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AI Innovation: il racconto del cambiamento tecnologico secondo i protagonisti dell’ecosistema italiano

Quando l’AI cresce del 58% in un anno, ma resta ancora sperimentale. Quando l’AI è di fatto una rivoluzione in atto ma, in quanto tale, chiama in causa tutte le competenze e le abilità di un ecosistema tecnologico che può e deve guidare le imprese, sul territorio, nella giusta direzione. Un talk esclusivo e prezioso

Autore: Marco Maria Lorusso

Quando l’AI cresce del 58% in un anno, ma resta ancora sperimentale.

Quando l’AI è di fatto una rivoluzione in atto ma, in quanto tale, chiama in causa tutte le competenze e le abilità di un ecosistema tecnologico che può e deve guidare le imprese, sul territorio, nella giusta direzione.

Nel 2024, il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia ha raggiunto un valore di 1,2 miliardi di euro, segnando una crescita del 58% rispetto all’anno precedente. Il dato, contenuto nell’ultima ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, è imponente ma nasconde una verità più sottile: il 73% degli investimenti si concentra ancora in fase di sperimentazione. POC, prototipi, iniziative isolate. Pochissimi i progetti scalabili e industrializzati, ancora meno quelli pienamente integrati nei processi aziendali.

Come anticipato, è per questo che in un ecosistema in cui la narrazione dell’AI corre più veloce della sua reale implementazione, il ruolo di system integrator, MSP e distributori a valore assume una centralità strategica. Non solo come abilitatori tecnologici, ma come interpreti capaci di orientare le imprese verso un uso consapevole, efficace e sostenibile dell’AI.

Da queste premesse è nato il talk “AI Innovation: il ruolo sempre più strategico dell’MSP e dei System Integrator”, andato in scena a Milano nei giorni scorsi nel cuore del Mese del Canale firmato Channelcity, la rivista italianai di riferimento per tutto il l’ecosistema ICT. Ospiti i rappresentanti di alcune tra le aziende più attive sul fronte AI, un gruppo di fuoriclasse straordinari dell’innovazione digitale al servizio delle imprese: Rosario Blanco, Vendor Commercial Director at Westcon-Comstor Italy; Roberto Motta, Offering Leader Data Center, Managed Services, Digital Workplace at Lutech;

Simone Ricci, Presales Director at Maticmind; Patrick Cioni, Business Development Manager Trice - R1 Group e Marco Cirilli, Group Information Technology Director di Far Networks. Il risultato è stato un confronto aperto, denso di contenuti e sprovvisto di retorica, che qui restituiamo in forma narrativa, con uno spazio dedicato a ciascun protagonista.


Far Networks – Marco Cirilli: “L’AI non è un’innovazione. È una metamorfosi”

Marco Cirilli, nella foto sotto, ha aperto i lavori con una riflessione che è risuonata in tutta la sala: “L’AI non è solo tecnologia. È qualcosa che ci costringe a ripensare da capo le nostre aziende e, forse, anche la società”. In Far Networks, questo approccio si è tradotto in un programma chiamato Metamorfosi, un percorso di trasformazione culturale e organizzativa.

L’azienda lavora da anni nel modern workplace, integrando AI per ottimizzare la gestione di spazi condivisi, prenotazioni e asset aziendali. Ogni giorno, milioni di dati alimentano modelli predittivi utili a facility manager e HR. Ma per Cirilli il cambiamento vero è altrove: “Le organizzazioni del futuro saranno orizzontali, costruite attorno ad agenti AI. Un’azienda di tre persone potrà fare ciò che oggi richiede team di cento.”

Il suo appello finale è chiaro: “Dobbiamo riportare l’uomo e l’umanesimo al centro. L’AI può aiutarci a lavorare meglio, non solo a tagliare costi.”



Westcon-Comstor – Rosario Blanco: “L’AI divide le imprese. E i partner non sono ancora pronti”

Rosario Blanco, nella foto di seguito, ha portato lo sguardo di chi vive il mercato da un livello intermedio: quello del distributore a valore, in contatto con vendor e reseller. La sua analisi è lucida: “I vendor spingono tantissimo. Noi riceviamo proposte AI-powered su cybersecurity, collaboration, networking. Ma i partner sono in ritardo. Cercano soluzioni plug-and-play, ma non sempre hanno chiari processi o obiettivi.”

Blanco ha anche posto l’accento sulle disuguaglianze: “Le grandi aziende sperimentano molto. Le PMI, invece, osservano e attendono. Temono di investire in tecnologie che non riescono ancora a comprendere o a integrare.”

Dal punto di vista tecnologico, Westcon si sta concentrando su tre fronti: sicurezza dei modelli AI, integrazione di motori terzi in architetture ibride e mitigazione dei carichi infrastrutturali per AI operativa. “L’AI passerà da assistente a operatore. Questo salto dev’essere fatto in sicurezza.”



Lutech – Roberto Motta: “Abbiamo fatto dell’AI il centro della nostra azienda”

Se per molti l’AI è una frontiera, per Lutech è già un cuore pulsante. Roberto Motta ha raccontato come il gruppo (quasi 6.000 persone e un miliardo di fatturato) abbia riorganizzato le proprie strutture interne, trasformando l’AI in un motore trasversale.

“Non la trattiamo più come una capability. Tutti i reparti sono coinvolti.” Tra i progetti più concreti, Motta ha citato lo sviluppo di una piattaforma per la generazione automatica di offerte commerciali, oggi già adottata anche da alcuni clienti. “Con un LLM proprietario riusciamo a sintetizzare capitolati, proporre soluzioni coerenti e generare preventivi su misura in tempi record.”

Ma l’AI non è solo efficienza. “Serve tempo, dati e competenza. Il mercato chiede soluzioni ‘magiche’, ma senza fondamenta si rischia solo di sprecare budget.” La previsione? “Ci vorranno ancora due o tre anni prima di una maturazione vera. Se il 2024 è stato l’anno delle POC e dei benchmark, il 2025 è invece l’anno dove si sta iniziando a portare progetti concreti ai nostri clienti.”



Maticmind – Simone Ricci: “Stiamo addestrando agenti AI per diventare il nostro secondo cervello”

Simone Ricci ha raccontato il percorso di Maticmind, realtà che da system integrator tradizionale si sta rapidamente evolvendo in MSP 2.0, dove l’AI è al centro della progettazione dei servizi.

“Per noi l’AI è un cuscinetto tra il servizio standard e quello completamente custom. Con progetti come NORA – un AI agent per il triage automatico dei ticket – siamo in grado di anticipare problemi, gestire eventi critici e abbattere i tempi di risposta.”

Particolarmente attiva in ambito cybersecurity, Maticmind usa l’AI per analisi predittiva, correlazione di eventi e risposta automatica. Ricci, però, invita alla prudenza: “L’AI non è un sostituto degli esperti, ma un acceleratore per chi già sa fare il proprio mestiere.”

Trice / R1 Group – Patrick Cioni: “Il vero problema è l’aspettativa irreale”

Dal lato più vicino ai clienti, Patrick Cioni ha condiviso una verità scomoda: “Molte aziende si aspettano che l’AI faccia miracoli. Alcuni manager credono che basti adottarla per mandare a casa decine di persone.”

Cioni, che lavora in un gruppo con un forte focus su digital marketing e comunicazione, ha evidenziato come questi settori stiano vivendo un’accelerazione drastica: “Le aziende vogliono sapere oggi cosa dovranno comunicare tra sei mesi. E vogliono farlo in modo rapido, efficace e predittivo.”

Trice – R1 Group sta anche supportando startup nel campo della sentiment analysis, rispondendo a una domanda crescente di intelligenza “anticipatoria” nel mercato.

La sua previsione? “Nei prossimi cinque anni, nasceranno molte aziende che saranno composte da una manciata di persone e una flotta di agenti AI. Sta cambiando un intero modo di fare impresa e il nostro compito e studiarlo, capirlo, mettere in campo le giuste competenze e le giuse piattaforme tecnologiche per supportare una simile evoluzione.”


Il futuro tra metamorfosi, agenti e coscienza etica

Al netto di ogni posizione e strategia, tutti i partecipanti hanno concordato su un punto fondamentale: l’AI non è una tecnologia da inserire nei processi, ma una rivoluzione che li ridefinisce. Richiede una nuova cultura, una nuova formazione, e forse anche una nuova politica industriale.

Le sfide vanno oltre l’efficienza. C’è il tema delle competenze linguistiche (indispensabili per un prompting efficace), della sicurezza dei dati, della sostenibilità etica dell’automazione e della ridefinizione dei ruoli lavorativi.

L’intelligenza artificiale non sostituirà l’uomo, ma lo obbligherà a cambiare. E chi saprà accompagnare questo cambiamento, come i system integrator presenti a questo talk, avrà il compito di fare da guida, non solo da fornitore.

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