▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...

Italian Channel Awards Nomination

: "L’importanza di un cloud sovrano e qualificato per i fornitori della PA" La sovranità secondo Aruba.it

Mercato IT in Italia: ci aspetta un anno difficile

I dati di Assinform indicano un mercato aggregato in calo dell'1,3%, con il comparto IT in netta contrazione (-5,9%) e le TLC in leggerissima crescita con un modesto +0,7%. Per l'analista Netconsulting se il 2008 si sta configurando come l'anno terminale di un'epoca che è finita, il nuovo anno 2009 si presenta con incertezza, con caratteristiche nuove e nuovi orizzonti. La ricetta di Assinform.

Tecnologie & Trend
"Il 2008 si sta configurando come l'anno terminale di un'epoca che è finita, sottollinea Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting. Ilassinform-l-it-cala-nel-ma-nel-2009-sara-ancora-pe-1.jpg 2009 non sarà così; si sta aprendo all'insegna dell'incertezza, con caratteristiche nuove e nuovi orizzonti".
Nel corso del 2008 il mercato aggregato dell'ICT ha raggiunto i 64.463 milioni di Euro (+0,1%), riportando un  minor dinamismo rispetto al 2007, quando era cresciuto dello 0,9%.
Nel 2008 il comparto IT
cala sensibilmente e per la prima volta, dopo quattro anni, il settore delle telecomunicazioni registra un andamento negativo.

[tit:Andamento negativo per il comparto hardware ma con una eccezione]
Il mercato IT  italiano (+0,8%), che ha raggiunto i 20.343 milioni di euro, ha perso un punto percentuale di crescita, in linea con la media mondiale. Si tratta però di una perdita molto più pesante perché parte da un risultato di crescita già insoddisfacente. Sono segnali negativi, che in qualche modo anticipano i trend che caratterizzeranno il 2009.
Novità assoluta in quest'ambito è relativa al calo del comparto hardware; dopo molti anni nel 2008  ha riportato un segno meno (-0,2%). Hanno determinato tale risultato tutti i comparti che costituiscono il segmento (mainframe, workstation, storage, stampanti) al netto dei PC.
Il calo generalizzato di tutti i comparti è da attribuire principalmente a un rallentamento nel rinnovamento del parco tecnologico da parte delle aziende.Tiene nel complesso il mercato PC, che sono cresciuti del 15% in valore e del 23% in volumi, ma con dei distinguo sostanziali: i desktop hanno riportato un -4,7%, metre i notebook un + 44,5%. In questo caso ha contribuito fortemente al risultato l'affermazione dei netbook.

[tit:Software e servizi: avanti, paino]
Ha tenuto l'aggregato software più servizi, seppur su tassi di crescita piuttosto conservativi (+1,3%), con una performance migliore del software rispetto a quella dei servizi (+3,4% e +0,4%).
Il buon andamento del software è stato determinato in particolare dalla crescita del middlware (+5,7%) a cui le aziende hanno fatto affidamento per intervenire a livello infrastrutturale, in attività di virtualizzazione, governance, sicurezza, ottimizzazione. È cresciuto anche il software applicativo (+2,5%), la parte più consistente del segmento software. In quest'ambito si è investito maggiormente in Business Intelligence, CRM (l'interesse in quest'ambito è molto alto, perché in una situazione in cui il cliente diventa sempre più infedele il fatto di fidelizzarlo e trattenerlo diventa fondamentale), e Gestione Documentale (il concetto di dematerializzazione, la gestione digitale dei documenti prende sempre più piede per creare risparmio).
L'ambito dei Servizi è stato sostanzialmente stabile  (+0,4%) con dinamiche variegate.
Al suo interno si è distinta la componente di outsourcing, che viene visto dai Cio delle aziende come una sorta di scorciatoia per ottenere risparmi di costi.[tit:Chi spende]
Per ciò che riguarda la dinamica di spesa per dimensione aziendale si è confermato il fenomeno di riduzione del tasso di crescita in budget IT nelle grandi aziende, che hanno rallentato i rinnovamenti tecnologici, rinegoziato i contratti in essere e tagliato sulla componente servizi.
Le medie aziende hanno ridotto meno gli investimenti, in quanto impegnate più di altre aziende nella competizione su mercati esteri. Tasto dolente quello delle piccole aziende, che hanno frenato ulteriorormente gli investimenti, per motivi di tipo culturale.
In generale, infatti, si sta creando una netta separazione tra le aziende conservatrici e quelle che perseguono l'innovazione. La discriminante, infatti, è sempre più culturale e non dimensionale o territoriale.  

[tit:Per la prima volta le TLC riportano un segno meno]
Il mercato delle telecomunicazioni ha generato nel corso del 2008 un business pari a 44.120 milioni di euro, in calo dello 0,2% sul 2007.
È calato il comparto delle telecomunicazioni su rete fissa (-2,0%) che non è stato compensato da quello delle Tlc su rete mobile (+1,3%).
Quest'anno le Telecomunicazioni sono state attraversate da una serie di eventi che ne hanno condizionato la crescita. Uno su tutti l'ingresso sul mercato di operatori di telefonia mobile virtuali; tra questi  carrier di rete fissa, catene di distribuzione, ma è stata soprattutto Poste Italiane a fare la differenza.
Gli apparati hanno subito un'ulteriore contrazione rispetto al passato, riportando per la prima volta il segno meno, soprattutto a causa di interventi regolatori sulle tariffe di terminazione.
Le Tlc fisse hanno imboccato la strada di decrescita strutturale, mentre la componente mobile ha riportato una dinamica di crescita meno interessante rispetto al passato, dovuta però a problemi di tipo congiunturale. C'è da attendersi quindi che il comparto ritorni a crescere.
Sono cresciute le connessioni a Internet (+11,5%) ed è cresciuto il numero di utenti che accedono alla banda larga. Nonostante ciò, l'Italia rimane comunque indietro rispetto agli altri paesi a livello di penetrazione della banda larga. 

[tit:Il 2009: un anno difficile]
Il 2009 sarà all'insegna della negatività;  sarà un anno difficile, con un PIL in calo del 2,6% (dati Banca di Italia). L'ICT nè sarà influenzato pesantemente, soprattutto sul lato IT.
Le previsioni indicano un mercato aggregato in calo dell'1,3%, con un'IT in contrazione del 5,9% e le TLC in crescita di un modesto +0,7%.
Il problema di fondo è come si stanno riconfigurando le economie. Si parla di deglobalizzazione, che si traduce in una riduzione drammatica degli investimenti diretti all'estero e di deindustrializzazione.
In generale i Paesi ritornano ad avere una visione molto incentrata su sé stessi; infatti mentre le politiche monetarie e finanziarie si condividono oltreconfine, le politiche industriali ritornano ad appannaggio nazionale.
"L'ICT italiana soffre di un gap, ha concluso Capitani. Deve cercare di annullare non solo il digitale divide che ci separa dagli altri paesi  ma anche l'innovation divide. Deve riavviare un meccanismo di crescita: l'IT non può decrescere del 5,9%, procedendo su contrazioni dei budget e rinvii di refresh tecnologici. La strada per uscire dalla situazione di empasse per le aziende IT non è quella di fare affidamento su incentivi pubblici, finanziamenti, bisogna fare da sé, rimboccarsi le maniche e reagire".

[tit:Il parere di Assinform]

"È necessario adottare una politica di innovazione sistemica - ha ribadito Ennio Lucarelli, Presidente di Assinform, per sviluppare nuove tecnologie IT, spingere l'alfabetizzazione digitale, elevare la qualità della formazione, assinform-l-it-cala-nel-ma-nel-2009-sara-ancora-pe-1.jpgdiffondere infrastrutture e nuovi modelli digitali. E creare vere condizioni di concorrenza, poiché ci sono ancora troppe sacche di monopoli".
"La politica del Paese degli ultimi anni, ha proseguito, si è dimostrata più attiva nei confronti dell'innovazione ma ancora troppo timida. Non sono stati mai attuati piani industriali di innovazione, ma solo interventi a pioggia. Bisogna insistere sull'azione anticiclica, approfittare del momento per ammodernizzare i paesi, con infrastrutture fisiche ma soprattutto guardando all'innovazione di tipo digitale".
"Come dice il  Presidente del Consiglio, ha enfatizzato Lucarelli, questi anni difficili vanno utilizzati per attrezzarsi e superare l'emergenza, scegliendo azioni strategiche per recuperare il tempo perduto e spingere il Paese verso l'innovazione. Ci aspettiamo quindi di vedere inserito nel piano di investimenti per infrastrutturare il Paese, che il Governo sta varando, un importante capitolo sull'IT; che tutte le misure adottate per sostenere i settori economici tradizionali contengano incentivi specifici al fine di promuovere l'incorporazione di innovazione digitale nei prodotti e nei servizi italiani. Vi sono oggi sul tavolo dei Ministri competenti due programmi rilevanti per lo sviluppo dell'IT e la modernizzazione del Paese: il Piano e-Government 2012 e Industria 2015.  Chiediamo al Governo di fare la sua parte, dando ai due programmi coerenza, con le urgenze che impongono oggi i tempi della crisi, e concretezza assegnando le risorse sufficienti per essere implementati. Per l'eGov vanno reperiti i 1.100 milioni di euro mancanti, così come stimato dal Ministro Brunetta; per Industria 2015, secondo quanto era stato annunciato all'inizio del suo mandato dal Ministro Scajola, si tratta di varare il Progetto per l'innovazione IT, che andrebbe finanziato con almeno 190 milioni di euro, così come è stato fatto per il Progetto Made in Italy che, tuttavia, essendo fermo da dicembre, dovrebbe essere accelerato. Anche le imprese faranno la loro parte, contribuendo con il project financing al 25% del costo dell'eGov ed aggiungendo un altro 50% ad ogni Euro stanziato dal Governo per i programmi di innovazione dell'IT italiano". 
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato
Iscriviti alla nostra Newsletter Gratuita. Iscriviti
GoogleNews Rimani sempre aggiornato, seguici su Google News! Seguici
Abbonati alla rivista ChannelCity Magazine e ricevi la tua copia.

Notizie correlate

Iscriviti alla nostra newsletter

Mantieniti aggiornato sul mondo del canale ICT

Iscriviti alla newsletter

www.channelcity.it - 8.3.23 - 4.6.3