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Consumi, ad aprile nessun segnale di ripartenza

L'indicatore dei Consumi Confcommercio registra, ad aprile, un aumento dello 0,2% in termini tendenziali e una flessione dello 0,3% rispetto al mese di marzo. La media mobile a tre mesi, corretta dai fattori stagionali, conferma come i consumi siano ancora in una fase molto difficile per la quale non si intravede il punto di svolta.

Mercato
L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra, ad aprile, un aumento dello 0,2% in termini tendenziali e una flessione dello 0,3% rispetto al mese di marzo. Nella valutazione dei dati occorre tener presente la cadenza in questo mese della Pasqua con data diversa rispetto allo scorso anno e di altre festività civili, elementi che hanno comportato, nel confronto annuo, sensibili effetti sulle dinamiche registrate da alcuni capitoli di spesa.
Nonostante ciò, la flessione congiunturale e il contenuto arretramento della media mobile a tre mesi, corretta dai fattori stagionali, evidenziano e confermano come i consumi siano ancora in una fase molto difficile per la quale non si intravede il punto di svolta.
Tale situazione appare in linea con le dinamiche congiunturali rilevate nei primi mesi del 2014 dalla nostra economia, che segnalano le difficoltà di avvio di una fase di ripresa e di un miglioramento dell'occupazione.
La debolezza del ciclo economico ha determinato, a maggio, una lieve riduzione, la seconda consecutiva, del sentiment delle imprese, sintesi di andamenti non univoci delle aspettative degli operatori dei diversi settori produttivi. Stando alle stime di Confindustria, a maggio, dopo il contenuto miglioramento di aprile, la produzione industriale sarebbe cresciuta dello 0,2%. Nello stesso mese i dati sugli ordini registrano una crescita dello 0,3%.
Più positivo appare l'atteggiamento delle famiglie, che tarda comunque a tradursi in una ripresa della domanda. A maggio il clima di fiducia delle famiglie ha mostrato un ulteriore miglioramento, raggiungendo il livello più alto da gennaio del 2010. Le famiglie residenti nel Mezzogiorno esprimono, invece, un peggioramento del sentiment. Le aspettative delle famiglie rimangono ancora incerte per quanto riguarda il mercato del lavoro.
Ad aprile 2014, dopo il segnale positivo di marzo, si è registrata una perdita di 68 mila occupati rispetto al mese precedente (-181mila rispetto all'analogo mese del 2013).
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