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OVHcloud, per un cloud sempre più aperto e sovrano

Alla Ecosystem Experience 2021, OVHcloud si è confrontata con clienti e partner focalizzando l’attenzione sui temi dell’interoperabilità, dell’iper-resilienza e della sovranità tecnologica e operativa. Oltre a quella dei dati, naturalmente. Vivace la partecipazione dell’ecosistema italiano, che nel 2021 ha visto aumentare il numero dei partner e delle startup aderenti ai programmi dedicati

Vendor
Tra clienti, partner tecnologici e operatori di canale sono stati circa 130 i partecipanti dell’OVHcloud Ecosystem Experience 2021, evento virtuale che al centro del confronto ha posto temi chiave come l'utilizzo etico e sostenibile della tecnologia e le nuove frontiere dell’innovazione. Tema, quest’ultimo, su cui OVHcloud, principale cloud provider europeo, punta ad accelerare sfruttando la raccolta di capitale realizzata con la sua recente quotazione alla Borsa di Parigi: 350 milioni di euro che faranno entrare l’azienda in una nuova fase espansiva. “Le nuove risorse finanziarie ci consentiranno di rafforzare i rapporti con gli stakeholder e servire meglio i clienti, accelerando la roadmap e continuando ad aggiungere valore alla nostra proposta” afferma Michel Paulin, Ceo di OVHcloud, evidenziando soprattutto l’obiettivo di ampliare il numero dei data center in tutto il mondo, dall’Europa al Canada, dagli Stati Uniti all’India fino all’area dell'Asia-Pacifico. Ad oggi i data center OVHcloud sono complessivamente 33, concentrati in dodici location a servizio di 1,6 milioni di clienti in 140 Paesi. “La loro espansione globale continuerà a garantire un cloud sostenibile, perché per noi la sostenibilità è sempre stato un pilastro portante” precisa Paulin, che ricorda tre importanti impegni sottoscritti dall’azienda: rendere le operation carbon neutral entro il 2025, raggiungere lo Zero Waste entro lo stesso anno ed essere NetZero entro il 2030. Per centrare quest’ultimo obiettivo, in particolare, OVHcloud sta già testando un prototipo di raffreddamento a immersione, applicando un approccio unico che comporta la combinazione di questo tipo di tecnologia con il raffreddamento ad acqua utilizzato dal provider da quasi 18 anni.

michel paulin ovhcloudMichel Paulin, Ceo di OVHcloud
Oltre al forte impegno sul fronte della sostenibilità, OVHcloud sta, poi, concentrando i propri sforzi su un’importante espansione del concetto di sovranità. “Oggi la sovranità dei dati non è più sufficiente. Occorre garantire agli utenti anche la sovranità tecnologica e quella operativa, assicurando loro il controllo sulle tecnologie alla base delle soluzioni e sul loro utilizzo. Per quanto ci riguarda già da qualche anno abbiamo iniziato il nostro percorso a garanzia della sovranità tecnologica, assicurando interoperabilità e reversibilità delle nostre soluzioni grazie a OpenStack e alle linee guida di Gaia-X, il progetto che punta alla creazione di una federazione europea di infrastrutture e servizi cloud in grado di proteggere al meglio i diritti digitali degli utenti” puntualizza Octave Klaba, Fondatore e Presidente del Board del Gruppo OVH, spiegando come la sovranità operativa offrirà ai clienti una garanzia in più: poter scegliere dove far risiedere i propri dati. Per assicurare tutto questo, OVHcloud erogherà i servizi dai propri data center in più modalità: public cloud, hosted private cloud e bare metal cloud, mettendo a disposizione uno stack tecnologico completo, che i clienti potranno scaricare e gestire anche in autonomia.

sovranità
Obiettivo iper-resilienza
Altro tema fondamentale nella strategia di OVHcloud è rappresentato dall’iper-resilienza. “Tutti i nostri data center rispettano le attuali normative, ma ci rendiamo conto che questo non è sufficiente per garantire il massimo della sicurezza ai dati dei nostri clienti. Oggi il cloud rappresenta il pilastro portante dell’intera economia, per questo abbiamo messo a punto nuovi standard e in pochi mesi renderemo disponibili le prime strutture costruite su questa logica, aggiornando le esistenti. Anche per quanto riguarda il backup vogliamo introdurre nuovi standard, includendo un regular backup in tutti i nostri servizi. Puntiamo a essere considerati gli esperti in questo ambito e in quello del disaster recovery: un obiettivo che raggiungeremo, offrendo nuovi prodotti basati sul software oggi già disponibile sul mercato” spiega Klaba.

Ad entrare nel dettaglio delle novità di prodotto, già annunciate o in fase di rilascio, è Thierry Souche, Cto di OVHcloud, che tra i vari lanci evidenzia soprattutto quello delle soluzioni ‘hosted private cloud’, certificate SecNumCloud e pensate specificatamente per tutte quelle grandi aziende alla ricerca di sistemi di cloud privato ‘ospitato’. Ottimizzata anche l’offerta backup, che oggi vede già in beta una soluzione di high performance object storage. A breve saranno, poi, annunciati alcuni nuovi servizi di standard object storage, hyper-resilient cold storage e high performance block storage.

“Per quanto riguarda il cloud pubblico, abbiamo già reso, invece, disponibile in modalità as a service il database NoSQL MongoDB e i database open source MySQL, PostgreSQL, Redis e Kafka. Forte l’impegno anche sul fronte dell’Artificial Intelligence, ambito in cui puntiamo ad ampliare i servizi soprattutto per quanto riguarda AI training e AI inferencing per permettere ai clienti una facile integrazione di questi algoritmi nei processi di business” spiega Souche, sottolineando lo sforzo che OVHcloud sta compiendo per rendere open source l’intero cloud stack e spingere l’innovazione digitale assieme a tutto il suo ecosistema.


Un ecosistema in forte crescita anche in Italia
“Il 2021 è stato un anno di consolidamento, che ci ha anche spinto a focalizzare l’attenzione su tre elementi fondamentali per continuare a crescere: l’ecosistema, la sovranità dei dati e l’ampliamento del target con soluzioni specificatamente indirizzate alle medie e grandi aziende” afferma John Gazal, Vice President Southern Europe & Brazil di OVHcloud, entrando nel merito del mercato italiano.

john gazal ovhcloudJohn Gazal, Vice President Southern Europe & Brazil di OVHcloud
“Per quanto riguarda l’ecosistema abbiamo registrato in Italia l’adesione di quasi 30 aziende allo Startup Program, mentre il Partner Program ha ampliato il numero delle collaborazioni con l’ingresso di oltre 20 nuovi partner” sottolinea Gazal, soddisfatto dei risultati raggiunti a livello locale anche per quanto riguarda la sovranità dei dati. L’ecosistema italiano, infatti, non ha solo risposto benissimo all’iniziativa europea Gaia-X, sostenuta anche da un hub interno a Confindustria, ma sta anche dimostrando grande interesse nei confronti delle certificazioni di livello più alto per quanto riguarda la data security. Infine, sul fronte delle soluzioni indirizzate alle medie e grandi imprese, a livello locale si segnala il rilascio di importanti soluzioni storage, bare metal cloud e Ai: soluzioni che aiuteranno OVHcloud a espandere il suo presidio sul territorio. “Grazie a tutti questi traguardi, siamo pronti a entrare in una nuova fase di accelerazione, con un 2022 che ci vedrà ancora più protagonisti assieme ai nostri partner nella promozione di un cloud dalle soluzioni sovrane” conclude Gazal.
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