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L’intelligenza artificiale tra palco e realtà

Cresce la preoccupazione che tutto quanto giri intorno alla parola "AI" possa far scoppiare l'ennesima bolla speculativa. Dall'altra parte ci sono però i numeri concreti dell'dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano dove si evince che il valore del mercato in Italia a fine 2024 è arrivato a toccare 1,2 miliardi di euro, segnando un +58% rispetto al precedente anno.

Opinione

Qualche giorno fa, Jeff Bezos, fondatore di Amazon, in una sorta di botta e risposta con John Elkann alla Italian Tech Week di Torino ha sottolineato che "l’intelligenza artificiale è una bolla industriale destinata a scoppiare”. Bezos ha anche sottolineato come “l'industria dell'AI sia surriscaldata e alimentata da un eccessivo entusiasmo e i prezzi e le valutazioni delle aziende risultano gonfiati rispetto ai fondamentali economici”.

Prendendo per buone le parole di Bezos vorrebbe dire che siamo al cospetto di una ennesima bolla speculativa, così come è già avvenuto nell’Anno Duemila, quando scoppiò la bolla internet, con le note conseguenze. Questa drastica posizione in verità non è solo di Bezos visto che nelle ultime settimane anche il Ceo di OpenAI, Sam Altman, ha ammonito sui rischi collegati alla bolla dell’AI.

Alcune similitudini con quanto era avvenuto prima dello scoppio della bolla delle dot-com sono effettivamente presenti. Oggi, come avvenne venticinque anni fa, nella frenesia della novità e dell’entusiasmo legato all’AI spesso gli investitori finanziano indiscriminatamente ogni progetto poiché non riescono a distinguere le buone idee da quelle meno buone. Oggi, inoltre, come successe allora, il mercato tech è attraversato da minuscole startup che riescono a raggranellare in poco tempo milioni di dollari di investimenti, spesso senza aver nemmeno dimostrato se il progetto sia effettivamente vincente.

Già tutto questo basterebbe per metterci in allarme. Anche David Solomon, numero uno di Goldman Sachs, sempre all’evento di Torino ha dichiarato che "In ambito AI ci sarà un reset, un riposizionamento, una fase di correzione significativa dei prezzi rispetto a quanto si è visto fino a oggi”.

Che però l’intelligenza artificiale non sia una meteora, come non lo è stato internet – malgrado la bolla speculativa- lo evidenzia l’importanza che sta assumendo in diversi mercati e i relativi tassi di crescita. Secondo l’Osservatorio Mecspe sull’industria manifatturiera, relativo al primo quadrimestre 2025, l’interesse dell’industria italiana verso l’AI è in crescita: il 73% degli imprenditori ha fiducia nel suo impatto positivo. L’intelligenza artificiale viene percepita come un acceleratore dell’innovazione, capace anche di semplificare e velocizzare differenti processi produttivi. E il 40% delle imprese ha già avviato applicazioni in diversi ambiti, anche se solo una su quattro è riuscita a integrarla in modo continuativo. E che l’AI possa considerarsi come uno tsunami inarrestabile, malgrado ovviamente gli eccessi, lo mette nero su bianco l’ultima edizione dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano dove si evince che il valore del mercato in Italia a fine 2024 è arrivato a toccare 1,2 miliardi di euro, segnando un +58% rispetto al precedente anno.

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