Stiamo assistendo al paradosso moderno dell’IT. Da una parte profitti record, investimenti miliardari nell'intelligenza artificiale, dall’altra centinaia di migliaia di licenziamenti
Autore: F.M.
Per anni si è sbandierato a destra e a manca che l’introduzione delle nuove tecnologie avrebbe sempre portato ulteriore sviluppo e posti di lavoro, anche nelle aziende IT. Oggi però non è più così. L’intelligenza artificiale sta mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, proprio a partire dal mondo IT. E anche il paradigma che l’AI avrebbe creato nuovi posti di lavoro, per ora è solo un miraggio. Lo rileva il tracker indipendente Layoffs.fyi, che monitora i licenziamenti nel settore tecnologico globale, nel quale viene evidenziato che ogni giorno oltre 500 lavoratori del settore perdono il posto perchè un algoritmo può eseguire il loro lavoro, a costo zero.
Qualche esempio specifico? Il caso Microsoft: dopo l’annuncio del mese di maggio, che sanciva una riduzione di circa il 3% del personale, più o meno 6.000 persone, a fine giugno è arrivata un’altra tegola che riguarda il taglio di ulteriori 9.100 persone. Tutto questo sebbene che nel trimestre chiuso a fine marzo Microsoft ha registrato 70,1 miliardi di dollari di ricavi, in crescita del 13% anno su anno (del 15% a valuta costante), portandosi a casa un utile netto pari a 25,8 miliardi di dollari, in crescita del 18%.
Altro caso emblematico riguarda una ex Big Tech, Intel. L’azienda ha recentemente comunicato ai propri dipendenti che è pronta a mettere in atto una riduzione del personale tra il 15% e il 20% della sua divisione di produzione di chip. Tutto questo a seguito di altre riduzioni di personale avvenute negli scorsi mesi. E che dire di Amazon, che nel primo semestre 2025 ha eliminato 16.000 posti di lavoro e contemporaneamente ha registrato una crescita delle vendite dell’11%, raggiungendo i 158,9 miliardi di dollari, e un incremento del reddito operativo del 55,6%. Altra Big come Google sempre nel primo periodo 2025 ha ridotto il proprio personale di 12.000 unità mentre Meta di 10.000.
Forse però il caso più emblematico è quello di IBM. La società ha recentemente licenziato circa 8.000 dipendenti del reparto risorse umane sostituendoli completamente con il sistema AskHR, un “agente conversazionale” che automatizza il 94% delle attività di routine. Di fatto stiamo assistendo al paradosso moderno dell’IT. Da una parte profitti record, investimenti miliardari nell'intelligenza artificiale, dall’altra centinaia di migliaia di licenziamenti. Per cui si dovrebbe andare cauti nell’affermare che l’AI sta creando nuovi posti di lavoro, per ora siamo di fronte a una puntuale sostituzione tecnologica del lavoro umano.