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La Scuola riparte dal PNRR: le diverse opportunità per il Canale IT

Entriamo nella fase 2 dei progetti per la digitalizzazione degli enti scolastici grazie agli ingenti investimenti previsti dal PNRR. Il Canale IT può cogliere l’opportunità a patto che sappia accreditarsi presso i responsabili scolastici soprattutto in ottica consulenziale

C’è un comparto che, negli ultimi due anni, ha (quasi) tenuto da solo in piedi l’intero mercato IT italiano. Si tratta delle forniture hardware, laptop e tablet in particolare ma non solo, per cui si è registrata una forsennata corsa all’acquisto a partire dal lockdown del 2020.

La motivazione era evidente: la necessità di lavorare (o studiare) da casa, decretando la definitiva consacrazione dell’home working. In particolare, studenti e docenti di ogni ordine e grado si sono dovuti adeguare velocemente al modello imposto della didattica a distanza e, allo stesso tempo, tutti gli istituti di istruzione si sono dovuti attrezzare per continuare a garantire una didattica a distanza di qualità. Così, lo dice anche l’ultimo rapporto Anitec/Assinform, oltre ai dispositivi personali per studenti e docenti, negli ultimi due anni si è registrato un notevole incremento delle vendite di hardware a supporto della didattica. Parliamo, in particolare, di schermi di grandi dimensioni, LIM (lavagne interattive multimediali), videoproiettori, stampanti e tavolette grafiche. E si è, inoltre, provveduto a fornire in fretta e furia servizi di collaborazione e pacchetti di produttività come Microsoft 365, registri elettronici, servizi di connessione per reti wireless e il corrispondente hardware per la connettività (switch, access point).

Insomma, una gran bella boccata di ossigeno in tempi difficili per vendor, distributori, system integrator e rivenditori, confermata dai dati di tutti gli osservatori del mercato italiano. La domanda che ci si pone oggi è: il trend di digitalizzazione del comparto Education è stato passeggero o si confermerà anche nel back to school di settembre, quando si confermerà la necessità di tornare in presenza? Un segnale che il trend non si è interrotto alla conclusione dell’emergenza sanitaria lo fornisce Context. Secondo le parole di Isabel Aranda, Country Director Italy di Context, intervenuta qualche giorno fa al nostro evento “Guardando al futuro con l’esperienza del passato”, la spinta innovativa del mercato Education è testimoniata (anche) dal +137% di crescita anno su anno (2022 su 2021 nei primi cinque mesi) dei display a largo formato.

Un comparto che, da gennaio a maggio 2022, ha registrato vendite a valore per quasi 50 milioni di euro, dato di gran lunga superiore a quelli relativi alle vendite di televisori, in trend comunque positivo a causa delle novità legate al digitale terrestre: 32 milioni di euro e +47%. Altro segnale interessante è l’incremento deciso del segmento dell’Enterprise Wireless Networking.

D’altra parte, l’Osservatorio EdTech della School of Management del Politecnico di Milano evidenzia ulteriori dati di scenario che, però, danno una visione fin troppo ottimistica. Secondo le rilevazioni le lavagne interattive e videoproiettori sono presenti nel 93% del panel considerato, mentre le piattaforme per la gestione dell’aula a supporto della didattica digitale integrata sarebbero presenti nel 79% dei casi. Nulla è dato sapere sulle quantità. È facile che in quel 93% degli Istituti Scolastici si comprendano strutture che hanno una sola lavagna interattiva e un solo videoproiettore.

Per contro, la maggiore criticità rilevata riguarderebbe le competenze dei docenti e del personale amministrativo, indicate rispettivamente dal 54% e dal 42% delle scuole. Quasi la metà delle scuole ritiene che sia i docenti sia il personale amministrativo non abbiano le competenze necessarie per utilizzare correttamente gli strumenti digitali. Per quel che riguarda le prospettive di sviluppo dei prossimi due anni, però, gli investimenti futuri in tecnologie digitali costituiscono un obiettivo strategico per l’86% delle scuole e riguardano soprattutto lavagne/pannelli interattivi, videoproiettori, laboratori di coding e robotica, realtà virtuale/aumentata.

Miliardi di euro per la digitalizzazione della Scuola

Passata l’emergenza, quale sarà il facilitatore della digitalizzazione nell’Education? Come un po’ per tutto ultimamente, la risposta è una sola e si chiama PNRR. L’Istruzione deve essere investita da una grande ondata di innovazione, supportata da miliardi di finanziamenti, perché a livello europeo l’Istruzione (di qualità) è considerato uno degli obiettivi imprescindibili del prossimo futuro. Dalla richiesta di una maggiore emancipazione del Vecchio Continente in termini di infrastrutture e servizi tecnologici, proveniente forte e chiara dalla Comunità Europea, ne consegue una necessità di elevare il livello qualitativo dell’istruzione. Perché c’è bisogno di competenze, possibilmente native europee.

Da questa priorità nasce la scelta di considerare la scuola italiana come uno dei principali destinatari nella distribuzione dei fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) impostato dal Governo italiano. In verità, le opportunità di investimento per la Scuola italiana sono distribuite su diversi progetti e riguardano diversi ambiti. Già a fine aprile, sulla piattaforma PA digitale 2026 gli oltre 8mila istituti scolastici italiani hanno potuto candidarsi per richiedere i contributi necessari per migrare i propri servizi sul cloud e aggiornare, o dotarsi, di nuovi siti web. Le risorse disponibili sono complessivamente 95 milioni di euro, di cui 50 destinati alla migrazione su cloud. La prima “call” si è chiusa il 24 giugno lasciando sul piatto 43,8 milioni di euro su 50. Per questo, il Ministero della Pubblica Istruzione ha pensato bene di pubblicare un nuovo avviso con scadenza 23 settembre, sperando che le scuole rispondano (più) numerose a questa nuova chiamata.

A giugno, inoltre, si era conclusa l’assegnazione di 480 milioni di euro per portare Internet ultraveloce a circa 10mila scuole e oltre 12mila strutture sanitare italiane. L’appalto ha visto vincitori Tim, Fastweb e l’operatore Intred (per la sola Lombardia) e, di conseguenza, ha fatto lavorare i partner degli operatori di telefonia. Ancora, tra le varie iniziative, c’è da ricordare il miliardo di euro e poco più stanziati per il piano di edilizia scolastica e i 3,9 miliardi di euro destinati alla messa in sicurezza delle scuole. Queste ultime comprese all’interno delle 11 linee di intervento previste nella Missione 4 del PNRR dedicata all’Istruzione e alla Ricerca, che ha allocato ben 19,44 miliardi di euro per il “potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione dagli asili nido alle università” erogabili in cinque anni (2021-2026).

Insomma, ce n’è per tutti i gusti in questa messe di finanziamenti – che in molti casi si intersecano e in altri si completano, tra PNRR e iniziative precedenti. Una cosa è certa, i soldi per fare il salto di qualità all’Istruzione italiana ci sono. E, in tutte le iniziative la tecnologia gioca un ruolo da protagonista. Una nuova scuola costruita grazie ai finanziamenti per l’edilizia scolastica, infatti, non potrà non considerare l’installazione di una rete wireless o una rete di sensori per la sicurezza e la videosorveglianza. Allo stesso modo, la messa in sicurezza delle scuole non può non prevedere la protezione della rete scolastica e dei dati che vi transitano. E non è (ancora) troppo tardi. C’è, infatti, da ricordare che il PNRR prevede finanziamenti distribuiti fino al 2026, dunque chi nel canale IT non è ancora riuscito ad accreditarsi come fornitore locale ha ancora tempo per farlo.

Le regole di ingaggio sono comuni a tutte le iniziative PNRR: devono essere le scuole o, in generale la PA, ad avanzare richieste e progetti e dovranno essere le stesse entità a occuparsi di bandire le relative gare d’appalto destinate ai fornitori privati. Il tutto seguendo protocolli rigidissimi che prevedono relazioni puntuali degli stati di avanzamento dei lavori. E le scuole generalmente non hanno le competenze interne per gestire commesse di questo tipo. Lo dimostra il fatto che la prima tornata relativa ai finanziamenti destinati alla migrazione su cloud conclusasi il 24 giugno ha erogato 6,2 milioni di euro su 50 disponibili. Si paventa, così, lo spettro che percorre storicamente la PA italiana: l’incapacità di sfruttare i finanziamenti nei tempi previsti, e quindi di perderli.

L’importanza di un team “specializzato in PNRR”

A partire dal lockdown 2020 i system integrator e i rivenditori locali sono stati interpellati confusamente e frettolosamente per “metterci una pezza” il più presto possibile, e rendere la didattica fruibile a distanza. Chi tra questi ha saputo cogliere al volo l’opportunità e risolvere le emergenze oggi si trova in una posizione privilegiata. Parliamo di partner medio-piccoli particolarmente radicati nel territorio, spesso già accreditati, come i fornitori di servizi di stampa che si sono ritrovati a ordinare in fretta e furia laptop, schermi di grandi dimensioni e lavagne luminose, anche se questi prodotti non rientravano nella loro offerta.

Ma non si è trattato solo di pure forniture di hardware. L’installazione di reti wireless, la loro “messa in sicurezza” e lo sviluppo di progetti cloud ha “obbligato” gli stessi partner di canale a manifestare un’indole consulenziale che tornerà ulteriormente utile in questo back to school. Perchè per districarsi tra bandi e scadenze di progetto, la Scuola avrà ancora di più bisogno di consulenti navigati e specializzati.

Proprio per questo, se non si è già fatto, è consigliabile seguire l’esempio di alcuni system integrator, il Gruppo Lutech, è solo un esempio, ha costruito team appositi per supportare i propri clienti nell’approccio al PNRR. Si tratta di team eterogenei che comprendono risorse non propriamente tecniche ma che, piuttosto, hanno competenze di project management, soprattutto per la PA locale. E, attenzione, se il partner IT non è in grado di fornire una risorsa di questo tipo, ci sarà una realtà consulenziale specializzata che si presenterà all’uscio della direzione scolastica. Realtà che potrebbe in qualche modo anche indirizzare la scelta dei fornitori, semplicemente con la redazione del bando o del progetto.

La fase 2 della digitalizzazione scolastica

Quali sono, infine, i comparti tecnologici specifici su cui puntare (ancora) per sostenere la digitalizzazione della scuola? Gli ambiti principali su cui si lavorerà rimangono gli stessi: il cloud, la sicurezza, le reti wireless, gli applicativi di collaboration o espressamente per la formazione e l’hardware. Con la differenza che ora si entra in una sorta di fase 2. Una fase di completamento dei progetti già avviati in urgenza per diverse realtà scolastiche. E una fase di nuove installazioni per quelle che non sono riuscite a sfruttare i finanziamenti stanziati d’urgenza negli anni di emergenza sanitaria.

In particolare, per quanto riguarda l’hardware, se si può immaginare un certo assestamento del comparto laptop e tablet confermato anche dai dati Context, è facilmente immaginabile che si prosegua nella digitalizzazione delle aule e delle strutture scolastiche. Largo, dunque, ancora a stampanti, videoproiettori, LIM, access point e dispositivi di supporto alla didattica in generale. E, negli istituti tecnici, di particolari strumenti e applicativi digitali (coding e robotica, realtà virtuale/aumentata, intelligenza artificiale, blockchain).

La revisione in ottica cloud dell’architettura, l’implementazione di reti wireless e la protezione dei dati circolanti e delle strutture (videosorveglianza, sensoristica IoT), invece, si possono considerare parti complementari, ma anche imprescindibili, di un unico progetto di digitalizzazione dell’Istruzione. Pur rimanendo, comunque, oggetto di bandi separati.

In definitiva, il canale IT italiano deve farsi trovare preparato. In primo luogo, approcciando gli istituti di prossimità che, lo ricordiamo, hanno una certa indipendenza nella gestione del budget. L’approccio, però, deve privilegiare l’aspetto consulenziale e spingere verso un rapporto di fidelizzazione orientato all’erogazione di un servizio e non certo di una vendita a volume. Per supportare il canale in questa fase, diversi vendor hanno confezionato offerte e strategie specifiche per il comparto dell’Istruzione. In particolare, Tp-Link e Zyxel offrono un’offerta specifica per l’Education che prevede anche un puntuale supporto consulenziale, così come i distributori Xpres e Westcon-Comstor, il primo specializzato in forniture per l’office automation e il secondo particolarmente focalizzato in hardware per le reti, la sicurezza e l’infrastruttura.



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