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Synology insieme al canale per il backup e il disaster recovery as-a-service

L’azienda taiwanese leader nel comparto dei NAS si riconfigura come software house ponendo la sicurezza come prioritaria e indirizzando la propria offerta verso una proposizione as-a-service, con l’aiuto dei partner.

Vendor
Il paradigma security conquista definitivamente anche lo storage. Non potrebbe essere altrimenti, visto che i dispositivi NAS e SAN sono archivi dati per definizione, e i dati si devono proteggere. Così, i leader di settore come la taiwanese Synology, sul mercato da più di vent’anni, rimodulano la propria offerta secondo un approccio vicino al security-by-design già noto nel networking. “Potremmo dire che oggi Synology è una società di software – afferma Victor Wang, Managing Director di Synology France, nella nostra conversazione a tre a cui ha partecipato anche Francesco Zorzi, Technical Manager di Synology Italia -. In questo momento, il 70% dei nostri 1000 dipendenti si occupa di Ricerca e Sviluppo”. È una questione di software, quindi, in un comparto che, di fronte al problema numero uno, la protezione dei dati, e a una certa standardizzazione delle tecnologie hardware, non si può affrontare diversamente se si vuole continuare a essere leader nel mercato NAS. “Affrontiamo la sfida secondo due aspetti: prevenzione e recovery – prosegue Wang -. Quindi, in primo luogo proteggersi dagli attacchi. Sia a livello di sistema che a livello di utente”.

Per questo, le ultime release del sistema operativo Synology DiskStation Manager, oggi disponibile nella versione 7.1, sono state arricchite con diverse funzionalità espressamente pensate per la protezione dei dati. “Mettiamo a disposizione configurazioni specifiche per aiutare i clienti ad aumentare il livello di sicurezza – prosegue Wang. Per esempio, è possibile creare regole firewall e impostare automaticamente il blocco degli indirizzi IP che potrebbero tentare di accedere al dispositivo. Una funzionalità necessaria, questa, visto che la maggior parte dei tentativi di violazione sono da end point via IP. Ancora, i file archiviati nei nostri NAS sono protetti da algoritmi di crittografia AES 256”.

L’attività di prevenzione viene svolta dal team interno di sicurezza Synology, ma anche attraverso il Security Bug Bounty Program, un servizio che prevede la collaborazione con esperti ed Ethical Hackers che vengono ricompensati ogni volta individuino delle vulnerabilità nel DiskStation Manager. Il livello di protezione, inoltre, è stato potenziato con l’introduzione dell’autenticazione a due fattori per chi accede ai sistemi e con la possibilità di gestire i privilegi. Il secondo approccio alla security di Synology riguarda il backup e il ripristino dei dati, erogato in modalità as-a-service. Anche e soprattutto in questo modo si aiuta a proteggere tutta l’infrastruttura IT del cliente, indipendentemente dall’hardware utilizzato nell’operatività aziendale. Il backup può essere eseguito su cloud o, in generale, su infrastrutture remote, e su periferiche di archiviazione locali. In particolare, C2 è la struttura cloud che Synology mette a disposizione di clienti e partner e che si configura come un vero e proprio cloud privato già configurato per la business continuity.

Le opportunità per i partner di canale di Synology

Un’offerta per il backup e per il disaster recovery a servizio, insomma, che si dimostra particolarmente interessante per i Manager Service Provider e per tutto il canale Synology. In questo modo, infatti, il partner è in grado di offrire una soluzione all-in-one per lo storage (backup e disaster recovery per la business continuity), con le opportune funzionalità di sicurezza e complete garanzie di compatibilità hardware e software, a cui affiancare i propri servizi o le proprie infrastrutture. Va da sé che la garanzia di un unico sistema operativo per tutta l’offerta permette anche alle PMI, spesso con pretese comunque alte, di accedere a soluzioni di livello enterprise. Un canale strategico, insomma, che Francesco Zorzi, Technical Manager per la filiale italiana di Synology, cura con particolare attenzione. Soprattutto con la formazione sui prodotti, ma anche sull’intero progetto di archiviazione end-to-end.
È necessario far comprendere anche ai partner l’evoluzione di Synology come software company – chiarisce Wang -, per evitare che un confronto con la concorrenza si basi solo sul prezzo o sulle caratteristiche hardware. Altro aspetto su cui puntiamo è il supporto all’intero progetto, quindi un’attività consulenziale che segua il partner nella realizzazione della soluzione migliore per i propri clienti”. “Organizziamo diversi incontri sul territorio – afferma Francesco Zorzi, Technical Manager Synology Italia – focalizzati all’analisi e alla risoluzione delle vulnerabilità attraverso le soluzioni Synology. Non ci configuriamo più come un semplice fornitore di NAS ma, piuttosto, di Safebox, un NAS con un file server integrato. Quindi un partner per la protezione del dato, ma anche dell’infrastruttura. Da qui l’attivazione di servizi di Active Backup per tutte le più importanti piattaforme applicative (da Microsoft 365 a Google Space) e la trasformazione del NAS in una roccaforte protetta e indipendente, a cui l’amministratore stesso non può accedere. Secondo la nostra visione, il progetto di disaster recovery non è più solo un abilitatore di business continuity dopo un evento eccezionale, ma un presidio fisso per la continuità del business”.

In termini di mercati verticali in Italia, l’azienda taiwanese è da sempre un riferimento per la Sanità, prima privata ora anche pubblica: “in cui intendiamo spingere la nostra offerta insieme ai nostri partner soprattutto ora per cavalcare le opportunità del PNRR – prosegue Zorzi”. Uno degli ultimi casi studio è rappresentato dall’azienda multiservizi Nausicaa SPA che ha implementato in diverse farmacie i NAS Synology sia per assicurare una gestione centralizzata dei dati che per sorvegliare tutte le differenti farmacie. Ma Synology è un riferimento anche nelle amministrazioni locali, e non solo per puri progetti di archiviazione dati, UNESCO ne è un’altra testimonianza chiave e importante. Synology, per esempio, offre anche soluzioni di videosorveglianza ed è partner strutturale completo per diversi sistemi di controllo e monitoraggio del traffico. Dai semi distribuiti nella PA locale e nella Sanità privata, l’espansione verso altri mercati, come l’Educational, la Difesa, l’Hospitality è breve.
Perché c’è il passaparola, e perché Synology stessa si trova sempre di più a favorire un processo di aggregazione di competenze e risorse, anche a livello geografico.
La PA locale in particolare – spiega Zorzi – ha bisogno di essere indirizzata nelle soluzioni, che possono essere di vario tipo. Ci siamo trovati spesso nella situazione di espandere l’offerta di storage a una soluzione più ampia e, per questo, abilitiamo un network temporaneo di partner, ognuno con le sue proprie competenze, o studiamo l’offerta sulle specifiche esigenze territoriali”. Così succede che al partner Synology si affianca un fornitore di connettività o una software house che realizza soluzioni particolarmente verticali. Va da sé, infine, che il system integrator che mette a disposizione un data center, diventa il provider unico di più realtà locali su hardware per lo storage targato Synology.
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