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: "L’importanza di un cloud sovrano e qualificato per i fornitori della PA" La sovranità secondo Aruba.it

Le molte facce della sovranità digitale

L'interesse per le soluzioni di cloud sovrano non riguarda più solo la PA e le imprese con obblighi di compliance: la sicurezza dei dati è un tema chiave per tutti ed è anche un fattore di competitività a lungo termine

Tecnologie & Trend

La questione della sovranità digitale europea resta sempre di attualità. Non solo perché è un tema fondamentale di per sé ma anche perché oggi affrontare la "digital sovereignty" significa procedere verso un approccio efficace e sicuro alla gestione e alla tutela dei dati. Non a caso, un approccio in linea con le norme europee di recente introduzione, che puntano a rendere le aziende sempre più resilienti. Norme che indubbiamente tracciano una strada corretta, formalmente e nelle filosofie di base, ma che poi le aziende devono "navigare" nello sviluppo delle loro strategie cloud.

Questo non è sempre semplice, specie per le organizzazioni che magari sono meno strutturate ma che non per questo hanno meno bisogno di elementi di sovranità digitale. Come sottolineano molti analisti di settore, d'altronde, la digital sovereignty è un campo molto meno scontato e immediato di quanto molti pensino. 

Per sovranità digitale si intende il principio secondo cui un’organizzazione – pubblica o privata – deve poter decidere dove, come e da chi i propri dati vengano trattati. In un contesto geopolitico e normativo sempre più complesso, questo implica che le imprese abbiano la possibilità di esercitare un controllo totale sulla residenza, la giurisdizione, la gestione e la protezione delle informazioni strategiche che gestiscono.

A rendere questo tema ancora più centrale contribuiscono normative sempre più stringenti come il GDPR, la direttiva NIS2 e il Cyber Resilience Act, che impongono trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera del dato. Le aziende cercano quindi soluzioni che offrano scalabilità e performance, ma anche conformità normativa e controllo localizzato. Non stupisce dunque che la spesa per le soluzioni e gli ambienti di cloud sovrano stia amumentando. Ma non sempre le imprese sanno bene come indirizzarla.

Secondo una tassonomia delinata da IDC, gli investimenti stanno alimentando tre segmenti principali di offerta. Quella per la sovranità dei dati (data sovereignty) in sé comprende le soluzioni che permettono di controllare come i dati vengono raccolti, classificati, elaborati, archiviati, protetti. La componente di sovranità tecnica (technical sovereignty) comprende invece tutta l'infrastruttura digitale di un ambiente di sovereign cloud. Infine, le componenti di sovranità operativa (operational sovereignty) comprendono le soluzioni che garantiscono la trasparenza nel controllo delle operazioni cloud: dal provisioning delle risorse alla gestione delle prestazioni, fino al monitoraggio dell'accesso fisico e digitale all'infrastruttura.

Coprire tutti questi ambiti - dal punto di vista di quello che è il partner chiave delle imprese quando si tratta di sovranità digitale, ossia il cloud provider - significa garantire per i dati i principi fondamentali di residenza (mantenere fisicamente i dati in un Paese la cui giurisdizione sia allineata agli standard di protezione desiderati), giurisdizione (trattare i dati in linea con normative europee), protezione (supportare standard certificati di sicurezza fisica e logica), mobilità (evitare ogni forma di lock-in tecnologico), responsabilità (i dati devono essere trattati unicamente per l’erogazione del servizio). Non è cosa da tutti, ovviamente.

A tutto questo si aggiunge un elemento competitivo: scegliere un cloud europeo oggi significa non solo avere controllo sui dati, compliance normativa e indipendenza tecnologica, ma anche presentarsi sul mercato come una organizzazione affidabile e resiliente. Affidabile perché fa leva sui servizi di un cloud provider solido, compliant, certificato. Resiliente perché ha una autonomia completa nella gestione end-to-end delle informazioni, ovunque esse siano.

Ecco quindi che la sovranità digitale non va vista solo nell'ottica di norme europee e nazionali che impongono requisiti a volte apparentemente eccessivi. È anche un elemento strategico per le organizzazioni che vogliono mantenersi competitive nel lungo termine. A patto, ovviamente, di scegliere il partner tecnologico giusto.

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