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Network security, il caso LumIT accende il canale di Fortinet

Network security, il caso LumIT accende il canale di Fortinet. Una collaborazione, un ecosistema esclusivo nel cuore del canale della sicurezza. Un ecosistema a cui è dedicata una intervista esclusiva con cesare Radaelli, Cesare Radaelli, Sr Director Channel Account Italy & Malta di Fortinet

Mercato
Network Security, ovvero il cuore, la leva, il motore più potente a cui affidare la ripartenza di migliaia di imprese e manager in questa fase di delicata riapertura, riavvio di relazioni, business, comunicazioni dopo il lockdown.Si parla di VPN, accessi sicuri a infrastrutture critiche anche da remoto, SD-WAN, reti wifi stabili, affidabili, protette… si parla di una mole infinita di dati che viaggiano lungo coordinate spesso imprevedibili ogni giorno, ora, secondo…

Una leva su cui oggi si trovano ovviamente in posizione migliore, avvantaggiata e pronta tutte quelle imprese del mondo ICT che hanno fatto scelte coraggiose prima del tempo e con più decisione.Aziende come LumIT che di mestiere fa il system integrator ad altissimo valore aggiunto e che grazie alla collaborazione con Fortinet ha da tempo dato vista da un ecosistema di competenze, idee, soluzioni di grandissima utilità per il territorio italiano.Un ecosistema di cui ci parla, in esclusiva, Cesare Radaelli, Sr Director Channel Account Italy & Malta di Fortinet in questa video intervista 





Network Security, la collaborazione paga

«Il valore che porta un partner come LumIT a Fortinet è incalcolabile perché tocca direttamente le corde delle esigenze più forti, sentite e attuali delle imprese italiane oggi – comincia Radaelli -. Noi come Fortinet cerchiamo di metter a loro disposizione il massimo degli strumenti per esprimersi al meglio ma loro rispondono con competenze straordinarie a livello di network security. Un tema chiave per aziende che oggi hanno la necessità di proteggere davvero connessioni mai così sotto pressione a livello di prestazioni e a livello di cyber attacchi che ormai, in Italia, hanno sfondato ogni tipo di record di crescita».

Un tema che, non a caso, sarà al centro della straordinaria diretta streaming che andrà in onda il prossimo 7 luglio dalle 11,00 alle 12,00. Una vera guida pratica per costruire una rete remota a misura di nuova normalità e di pressione, senza precedenti, su prestazioni, sicurezza e continuità. Casi reali di disastri, attacchi, errori da evitare e piattaforme da integrare subito. Qui tutti i dettagli per registrarsi 

Network Security e smart working come e cosa fare subito

In attesa del 7 luglio però, Cesare Radaelli ci offre qualche piccola e preziosa anticipazione sulle regole che le imprese devono assolutamente seguire per correre ai ripari.
«L’errore che non dobbiamo commettere è innanzitutto pensare che passata questa pandemia si ritorni a lavorare come prima - racconta il manager -. Si è aperto, in questa fase, un mondo che prima avevamo solo sfiorato.

Parlare di smart working forse è eccessivo oggi è più telelavoro ma per coglierne comunque le vere opportunità oggi servono salti in avanti sia a livello tecnologico, con la security davanti a tutti, sia a livello culturale. Qualcuno ci è già arrivato, altri ci stanno arrivando o avranno bisogno di più tempo ma le opportunità sono enormi così come le competenze necessarie per evitare guai».

Ed è a questo punto che l’ecosistema LumIT + Fortinet esprime il massimo delle sue potenzialità. (nella foto Cesare Radaelli, a sinistra, e Paolo Ferrari numero uno di LumIT) 


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«Bisogna darsi da fare subito – conclude Radaelli -, per mettere davvero al sicuro il lavoro da remoto non basta e non serve mettere una toppa per sanare il problema in questo istante, serve progettare il lavoro da remoto che verrà anche dopo la fine dell’emergenza e della ripartenza. Serve ragionare in termini di progettazione così come possiamo fare noi insieme a LumIT.

Le aziende dal canto loro devono permettere agli utenti di capire il valore del vero lavoro del lavoro remoto in sicurezza. Questo vuol dire lavorare per obiettivi e avere a disposizione le migliori piattaforme per farlo. Serve insomma un salto di qualità anche e soprattutto culturale».      
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