Pure//Accelerate 2019, benvenuti nell’era della Modern Data Experience

Il maggior evento mondiale di Pure Storage ha colorato di arancione le principali vie di Austin, gettando nuova linfa in un mercato storage ormai tendente al piatto. Tantissime le novità annunciate, tutte orientate alla differenziazione di un portfolio pronto a garantire da subito nuovi livelli di data experience ad aziende in cerca di prestazioni e semplificazione

Autore: Claudia Rossi

Per Pure Storage non è stata certamente casuale la scelta di tenere ad Austin, in Texas, l’edizione 2019 di Pure//Accelerate, il suo maggior evento dedicato a partner e clienti di tutto il mondo. Una sfida aperta a uno dei suoi maggiori competitor, che proprio ad Austin ha da sempre il proprio quartier generale. Un messaggio chiaro, che vuole ribadire al mercato come la strategia di Pure Storage non tema confronti e punti a rivoluzionare in modo profondo l’intero mondo della gestione dei dati. “A ottobre festeggeremo i nostri primi dieci anni di attività. Una decade che ci ha visto progressivamente affermare sul mercato grazie a una strategia vincente, improntata all’all-flash e all’Evergreen Storage” ha affermato Charles Giancarlo, Presidente e Ceo di Pure Storage, di fronte a una platea di oltre 3.000 partecipanti. Ora il nuovo traguardo è mettere a disposizione del mercato un data environment intrinsecamente flessibile, fornendo una lingua franca che consenta di utilizzare i dati indipendentemente dal media, dall’applicazione e dall’ambiente di utilizzo. Solo così si potrà cogliere il massimo dal loro valore. “La gestione dei dati rappresenta oggi un’enorme sfida per qualsiasi realtà che vuole garantirsi esperienze digitali di successo. La nostra vision permette di vincere questa sfida, facendo leva su una ‘modern data experience’, capace di svincolare definitivamente i dati dagli stack applicativi e dai media sottostanti” ha proseguito Giancarlo, sottolineando come questo nuovo data environment formulato da Pure Storage sia fondamentalmente semplice, lineare e sostenibile. Semplice: perché Api-defined, as a service, caratterizzato da un’automazione Ai-driven e dotato di strumenti di gestione comuni. Lineare: perché i servizi storage possono gestire qualsiasi protocollo, qualunque tier e ambienti multi-cloud. Sostenibile: perché capace di garantire ottimizzazioni continue senza causare interruzioni operative.
Charles Giancarlo, Presidente e Ceo di Pure Storage“Nel viaggio verso questo nuovo data environment, Pure Storage si trova molto avanti. Dopo aver semplificato i workload dello storage Tier 1, annunciamo a questo evento l’abilitazione piena dell’hybrid cloud e la possibilità di utilizzare tutti i media sotto forma di servizio per arrivare presto a garantire il supporto di tutte le applicazioni e tutti i protocolli” spiega il Ceo. Un percorso frutto di investimenti continui che puntano ad accelerare la transizione verso architetture dati veloci e consolidate, capaci di far trarre il massimo del valore da AI e analytics, consentendo al tempo stesso un ripristino immediato in caso di interruzioni IT.

E sul punto degli investimenti Charles Giancarlo si è fermato attaccando in modo molto duro i competitor, accusati di operare addirittura un disservizio nei confronti del mercato. “I vendor legacy non stanno spendendo abbastanza in Ricerca e Sviluppo e spesso vendono prodotti semplicemente rinominando soluzioni fabbricate da terze parti” ha affermato senza esitazione, accusando i rivali di frenare il mercato storage in termini d’innovazione e prestazioni, impattando così sulla sua crescita generale. Al contrario, Pure Storage continua a investire in R&D: gli ultimi dati di bilancio indicano che addirittura il 18% del suo fatturato è destinato a questa voce. Una percentuale importante, che sta spingendo il vendor a conquistare progressivamente quote, strappandole ai competitor. Secondo il Ceo, negli ultimi anni la crescita di Pure Storage ha registrato, infatti, incrementi continui tra il 40 e il 50%, superando un tasso medio di mercato compreso tra il 5 e il 10%. Nel secondo trimestre 2019 i dati Idc indicano addirittura una contrazione del segmento storage pari all’1% a livello mondiale, mentre Pure Storage ha proseguito la volata con un incremento del 28% delle revenue rispetto allo stesso periodo 2018.

Un trend positivo che secondo Giancarlo non potrà che continuare, dal momento che i competitor seguitano a vendere alla propria base installata, invece di preoccuparsi di ampliare il parco clienti. “Il nostro sales team è costituito da ‘cacciatori’ in costante ricerca di nuovo business, mentre la forza vendita dei competitor è composta prevalentemente da ‘agricoltori’ che si ostinano a mietere lo stesso terreno” ha affermato il Ceo, che ha così spiegato come mai Pure Storage riesca a continuare a crescere in un mercato fondamentalmente piatto. Con una precisazione importante sulla marginalità. All’interno dei data center i sistemi storage rappresentano ancora i prodotti più redditizi. Le vendite dei server hanno, infatti, ormai imboccato una parabola pericolosamente discendente, mentre quelle delle soluzioni di networking, pur offrendo ampi margini, assorbono solo il 10-15% della spesa. Lo storage rappresenta, quindi, la seconda maggiore voce di costo nei data center e continua a offrire margini interessanti, mediamente attorno al 40%, una percentuale che lievita addirittura al 70% con l’offerta Pure Storage.

Pure//Accelerate, gli annunci

Accelerate 2019 è stato teatro di numerosi importanti annunci da parte di Pure Storage. Tra quelli che hanno colpito maggiormente la platea rientra sicuramente il rilascio di FlashArray//C, il primo all-flash array progettato per applicazioni Tier 2. Matt Kixmoeller, VP Strategy di Pure Storage, ha presentato il prodotto come “il primo array capacitivo progettato per fornire performance all-flash al costo delle tecnologie su disco”. Rispetto a queste ultime il suo utilizzo a livello Tier 2 garantisce livelli di latenza decisamente inferiori, consentendo una gestione dei dati moderna, con flash basate su tecnologia NVMe lungo tutto lo stack. Creato per garantire una disponibilità superiore al 99,9999%, l’array è stato progettato secondo il modello Evergreen e consente, quindi, aggiornamenti hardware e software continui senza migrazione dei dati.  “I suoi casi d’uso sono tantissimi: dalle soluzione di Disaster Recovery allo sviluppo di ambienti di testing, fino all’utilizzo in combinazione con FlashArray//X per la migrazione di virtual machine da un data store a un altro tra più tier applicativi” ha spiegato Kixmoeller, ricordando i tre tagli disponibili dell’array: 366 Tb raw (1,3 Pb effettivi), 878 Tb raw (3,2 Pb effettivi) e 1,4 Pb raw (5,2 Pb effettivi).
Matt Kixmoeller, VP Strategy di Pure Storage, annuncia FlashArray//CIl secondo importante annuncio dell’evento ha riguardato, invece, il rafforzamento del portfolio FlashArray lungo la direttrice prestazionale. I nuovi moduli DirectMemory, basati sul software DirectMemory Cache e su memoria storage-class Intel Optane, consentono infatti agli utenti di FlashArray//X di usufruire di un acceleratore software-based capace di ottimizzare l’accesso ai dati, abbattendo fino al 50% i livelli di latenza.
L'annuncio dei nuovi moduli DirectMemoryIn ambito Cloud Data Services, Pure Storage ha poi annunciato l’estensione del portfolio con il rilascio di Cloud Block Storage per Aws. “Queste soluzioni consentono la migrazione di applicazioni da e su Amazon Web Services, minimizzando gli impatti applicativi e permettendo ai clienti di beneficiare della convenienza del cloud pubblico per ogni caso d’uso” spiega Kixmoeller, che sottolinea come la disponibilità di Cloud Block Storage per Aws conferisca a questo cloud pubblico caratteristiche tipicamente enterprise, permettendone l’aggregazione di risorse per offrire i tipici benefici dello storage tradizionale (deduplica, compressione, thin provisioning e possibilità di un management centralizzato). Per quanto riguarda il cloud pubblico di Microsoft, Kixmoeller ha, invece, annunciato la disponibilità di CloudSnap per Azure, tecnologia di cloud back up fino ad oggi compatibile solo con Aws.

Pure Accelerate è stato anche teatro di un rebranding. Il programma Evergreen Storage Service (ES2) lanciato l’anno scorso ha, infatti, cambiato nome diventando Pure as-a-service per sottolineare come l’offerta sia ora in grado di coprire l’intero portfolio Pure, Cloud Block Storage e FashBlade inclusi. “Con questo rebranding vogliamo rendere estremamente chiaro che oggi tutta la nostra offerta è oggi sottoscrivibile come servizio, indipendentemente che si tratti di soluzioni on prem o in cloud” chiarisce Kixmoeller, che ricorda come Pure Storage sia oggi la prima e unica azienda ad offrire questa enorme flessibilità.

Gli ultimi annunci di Pure//Accelerate hanno riguardato, infine, lo sviluppo e l’implementazione di iniziative AI con il rilascio di un nuovo sistema per l’archiviazione di file e oggetti Pure Storage FlashBlade e della proposta AI-Ready Infrastructure, realizzata in collaborazione con Nvidia. “AI Data Hub è una soluzione end-to-end in grado di accelerare pipeline AI dall’iniziale proof of concept fino alla produzione” spiega Kixmoeller. Le aziende che oggi si trovano vincolate da un’infrastruttura di analytics frammentata e a silos possono, dunque, trovare in AI Data Hub la soluzione migliore per aumentare prestazioni e sicurezza delle iniziative AI, velocizzando il time-to-market e aumentando le informazioni trasferite ai modelli data-driven.

Un canale in crescita selettiva

Con un go-to-market storicamente indiretto al 100%, Pure Storage ha da sempre dedicato importanti investimenti allo sviluppo di tool e risorse da mettere a disposizione del suo canale di partner.
L’ultima novità in questo ambito risale ad aprile scorso e riguarda un Pure Storage, debutta il programma EMEA dedicato ai distributori dell’area Emea. “Il programma è stato pensato per premiare tutte quelle realtà distributive che si impegno ad ampliare la nostra portata di mercato, attivando nuove partnership locali con operatori in grado di cavalcare temi come l’hybrid cloud, la data protection, le architetture scale-out e l’Intelligenza Artificiale” ha spiegato Matthieu Brignone, Area Vice President Emea Partners di Pure Storage, che ha ricordato come il business veicolato attraverso la distribuzione sia cresciuto del 50% su base annua nei primi sei mesi del 2019.
Matthieu Brignone, Area Vice President Emea Partners di Pure StorageIn seguito all’introduzione del nuovo programma i partner sono stati distinti in due categorie: ‘Pure-led’ e ‘Distributor-led’. I primi, di cui fanno parte gli operatori certificati Elite e una piccola parte dei Preferred, continueranno ad essere seguiti direttamente da Pure, mentre gli Authorized e la parte restante dei Preferred saranno gestiti dai distributori, che avranno in mano circa il 70% del canale Pure. “L’obbiettivo è far crescere l’ecosistema in modo selettivo, introducendo partner con expertise uniche e in grado di aggiungere reale valore alla nostra offerta” ha chiarito Brignone, sottolineando con soddisfazione la crescita a livello Emea dell’intera struttura Pure a supporto del canale. Oggi in quest’area sono 35 i Channel Account Manager dedicati, mentre sono una decina i Channel Technical Manager (di cui uno in Italia) focalizzati sul partner enablement. “L’Italia rappresenta per noi un Paese di successo, in cui vantiamo numerose referenze in importanti Large Account. Con il nuovo programma dedicato ai distributori, puntiamo ora a stimolare anche il midmarket crescendo in un segmento che, soprattutto in Italia, può offrire molte opportunità di business” ha concluso l’Area Vice President, pronto a riconoscere una grande professionalità in tutto il team locale.

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