Si parla sempre di più di innovazione e sostenibilità ma ancora pochi si impegnano a coniugare le due cose con azioni dirette e indirette. Gli esempi positivi dei produttori di stampanti.
Nonostante un quadro macro-economico non certo soddisfacente, con parecchie aziende dell’IT in forte cura dimagrante e con risultati in chiaroscuro per i distributori, il tema della sostenibilità nell’ecosistema canale è sempre più centrale, non solo per le iniziative di un singolo attore, illuminato più di altri suoi competitor, ma perchè è sempre più un’esigenza richiesta dalle aziende clienti.
E che il tema “sostenibilità” diverrà sempre più una leva di business fondamentale per tutti i soggetti del canale lo sottolinea, per esempio, un report di Canalys dal titolo “Channel Sustainability in 2023”, che mette in evidenza come si debba anche stare attenti alle pratiche “fantasiose” di sostenibilità messe in campo da alcune aziende che poi si traducono solo con un termine: “greenwashing”. Pratica che l’Unione Europea sta cercando di punire e rendere più difficile da attuare con una serie di provvedimenti come il Corporate Sustainability Reporting Directive (entrato già in vigore all’inizio del 2023), che stabilisce nuove regole per le aziende europee – escluso le micro imprese - a partire dal prossimo luglio 2024, e come la Unfair Commercial Practices Directive, una direttiva legale - appena aggiornata - che impone ai produttori di sostenere le dichiarazioni di sostenibilità con metodologie scientifiche, inclusa l’impronta ambientale del prodotto.
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Sul tema della sostenibilità, senza perdere di vista il proprio business, è interessante citare cosa sta facendo il comparto printing, un segmento che ha proprio nel suo “core” un dispendio importante di materiali a partire dal significativo consumo di carta da stampa, inchiostro o toner, per non parlare dell’energia elettrica o della presenza della plastica nei prodotti. Ebbene, i principali fornitori di stampanti si stanno sempre più impegnando nel trovare strade differenti per mitigare l’impatto ambientale di tutto il ciclo di vita del prodotto ovviamente trovando opzioni differenti, più congeniali al loro DNA.
Per citarne alcuni, segnalo che Epson ha deciso di uscire dal business delle stampanti laser entro il 2026 e indirizzare i clienti verso le stampanti a getto d’inchiostro: secondo la società queste ultime utilizzano meno energia e richiedono meno risorse in termine di stampa. Altro esempio virtuoso è quello messo in campo da HP che nel mese di marzo ha lanciato la nuova tecnologia di toner, TerraJet, che garantisce una stampa più sostenibile non perdendo però di vista le performance. Secondo gli studi del vendor TerraJet, rispetto alle precedenti tecnologie di toner, consente un risparmio in energia del 27% e permette allo stesso tempo di disporre di una maggior qualità nella stampa.
Anche Xerox, Lexmark, Ricoh, così come la stessa HP, stanno intraprendendo la strada della maggior sostenibilità andando a compensare il consumo di carta da stampa con importanti investimenti in programmi di ripristino della conservazione forestale. Meritevole di attenzione è anche quello che sta facendo Brother, che nell’ambito della propria offerta di stampa gestita ha messo a disposizione delle aziende una serie di strumenti per aiutarle a dimensionare correttamente il loro parco stampanti per utilizzarle solamente quando servono, abbattendo costi diretti e indiretti e dando una mano all’ambiente.