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Intel, la tecnologia del futuro ci riconoscerà

Al terzo giorno dell'Intel Developer Forum è intervenuto Justin Rattner, CTO di Intel: il futuro dell'informatica risiede in esperienze utente con tecnologie complete e basate sul contesto: questa sarà la nuova generazione di dispositivi destinata a formare la nuova era della tecnologia per uso personale. Focus anche sulla sicurezza.

Tecnologie & Trend
intel-in-futuro-la-tecnologia-riconoscera-l-utente-5.jpgIl futuro dell'informatica risiede in esperienze utente complete e basate sul contesto: è quanto ha affermato Justin Rattner, Vice President, Director of Intel Labs, Chief Technology Officer e Senior Fellow di Intel, nel corso del suo intervento all'Intel Developer Forum di San Francisco.
Secondo Rattner, infatti, il riconoscimento del contesto è destinato a cambiare radicalmente la natura dell'interazione e delle relazioni degli utenti con i dispositivi informatici e con i servizi che forniscono.
Considerando la potenza di elaborazione più elevata, la connettività avanzata e le innovative funzionalità di rilevamento dei dispositivi informatici, i ricercatori Intel si sono focalizzati nell'offrire nuove esperienze utente con "riconoscimento del contesto".

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I dispositivi, che rientrano in questa categoria, anticiperanno le esigenze degli utenti e forniranno consigli e indicazioni nell'arco della giornata in modo più simile a un assistente personale che a un computer tradizionale.
Grazie a questa nuova funzionalità e attraverso una combinazione di sensori hardware e software, l'informatica offrirà nuove possibilità agli sviluppatori per la creazione della nuova generazione di prodotti basati su piattaforme Intel.

Contesto: la base per le future architetture orientate all'esperienza
Rattner ha affermato che l'informatica che comprende il riconoscimento del contesto è sostanzialmente diversa dai semplici tipi di applicazioni basate su sensori oggi disponibili.
"Le coordinate del mio GPS e la bussola non dicono molto di me al mio smartphone", ha spiegato Rattner. "Immaginiamo un dispositivo che utilizza varie modalità e sensori per determinare che cosa stiamo facendo in un dato momento, ad esempio se dormiamo nel nostro letto o se siamo usciti con un amico. Combinando le informazioni dei sensori hardware in merito a dove ci troviamo e a cosa succede intorno a noi, con i dati dei vari software quali agenda, social network e preferenze passate, i futuri dispositivi saranno sempre aggiornati su chi siamo e su come viviamo, lavoriamo e giochiamo. Una volta apprese tutte le informazioni sulla nostra vita, i dispositivi potranno iniziare ad anticipare le nostre esigenze. Immaginiamo il nostro PC che ci consiglia di uscire con 10 minuti di anticipo per un appuntamento a causa di un ingorgo sulla strada da percorrere per andare al lavoro. Immaginiamo ancora un telecomando con riconoscimento del contesto che identifichi immediatamente la persona che lo tiene in mano e selezioni automaticamente le relative preferenze della Smart TV. Tutto questo potrebbe sembrare fantascienza, ma in realtà rappresenta la promessa dell'informatica con riconoscimento del contesto, e siamo già in grado di dimostrarne molti aspetti in laboratorio".
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Per fornire un esempio, Rattner è stato raggiunto sul palco da Tim Jarrell, Vice President e Publisher di Fodor Travel, che ha presentato un Personal Vacation Assistant (PVA) sperimentale, installato in un dispositivo portatile per Internet (MID, Mobile Internet Device) e progettato in collaborazione con Intel.
Il PVA si basa su una serie di fonti di contesto, ad esempio preferenze di viaggio personali, attività precedenti e informazioni dell'agenda, per fornire consigli di viaggio in tempo reale ai turisti. Può inoltre generare, su richiesta dell'utente, un diario di viaggio con foto annotate e video dei luoghi visitati durante il viaggio.
Rattner ha inoltre presentato il progetto di ricerca Socially ENabled Services (SENS), che offre la possibilità di rilevare e identificare le attività dell'utente in tempo reale - se lo desidera - e condividere queste informazioni "in diretta" con familiari e amici collegati in rete tramite avatar animati su qualsiasi tipo di schermo a portata di mano: PC, smartphone o TV.
"Mentre sviluppiamo tutti questi nuovi sistemi di rilevamento, raccolta e condivisione di dati contestuali, ci impegniamo ancora di più nell'assicurare riservatezza e sicurezza, tenendo presente i diversi miliardi di dispositivi collegati e sempre più intelligenti" - aggiunge Rattner -, "Secondo la nostra visione, i dispositivi saranno in grado di generare e utilizzare informazioni contestualizzate per arricchire l'esperienza utente, assicurando al contempo la sicurezza e la riservatezza dei dati personali. Per rendere possibile questo nuovo livello di sicurezza sono disponibili diverse nuove tecniche basate su hardware Intel, progettate per migliorare le funzionalità di difesa di tutti i dispositivi informatici da possibili attacchi".

intel-in-futuro-la-tecnologia-riconoscera-l-utente-3.jpgRequisiti per il riconoscimento del contesto
Per offrire esperienze utente interessanti, è necessaria una conoscenza approfondita del comportamento e delle preferenze degli utenti. Genevieve Bell, Intel Fellow e Head of Interaction & Experience Research degli Intel Labs ha raggiunto Rattner sul palco per parlare di questo progetto.
"Il nostro obiettivo è quello di sviluppare esperienze apprezzate dagli utenti", ha affermato Bell. "Con un'applicazione casuale del contesto è facile ottenere un'esperienza negativa. Affinché il contesto sia efficace, è necessario un progetto incentrato sulle persone e per noi questo significa individuare ciò che apprezzano di più".
Al termine dell'intervento, Rattner ha presentato l'esempio più efficace di rilevamento: un'interfaccia tra computer e cervello umano. Tramite il progetto Human Brain, Intel mira a consentire agli utenti di utilizzare un giorno il pensiero per interagire direttamente con computer e dispositivi mobili. In un progetto svolto in collaborazione con la Carnegie Mellon University e l'Università di Pittsburgh, gli Intel Labs stanno studiando che cosa si può ricavare sullo stato cognitivo di una persona partendo dal modello della sua attività neurale.
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