HPE, l’edge come fattore competitivo di business

Tante le soluzioni edge già messe a punto da HPE in collaborazione con l’ecosistema specializzato dei suoi partner, che negli HPE Edgeline trovano sistemi in grado di pre-elaborare e normalizzare i dati direttamente dove vengono raccolti, riducendo così la latenza e tagliando i costi di gestione ‘field to cloud’ a vantaggio dei clienti. Intesa l’attività di formazione del canale, cui viene messa a disposizione una pluralità di strumenti per eccellere in competenze

Autore: Claudia Rossi

In Italia la richiesta di soluzioni edge sta crescendo a ritmo sostenuto. “Il trend è particolarmente evidente nel mercato delle Telco, uno dei settori dove la richiesta di soluzioni edge è in espansione per l’avvento delle soluzioni 5G. Dalle analisi e dalle relazioni con i nostri clienti abbiamo stimato che già oggi le startup di questo specifico mercato utilizzano per il 21% soluzioni edge, il che testimonia la grande attenzione rivolta a questo ambito tecnologico, in grado di garantire un ritorno sugli investimenti immediato quando si trova in combinazione con altre tecnologie come l’IoT e l’Intelligenza Artificiale” afferma Carlo Vaiti, Distinguished Chief Technologist di Hewlett Packard Enterprise. Per HPE l'edge computing rappresenta un'interessante architettura It distribuita e aperta, con potenza di elaborazione decentralizzata, predisposta soprattutto per tecnologie di mobile computing e IoT. “Quando parliamo di soluzioni di edge computing, noi le pensiamo come una nuova ‘esperienza’ cloud, che si comporta con le logiche del cloud, ma è più vicino all'utente. In queste soluzioni, i dati sono, infatti, elaborati dal dispositivo o da un computer o server locale, invece di essere trasmessi al data center” puntualizza Vaiti, spiegando che il cloud funziona con le stesse logiche dell'edge, ma è mediamente più lontano, quindi ha tempi di risposta più lenti. Questo modello, che oggi rappresenta sempre più un’integrazione del cloud computing, è nato perché in molti casi non è conveniente per le aziende raccogliere i dati in locale, trasferirli agli hyperscaler e aspettare di riceverli rielaborati. Meglio lavorarli dove sono creati. Questo essenzialmente perché la banda larga non è sempre davvero ‘larga’ e si possono verificare, quindi, problemi di comunicazione in alcune zone dove anche la banda mobile non arriva. Un secondo driver alla base del successo dell’edge computing è rappresentato dai tempi di latenza, che in alcuni casi d’uso può essere critica. E, poi, c'è il problema della ‘sovranità del dato’ o ‘Data Privacy’. “Aumentando il numero di oggetti connessi via Iot crescono anche le informazioni da tutelare. Un modo per proteggerle è evitare di trasferirle tutte su cloud, mantenendole in locale dove sono prodotte ed elaborando i dati all’edge per ottenere informazioni utili ai decision maker nel più breve tempo possibile” puntualizza Vaiti, pronto a chiarire che per HPE la digitalizzazione all’edge rappresenta un fondamentale strumento di Business Continuity. Ma non solo. “Oggi l’edge non costituisce più semplicemente un fattore abilitante per il business, ma un vero e proprio fattore competitivo: chi non ha intrapreso il processo di trasformazione digitale, rischia prima o poi di uscire dal mercato in cui opera” prosegue Vaiti. Ne sono un esempio gli operatori delle Telco: in questo settore le soluzioni cosiddette Telco Edge generano ormai nuovi importanti ‘revenue streams’ grazie a servizi differenziati all’edge della rete, spesso implementati con un modello a consumo. Quest’ultimo richiede infrastrutture tecnologiche in grado di gestire la complessità crescente dei dati attraverso strumenti di automazione e orchestrazione, mantenendo i principi di interoperabilità, portabilità e sovranità.

Dall’Intelligent automation alla manutenzione predittiva

La proposizione edge è strategica all’interno del portfolio HPE, che nel settore manifatturiero e in quello delle telecomunicazioni è al lavoro su numerose implementazioni assieme ai suoi partner specializzati. “Con il canale puntiamo a costruire un ecosistema in grado di rispondere al meglio ai bisogni dei clienti. Tra le tante soluzioni messe a punto, vale la pena ricordare quelle indirizzate al mercato manifatturiero nell’ambito dell’Intelligent automation, soluzioni che sono mirate alla riduzione delle spese operative grazie alla Intelligenza Artificiale, combinando Machine Learning e Robotic Process Automation (RPA)” esemplifica Vaiti, sottolineando come l’implementazione di questo tipo di soluzioni all’edge garantisca non solo il controllo dei KPI della gestione dei fault di campo per la rete di accesso radio, ma anche il miglioramento della customer satisfaction e dei processi di customer service/CRM. Altre soluzioni HPE all’edge riguardano l’ambito NLP (Natural Language Processing): per esempio chatbot per un’assistenza 24/7 o soluzioni di classificazione e tagging delle richieste di assistenza per indirizzarle al centro di competenza più adeguato e ridurre, così, i tempi di chiusura dei ticket. Altro ambito in cui HPE ha importanti best practice riguarda la manutenzione predittiva. “Qui, assieme alla rete dei nostri partner specializzati, riusciamo a controllare in tempo reale l’andamento di centinaia di KPI tipici della rete degli operatori, rilevando in tempo reale il loro discostamento rispetto agli standard accettabili e prevedendo l’insorgere di anomalie all’edge” chiarisce Vaiti. Per il futuro, la direzione di sviluppo dell’R&D di HPE punta a concentrarsi soprattutto su nuove soluzioni volte a supportare la sovranità del dato all’edge con l’utilizzo della tecnologia di ‘Swarm Learning’.Carlo Vaiti, Distinguished Chief Technologist di Hewlett Packard Enterprise

HPE Edgeline, OT e It in un solo sistema rinforzato

“Oggi la nostra offerta di soluzioni edge si focalizza su più settori: dall’Industria 4.0 all’ IoT, dalle Telco all’Agrifood, ossia dove secondo noi l’edge computing sta cambiando in modo radicale le regole del gioco. Tutte le soluzioni, proposte assieme alla rete dei nostri partner, presentano un approccio Data Driven e fanno spazio a un concetto di Data Enrichment, fondamentale per trasformare la complessità dei dati grezzi provenienti dall’edge in informazioni utili per il business” spiega Vaiti. In questo scenario, i partner specializzati del vendor hanno l’interessante possibilità di fare leva sugli HPE Edgeline, sistemi per ambienti edge complessi, in grado di far convergere il mondo dell’Operation Technology (costituito dall’acquisizione di dati, dal monitoraggio delle macchine utensili, da sistemi di controllo e da reti industriali) con un It di classe enterprise. “Le soluzioni convergenti HPE Edgeline si incaricano di pre-elaborare e normalizzare il dato direttamente dove viene raccolto, il che ne incrementa l’affidabilità, riduce la latenza e taglia i costi di gestione ‘field to cloud’ a vantaggio dei clienti” precisa Vaiti, che prosegue: “Per quanto riguarda il portfolio d’offerta, siamo comunque in continua espansione. Il nostro piano è, infatti, quello di crescere in settori, come quello dell’Agrifood e della Sanità, proponendo specifiche soluzioni d’Intelligenza Artificiale all’edge per cogliere le grandi opportunità offerte dal PNRR. Nel mondo della Sanità proponiamo già soluzioni edge completamente decentralizzate, che permettono la condivisione dei risultati degli studi di più centri di ricerca, senza dover condividere i dati stessi”. Si tratta di un punto molto importante: nel mondo della Sanità il diritto alla privacy dei dati dei pazienti rappresenta, infatti, un requisito fondamentale. La soluzione messa a disposizione da HPE permette di predire con anticipo le terapie, condividendo i risultati degli studi in maniera completamente anonima.

Formazione: tutti i percorsi messi a disposizione da HPE

Ovviamente per proporre le soluzioni edge i partner HPE devono disporre di competenze specializzate, un requisito che da sempre spinge il vendor a intense attività di enablement. Nel caso delle soluzioni edge, in particolare, sono disponibili diverse iniziative e vari programmi offerti in modalità ‘pull and push’ attraverso più formati e più strumenti. Proattivamente e in completa autonomia, i partner possono, per esempio, trovare sul portale Seismic dedicato ad HPE tutte le informazioni relative ai prodotti, ai casi d’uso e alle esperienze nei diversi settori industriali. A questo vanno ad aggiungersi momenti di formazione live e on demand indirizzati a figure tecniche e commerciali. Localmente vengono, poi, organizzati eventi dedicati ai reparti prevendita e sales dei partner: appuntamenti in cui sono messe a confronto le esperienze dell’ecosistema nei diversi settori industriali per facilitarne la replica. Da ultimo, sono disponibili percorsi continuativi di formazione (Continous Learning Badge), necessari per conseguire le certificazioni richieste all’interno del programma HPE Partner Ready e ottenere, così, la specializzazione relativa alle soluzioni edge. Per far conoscere le competenze maturate dai partner in questo ambito, il vendor, infine, ha lanciato da tempo l’iniziativa HPE Innovation Lab Next, uno spazio in cui condivide esperienze, soluzioni e progetti abilitati dalla sua tecnologia e dal know how del suo canale.
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Speciale Edge: Benvenuti nell'era dell'edge

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