Il rendimento dei BTP decennali si avvicina pericolosamente alla soglia del 7% ritenuta dagli analisti finanziaria una percentuale asolutamente "pericolosa" ovvero un punto di non ritorno così come è successo alla Grecia. Con un -6,80%Crolla Piazza Affari, che non registrava perdite così pesanti dall'ottobre del 2008, nel pieno della crisi dei mutui subprime.
Italia vicina a quanto successe mesi fa alla Grecia. I differenziali dello
spread tra i Bund tedeschi e i BTP italiani si stanno avvicinando alla soglia del non ritorno, ovvero a quota sette pecento. Oggi, infatti, i Btp decennali rendono il 6,33% e si avvicinano a rapidi passi a quella "pericolosa" soglia del 6,50% o -7% che, secondo i più accreditati analisti finanziari, equivale a rischio default o almeno a chiedere di essere messi sotto "protezione" della BCE, così come è accaduto alla Grecia, al Portogallo, all'Islanda.
Materialmente significa che in base alle dinamiche di domanda e offerta, per trovare acquirenti i Btp devono offrire oltre 4,59 punti percentuali di rendimento in più, rispetto alle emissioni tedesche, come maggiorazione sul premio di rischio. Con il Btp decennale sono sotto pressione anche i titoli del Tesoro a due e a cinque anni, che segnano nuovi record storici. Il rendimento del biennale schizza al 5,67% sul mercato secondario (lo spread con l'equivalente tedesco ha toccato i 515 punti base) mentre quello del quinquennale vola al 6,28%. In quest'ultimo caso lo spread col bund a cinque anni si allarga a 532 punti base.

E in una situazione così "pericolosa" ne ha risentito anche Piazza Affari dove il
Ftse Mib ha chiuso con un pesante -
6,80% bruciando in un solo giorno i guadagni o i recuperi degli ultimi due mesi.Profondo rosso per il comparto bancario con Intesa Sanpaolo e Unicredit che hanno guidato al ribasso il listino meneghino. I due principali istituti di credito italiani hanno perso rispettivamente il 15,8% a 1,087 euro e il 12,4% a 0,742 euro. Non è andata meglio a Mps (-10,2% a 0,303 euro) e Banco Popolare (-8,98% a 0,983 euro): i due titoli hanno aggiornato oggi i minimi storici. Giù anche Bpm (-7,81% a 9,412 euro), Ubi Banca (-6,81% a 2,572 euro) e Mediobanca (-4,86% a 5,48 euro).

Pesanti le vendite anche sul comparto del risparmio gestito, con Azimut e Mediolanum che hanno ceduto rispettivamente l'8,41% a 5,175 euro e il 5,64% a 2,642 euro.
Male la Galassia Agnelli: Fiat spa è arretrata del 9,46 a 4,02 euro, Fiat Industrial del 5,95% a 5,93 euro ed Exor del 7,42% a 14,72 euro. Chrysler ha annunciato che le vendite Usa per il mese di ottobre sono salite del 27% rispetto all'analogo mese nel 2010, attestandosi a 114.512 veicoli.
Negativa anche Telecom Italia che ha chiuso la seduta in flessione del 5% a 0,854 euro.
Infine oggi Tim Participacoes, controllata brasiliana del colosso delle telecomunicazioni italiano, ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto in crescita del 116% a 317 milioni di reais.