Nuovo capitolo della questione RIM-sicurezza nazionale araba: il fondatore del colosso canadese si oppone e non fornirà le chiavi di accesso per controllare i dati degli utenti. Intano RIM finisce sotto inchiesta anche in Libano.
Non si è fatta attendere la
risposta di RIM, alias Research in Motion alle pressioni arabe riguardanti i dati inviati attraverso smartphone
BlackBerry. Dopo indiscrezioni iniziali che parlavano di una
probabile resa della società canadese, è arrivato il fondatore e co-direttore esecutivo di RIM,
Mike Lazaridis, a fugare ogni dubbio:
i governi degli Emirati e dell'Arabia Saudita non otterranno i codici per monitorare il traffico dati sulla rete dei BlackBerry.
L'executive è stato molto chiaro su questo punto: "Non è possibile scendere a compromessi. In gioco è il motivo per cui siamo leader mondiale nel nostro settore", ha dichiarato al
New York Times.
Smentite anche le iniziali voci di capitolazione davanti al governo cinese e indiano: "Sono voci ridicole e senza alcun fondamento", ha commentato Lazaridis.
La
privacy degli utenti, quindi, si dimostra un punto cruciale per
Research in Motion, che risponde con un secco "no" alle minacciose dichiarazioni giunte negli scorsi giorni dai paesi arabi. A costo di impattare negativamente su un mercato piuttosto ricco e redditizio.
Concedere i codici per
decrittografare i dati metterebbe RIM in cattiva luce con i propri clienti, ossia le più grandi aziende al mondo e le agenzie di sicurezza di svariati governi. Proprio grazie alla tecnologia che garantisce l'integrità e la privacy dei dati spediti attraverso il network RIM, la società è sulla cresta dell'onda da anni. Cedere equivarrebbe a un suicidio, commercialmente parlando.
Intanto la
prima azione del Governo saudita comincerà domani,
6 agosto: stop ai servizi - senza specificare quali - dei BlackBerry per i circa
750mila utenti nel paese arabo.
Ma i guai per RIM non sono finiti: l'ultimo aggiornamento rivela che
anche in Libano i BlackBerry sono sotto inchiesta. Tutto questo a causa degli ultimi arresti di dipendenti di alcune compagnie telefoniche nazionali, con l'accusa di essere
spie di Israele.
Come conseguenza il governo di Beirut sta portando avanti un'
approfondita immagine su tutta la propria rete telefonica e, visto che RIM è il solo produttore che gestisce anche i dati dei propri terminali, l'azienda si trova in una
posizione alquanto scomoda.
Per questo motivo
Imad Hoballah, presidente dell'autorità delle telecomunicazioni libanese, terrà dei
colloqui con RIM già nella prossima settimana. La richiesta è la stessa, ossia avere la
possibilità di accedere ai dati se ce ne fosse necessità.
Anche se Hoballah ha puntualizzato che la decisione non è stata in alcun modo influenzata dalle misure annunciate da Arabia Saudita ed Emirati Arabi, il futuro di RIM nei paesi mediorientali appare incerto.
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