: "L’importanza di un cloud sovrano e qualificato per i fornitori della PA" La sovranità secondo Aruba.it
Secondo il recente studio McAfee Cybercrime Exposed esiste una intera rete di distribuzione di servizi di hacking “as-a-service”, che offre strumenti e supporto per compiere attacchi e atti informatici illegali.
In questo modo, anche senza essere hacker esperti e senza attrezzature tecniche evolute è possibile perpetrare attacchi online verso qualsiasi bersaglio prestabilito. Esistono perciò “fornitori di criminalità informatica”, pronti a soddisfare le richieste dei potenziali clienti e a supportarli in caso di necessità. Questo mercato clandestino permette ai malintenzionati di eseguire attacchi a un costo assai inferiore e con livelli notevolmente più bassi di conoscenze tecniche specifiche.
I provider, oltre a ricercare vulnerabilità zero-day vendono attacchi veri e propri o strumenti per effettuarli, tutelandosi in modo sempre crescente verso le forze dell’ordine, che cercano in incognito di contattare e scoprire chi gestisce questi traffici clandestini. Chi è interessato a tali servizi può reperirli con una certa facilità sulla rete e può acquistare in modo relativamente semplice, database di email per lo spam, suddivise per lingue d’origine, zone o addirittura professioni, oltre ai tool per inviare lo spam. In aggiunta è disponibile materiale per sferrare attacchi malware (droppers, downloaders, keyloggers, bots…) che include tool per nascondersi dai sistemi di sicurezza (cryptors, polymorphic builders, joiners, crackers…), oltre a strumenti per attacchi finanziari, infrastrutture as a service vere e proprie (botnet e servizi hosting per sferrare attacchi DDoS), servizi professionali di password cracking, di expoit di vario tipo e liste di account di carte di credito.
Nel complesso, oltre alla pericolosità di tali servizi, è in fase di mutamento il concetto di “hacker”, così come lo si è sempre descritto.