Le grandi imprese sono più "sensibili" all'argomento mentre la risposta delle piccole e medie imprese è "a macchia di leopardo". In questo caso dove la sensibilità è maggiore questa è dovuta alla specificità dell'impresa.
Ma l'azienda–cliente ha percepito che, proprio per la diffusione di smartphone e tablet, il problema della sicurezza, oggi, è evoluto rispetto al passato e, per questo, deve essere affrontato in modo diverso? Secondo Caldara, di F-Secure, la risposta è positiva, ma in modo parziale. "Le grandi imprese stanno in parte avvicinandosi alle tecnologie mobili e cominciano a richiedere sicurezza. Per le Pmi lo scenario è a macchia di leopardo: alcune hanno iniziato ad adottare smartphone evoluti e tablet a scopo aziendale e sicurezza; altre non si sono ancora poste il problema". "Le aziende hanno percepito il problema correttamente, anche se gli investimenti in questa direzione non sono ancora proporzionali all'effettivo livello di rischio che questi dispositivi comportano", afferma Forzieri di Symantec. "Oggi nelle organizzazioni si trovano dispositivi mobili a uso misto (personale e aziendale) che ospitano, con le foto delle vacanze, anche documenti confidenziali e proprietà intellettuale dell'azienda. In caso di perdita o furto su commissione di un dispositivo di questo tipo il danno al business può avere un impatto notevole". "Il cliente business è cosciente dell'allargamento dei pericoli e delle conseguenze che ne derivano", sostiene Testa di GData. "Il concetto di mobilità totale si è concretizzato con lo shape delle nuove periferiche e con i sistemi operativi già disponibili o in arrivo. La zona ancora grigia è la scelta sulla soluzione di sicurezza più adatta a chiudere queste falle. Qui subentra una fase di analisi importante, che ogni azienda deve elaborare secondo il proprio concetto di policy e di struttura IT". "In molti casi, i datori di lavoro riconoscono i benefici dell'uso di questi dispositivi consumer in azienda, ma sono ancora preoccupati dalla protezione dei dati aziendali confidenziali", dichiara Voschion di McAfee. Oltre la metà degli intervistati in una indagine condotta da Evalueserve ritiene che la consumerizzazione dell'It aumenta le preoccupazioni per la sicurezza, e circa la metà (45%) pensa che la gestione di dispositivi e tecnologie correlate di proprietà dei dipendenti nella rete aziendale sia un fattore critico. "Sul lato cliente non c'è ancora una sviluppata percezione delle reali dimensioni del problema", dice Ugolini di Kaspersky. "Questo non significa che non ci sia conoscenza di questi rischi, ma i ridotti budget da dedicare alla sicurezza e la momentanea assenza di una cassa di risonanza di grandi malware outbreak nel mondo mobile, hanno portato chi gestisce la sicurezza a concentrare i propri sforzi nel fortificare altri fronti aperti. Il risultato di queste decisioni è, nei migliori dei casi, un atteggiamento chiuso verso questa consumerizzazione, nell'ottica di limitare i danni derivanti da un uso non disciplinato di questi device in azienda". "Le imprese hanno già percepito i rischi derivanti sia dall'impiego dei dispositivi mobili in azienda, sia dalle applicazione basate sulla condivisione delle informazioni da parte dei dipendenti", precisa Martinozzi di Trend Micro. "Se in passato l'obiettivo era mettere in sicurezza le infrastrutture aziendali, oggi è mettere in sicurezza le informazioni. La sensibilità verso questi temi è in crescita: secondo una ricerca condotta da Trend Micro sui responsabili decisionali It delle aziende, il 69% degli intervistati ritiene l'adozione di misure di sicurezza dedicate ai dispositivi mobili una componente essenziale per proteggere gli ambienti It dai rischi introdotti dai dispositivi personali dei dipendenti; il 71% degli intervistati pensa che una combinazione tra sicurezza e gestione dei dispositivi mobili sia il metodo più efficace per affrontare le sfide introdotte dalla consumerizzazione dell'It". "La buona notizia è che, rispetto a qualche anno fa, è stato registrato un aumento di richieste per la protezione dei dispositivi smartphone e tablet , quella cattiva è che la richiesta arriva prevalentemente dal top management di aziende di grandi dimensioni", commenta Finocchi di Bludis. "C'è molto da fare per sensibilizzare il mercato small & medium business sui rischi del Web 2.0 e sulla proliferazione di dispositivi mobili. Il canale apprezza il valore aggiunto del distributore che si fa carico dell'informazione e della formazione". "Le aziende hanno compreso i rischi legati al mobile computing; fino a oggi solo l'assenza di una reale convergenza fra sistemi operativi mobili aveva evitato infezioni di massa", ammette Sambucci di Future Time. "Ora a dividersi la maggioranza del mercato sono solo due o tre sistemi operativi, aumentando il rischio di attacchi. I nostri clienti business se ne stanno rendendo conto, e chiedono di essere preventivamente protetti".
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