Il governo giapponese valuta come "assolutamente possibile" la fuoriuscita di plutonio dalla centrale nucleare di Fukushima. Nel reattore numero 2 è avvenuta la parziale fusione nucleare del nocciolo. Si va verso un'altra Cernobyl.
Il governo giapponese valuta come "assolutamente possibile" la fuoriuscita di plutonio dalla centrale nucleare di Fukushima. Secondo il capo di gabinetto "ora ci saranno maggiori controlli anche nelle aree intorno all'impianto nucleare". Quanto all'acqua, fortemente tossica, il reattore nucleare numero 2 viene ritenuto nella condizione più pericolosa. Infatti, secondo i tecnici giapponeni la radioattività è pari a 1.000 millisievert/ora, ovvero quattro volte il livello massimo di esposizione annuale cui può essere esposto un lavoratore in condizioni d'emergenza. I livelli di radiazione altissimi rilevati domenica 27 marzo nell'acqua presente nel seminterrato dell'edificio delle turbine del reattore 2, nella centrale di Fukushima, sono causate dalla parziale fusione delle barre di combustibile nucleare. Lo ha ammesso il portavoce del governo, Yukio Edano, il quale ha anche aggiunto che questa fusione parziale è stata temporanea, ma ha fatto in modo che l'acqua in cui è immerso parte dell'edificio delle turbine de reattore numero 2 registri altissimi livelli di radioattività e renda difficile il lavoro dei tecnici impegnati a controllare la centrale nucleare.
"La radiazione proviene dalle barre di combustibile parzialmente fuse e venute in contatto con l'acqua utilizzata per raffreddare il reattore", ha spiegato Yukio Edano. Domenica 27 marzo sono stati rilevati livelli di 1.000 millisievert all'ora nel reattore 2, il che ha fatto temere danni al nucleo del reattore o alle tubature che conducono l'acqua radioattiva tra le turbine e i nucleo. La Tokyo Electric Power (Tepco) si è tra l'altro sbagliata nella misurazione della radioattività dell'acqua dentro l'unità, inizialmente affermando che era di 10 milioni di volte superiore al normale, quando in realtà era di 100mila volte. Il governo giapponese ha duramente rimproverato la Tepco per l'errore, definendo "inaccettabile" la gestione dell'informazione da parte della società. Nel frattempo questa notte si è registrata una violenta scossa che ha scatenato un altro allarme tsunami. In questo video viene rappresentata la situazione della centrale: Il terremoto in Giappone e i successivo disastro provocato dallo tsunami lo scorso 11 marzo potrebbero costare all'economia giapponese qualcosa come 235 miliardi di dollari (circa 165 miliardi di euro), pari al 4% del PIL giapponese. Lo ha reso noto oggi la Banca mondiale nel suo ultimo rapporto sull'economia dell'Asia orientale e del Pacifico, sottolineando tuttavia che la ricostruzione potrebbe agevolare una rapida ripresa dell'economia del paese del Sol Levante dopo una stagnazione in corso da diversi anni. Iniziano alcuni importanti segnali di avvio alla normalità nel paese: oggi Nissan Motor riparte con la produzione di componenti in sei dei suoi impianti in Giappone. Nissan, si legge in una nota, inizierà a produrre i pezzi di ricambio per il mercato locale e per le parti necessarie agli stabilimenti all'estero.
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