L'accordo tra Google e l'Università di Stanford per l'utilizzo di Pagerank sta per scadere e a oggi sembra che nessuno sia intenzionato ad ottenerne i diritti di utilizzo.
Sta per scadere l'accordo tra
Google e l'
Università di Stanford circa l'utilizzo di
Pagerank, l'algoritmo che sta alla base del celebre e rivoluzionario motore di ricerca.
Alcune indiscrezioni rivelano che molto probabilmente nessuno si adopererà per ottenere i diritti di utilizzo di questo algoritmo basato sulla convinzione che non basta il contenuto di una pagina per giudicarne la sua rilevanza.
Secondo gli sviluppatori
Sergey Brin e
Larry Page, il valore di un documento online deve essere stabilito anche in base al numero di pagine che la linkano.
Paolo Ferragina, docente ordinario di algoritmi all'
Università di Pisa, ha così dichiarato: "Ormai passa tutto dai social network e dalla profilazione degli utenti, fondamentale da un punto di vista pubblicitario. Pagerank è stato il cuore della rivoluzione, ma oggi Google non è dipendente da quell'algoritmo, la sua ricerca si è evoluta".
Allo stato attuale la ricerca si basa su 200 fattori, di cui comunque il più importante rimane sempre Pagerank.
Andrea Rangone, direttore degli Osservatori del
Politecnico di Milano, ha affermato: "È sempre difficile fare previsioni, perché un nuovo attore che rivoluziona i paradigmi può sempre arrivare. Ma la ricerca ormai è strettamente collegata al mondo social, un mondo che è dominato da logiche diverse di quelle prese in considerazione da Pagerank".
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