alla possibile perdita di accesso ai servizi interni e rivolti al cliente.

Le aziende sono preparate ad un'eventuale violazione dei dati?

Oltre all'accesso ai servizi, un'altra parte importante del processo di vendita e pianificazione è rappresentata dai dati, compresi quelli relativi alle analisi e alle informazioni sui clienti. Secondo lo studio, la maggior parte delle aziende (94%) archivia report finanziari e dati personali dei clienti - come numeri di conto corrente (80%) e dati di carte di credito (78%) - sui dispositivi dei dipendenti, nei server interni o su cloud pubblici. In ogni caso, questa abbondanza di dati comporta anche un aumento del rischio di compromissione.
Sembra che le aziende siano preparate a questa eventualità - il 72% delle piccole e medie imprese coinvolte dallo studio di Kaspersky Lab è convinto del fatto di essere equipaggiato bene o nel miglior modo possibile in fatto di protezione dei dati - ma questa sensazione di sicurezza sembra essere non realistica. Negli ultimi mesi, il 42% delle PMI sentite ha subito almeno un incidente che ha inciso sulla sicurezza dei dati; oltre un quarto delle aziende (27%), invece, ha riscontrato da due a cinque violazioni.
In oltre il 40% dei casi segnalati, sono stati proprio i dati personali dei clienti, memorizzati all'interno dei sistemi dell'organizzazione, a subire il danno maggiore in seguito a questo tipo di incidenti.

La "ricetta" di Kaspersky Lab

Kaspersky Lab consiglia di mettere in atto i consigli che seguono, in modo che, da un lato, le aziende possano mettere al sicuro i dati e le applicazioni disponibili, e, dall'altro, i dipendenti possano concentrarsi sulle proprie mansioni specifiche:   Maggiori informazioni sulle soluzioni Kaspersky Lab utili alle piccole e medie imprese per la protezione dei dati dei clienti sono disponibili sul sito dell'azienda, nella pagina dedicata alla Next Generation di soluzioni di Cybersecurity per il mondo Business.

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