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La UE sanziona con una multa da 649 milioni di euro il cartello asiatico degli schermi Lcd

La Commissione europea ha inflitto una mega-multa da 649 milioni di euro alle coreane Samsung Electronics e Lg Display e alle taiwanesi AU Optronics, Chimei Innolux, Chunghwa Picture Tubes e HannStar Display, per comportamento illegale sulla produzione e commercializzazione degli schermi Lcd. Samsung se la cava senza pagare nulla grazie a un cavillo giuridico mentre le altre hanno ottenuto una sorta di sconto.

Tecnologie & Trend
La Commissione europea ha inflitto una multa totale da 649 milioni di euro a un gruppo di costruttori asiatici di schermi LCD per televisori e computer, accusati di aver costituito un vero e proprio cartello che alterava la concorrenza.
Lo ha annunciato il commissario per la concorrenza, Joaquin Almunia. Sono sei le società asiatiche coinvolte e per le quali la Commissione Europea ha rilevato la costituzione di un cartello e comminato una sanzione complessiva di 648,925 milioni di euro.
Si tratta delle coreane Samsung Electronics e Lg Display e le taiwanesi AU Optronics, Chimei Innolux Corp., Chunghwa Picture Tubes e HannStar Display Corp.
Samsung, pur essendo la prima nella lista delle infrazioni, se la cava senza dover pagare nulla perchè è stata la prima a fornire informazioni e a collaborare con le autorità europee e in base alle regole previste dalla Comunicazione sulla cooperazione della Commissione europea del 2002, l'azienda coreana è stata esentata al 100% dal pagamento della multa.
LG, invece, che ha solo parzialmente collaborato, ha avuto una esenzione del 50% e dovrà comunque pagare 215 milioni di euro. La taiwanese AU Optonics (20% di sconto) dovrà invece versare 116,8 milioni. La Chimei, alla quale non è stata riconosciuta alcuna riduzione, dovrà pagare 300 milioni di euro. Per Chunhwa l'ammenda ammonta a poco più di 9 milioni di euro (con il 5% di sconto) e per HannStar è poco più di 8 milioni di euro.
"Le aziende straniere, come quelle europee, devono capire che se vogliono fare affari in Europa devono giocare pulito", ha sentenziato Joaquim Almunia, il quale ha anche aggiunto: "Le aziende colpite oggi erano consapevoli di infrangere le regole della concorrenza, ma andavano avanti nel pianificare la loro condotta illegale e l'unica comprensione che abbiamo mostrato è stata per le aziende che hanno fornito le prove della sua esistenza".
Il riferimento è dedicato a Samsung che ha fornito le prove sul malaffare che andava avanti da ben quattro anni. Nei coseddetti 'Crystal meetings' le aziende in questione si scambiavano anche i piani di produzione futura, informazioni sull'utilizzo della capacità produttiva, sui prezzi e relative politiche commerciali.


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