Dopo che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha introdotto un decreto che estende la norma dell'equo compenso per copia privata a tutti i dispositivi tecnologici dotati di memoria si scatenano le proteste. Assinform in prima linea con un duro comunicato e un deciso no da parte di Nokia.
L'"
equo compenso" sarà presto esteso a tutti i dispositivi tecnologici. La novità è stata introdotta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso la firma, da parte del ministro
Sandro Bondi, del
decreto di rideterminazione del compenso per copia privata (vedere decreto)Di cosa si tratta? L'equo compenso è una norma che obbliga i produttori di beni tecnologici dotati di memoria di archiviazione a pagare una tassa alla
Siae, con il motivo che attraverso tali dispositivi l'utente può effettuare una copia personale (la cosiddetta
"copia privata") di opere protette da diritto d'autore.
Se fino ad oggi tale norma era applicata solo a
Cd, Dvd e
masterizzatori, ora essa sarà estesa ad ogni oggetto tecnologico dotato di memoria:
Pc, computer, cellulari, smartphone, lettori mp3, decoder e altri ancora.
La firma del decreto ha subito sollevato polemiche: a lamentarsi sono soprattutto le associazioni di consumatori, che vedono nel provvedimento solo un altro modo di alimentare le casse della Siae attingendo direttamente dai contribuenti (sarà infatti molto probabile un
aumento generalizzato dei prezzi dei dispositivi).
Per fare un solo esempio; per un computer con un disco fisso superiore ai 250 Gbyte il produttore si vedrà accollare dalla Siae un aumento di 29,98 euro.
Tra gli altri, l'associazione
Altroconsumo ha commentato: "Pur riconoscendo giustamente quanto dovuto ad autori ed editori giudichiamo questo favore alla Siae ingiusto soprattutto perché applicato sulle tasche dei consumatori in un momento di crisi".
Di opinione diametralmente opposta, com'è ovvio, la stessa Siae, che ha affermato: "L'emanazione del decreto segna un capitolo di rilevante importanza per la tutela dei contenuti culturali in Italia; si è colmato un vuoto normativo che sacrificava il ruolo dei titolari dei diritti sulle opere dell'ingegno da più di sei anni".
In un comunicato stampa ufficiale, l'organismo afferma la conformità della norma alla situazione europea: "...Rispondendo ai principi e alle regole che l'
Unione Europea ha da tempo indicato a tutti i Paesi, il decreto allinea l'Italia alle realtà economico-commerciali presenti nei Paesi di area euro che più sono vicini al nostro".
Il decreto del Ministero istituisce anche un
tavolo di lavoro, cui parteciperanno tutti i soggetti interessati, chiamato a monitorare l'evoluzione del mercato dei dispositivi toccati dalla nuova tassa, anche ai fini dell'aggiornamento triennale del decreto.
[tit:Assinform replica molto negativamente]
Scende in campo anche
Assinform (l'associazione di Confindustria delle imprese di informatica), con una dura presa di posizione del Presidente,
Paolo Angelucci, che qui riportiamo: "Il decreto ministeriale
reso pubblico in data 14 gennaio dal Mibac,
reca un danno gravissimo sia all'industria dell'innovazione – in particolare quella informatica – sia al sistema imprenditoriale nel suo complesso. I dati presentati dall'Associazione nel corso del 2009 hanno evidenziato una diminuzione forte del mercato IT italiano, con cali mai visti in questo comparto, specialmente nel sottosettore dei prodotti hardware. All'inizio del 2010 tutto ci attendevamo, meno che un'ulteriore penalizzazione per l'industria nazionale dell'IT e dei suoi clienti principali, cioè le aziende italiane.
Il nuovo balzello, infatti, va a danno anche delle imprese oltre che dei consumatori, perchè penalizza i PC anche per uso professionale e colpisce la crescita della capacità di memoria dei dispositivi, andando contro lo sviluppo della tecnologia. Anche l'eventuale rimborso da parte della SIAE di tale balzello sul materiale utilizzato dalle imprese introdurrebbe una nuova burocrazia di cui francamente non sentiamo il bisogno. Non ci aspettavamo questa
tassa sull' innovazione proprio ora che si vedono i primi timidi segnali di ripresa dopo la lunga crisi; al contrario bisognerebbe agire con forza sulla leva dell'innovazione per lo sviluppo del paese".
[tit:Opposizione dura da parte di Nokia]
"L'approvazione del
decreto ci lascia assolutamente sconcertati": con queste parole,
Alessandro Mondini Branzi, Amministratore Delegato di
Nokia Italia, ha commentato la notizia sul decreto che estende la norma dell'
equo compenso per copia privata a tutti i
dispositivi tecnologici dotati di memoria.
Branzi ha spiegato che "Nokia crede fermamente che l'imposizione di questa
tassa sulla
copia privata sia iniqua e ingiustificata. Infatti l'
ascolto di musica è solo una delle tante funzioni disponibili sul
telefono cellulare, il cui contenuto è solitamente acquistato legalmente dal consumatore che ha pertanto già completamente pagato i
diritti d'autore. Imporre una nuova tassa sui telefoni cellulari costringe quindi i consumatori a pagare due volte per lo stesso contenuto. Nokia crede che non sussista un fondamento legale o una base razionale alla tassa sulla copia privata applicata ai telefoni secondo quanto previsto dalla
direttiva europea sulla copia privata".