Cisco Systems chiude il primo trimestre fiscale 2010-2011 con un aumento dell'utile del'8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Crescono anche i ricavi ma emergono alcuni segnali negativi evidenziati anche dal CEO, John Chambers, i quali influenzano i mercati finanziari.
Il primo trimestre fiscale dell'esercizio 2010/2011 di Cisco Systems si è chiuso con un utile netto di 1,9 miliardi di dollari, pari a 34 cents per azione. La società americana segna così un aumento dell'8% rispetto agli 1,8 miliardi di dollari (30 cents per azione) del corrispettivo dell'anno scorso. Inoltre, con grande sorpresa da parte degli analisti, che prevedevano un utile adjusted di 0,40 dollari per azione, Cisco ha annunciato un utile netto pari a 42 centesimi ad azione. Il margine lordo di Cisco, però, è calato dal 65,3 al 62,8% rispetto all'anno scorso. Questo, secondo gli esperti del settore, è dovuto in parte all'aumento dei costi di produzione e al calo dei prezzi di alcuni prodotti. I ricavi relativi al primo trimestre sono risultati pari a 10,75 miliardi di dollari, in aumento del 19,2% rispetto ai 9,02 miliardi ottenuti nel corrispondente periodo dell'esercizio precedente. A deludere il mercato, ma soprattutto gli analisti finanziari, sono state le parole del CEO, John Chambers, che ha dichiarato: "Il trimestre chiuso il 31 ottobre scorso ha visto un forte calo delle spese da parte delle agenzie governative. Per il futuro, prevediamo una crescita del 3-5% per il trimestre in corso e del 9-12% per quanto riguarda l'utile netto di fine esercizio". Quest'ultimo dato contrasta con la previsione degli analisti e degli investitori, che valutano una crescita del 13%. Nella sessione "after-hours" a Wall Street chiusa, infatti, le azioni della società hanno perso 3 dollari (meno 13,6%).
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